Biodiversità e conservazione Fauna Flora

Lista Rossa IUNC si aggiorna con l’inserimento di altre 800 specie a rischio

Lista Rossa IUNC si aggiorna con inserimento di altre 800 specie a rischio

In occasione del 50° anniversario della Red List, l’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura ha provveduto ad integrare il numero delle specie a rischio, tra le quali si segnalano per il rischio di estinzione i lemuri del Madagascar e le orchidee delle zone temperate. Tra le specie “vulnerabili”, anche l’armadillo trifasciato del Brasile, scelto come mascotte del Campionato Mondiale di Calcio 2014.

L’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUNC), in occasione del 50° anniversario dalla compilazione della prima Lista Rossa (Red List), ha aggiornato l’elenco delle specie minacciate da estinzione (il loro numero ora è di 22.103 specie), aggiungendo altre 817 specie, tra cui 51 mammiferi (per il 90% lemuri) e 400 piante (il 79% delle quali costituite dalle varietà di orchidee a scarpetta di Venere delle zone temperate).
Negli ultimi 50 anni, la Lista Rossa IUCN ha costituito un punto di riferimento per le attività di conservazione – ha affermato la Direttore Generale di IUCN Julia Marton-Lefèvre – Questo non è un risultato da poco, ma molto di più deve essere fatto. Dobbiamo continuare ad allargare la nostra conoscenza delle specie esistenti nel mondo per comprendere meglio le sfide che abbiamo di fronte, stabilire delle priorità globali di conservazione e mobilitare azioni concrete per fermare la crisi della biodiversità”.

Per quanto riguarda i lemuri, il nuovo aggiornamento ha rilevato che un sorprendente 94% di questo gruppo di primati è a rischio di estinzione a seguito della distruzione del loro habitat, la foresta tropicale del Madagascar dove vive e dove l’incertezza politica e i crescenti livelli di povertà hanno accelerato il disboscamento illegale, anche se negli ultimi tempi si è manifestata una ripresa della caccia per motivi alimentari, facendo diventare questo gruppo il più a rischio del Pianeta.
Nonostante le gravi minacce che si sono addensate sui lemuri, aggravate dalla crisi politica in Madagascar, crediamo che ci sia ancora speranza – ha sottolineato Christoph Schwitzer, Vicepresidente del Gruppo di specialisti dei Primati della IUNC per il Madagascar e Direttore della Conservazione presso il Bristol Zoological Society – I successi del passato dimostrano che la collaborazione tra le comunità locali, le organizzazioni non governative e i ricercatori sono in grado di proteggere le specie in pericolo di primati. Invitiamo urgentemente tutti gli attori ad unirsi ai nostri sforzi per assicurare la sopravvivenza dei lemuri e la ricchezza biologica, culturale ed economica che rappresentano”.

Per certi versi, appare ancora più sorprendente l’aggiornamento sulla valutazione della situazione delle orchidee a scarpetta di Venere che crescono nel Nord America, Europa e Asia temperata. Nonostante tutte le 52 specie siano incluse nell’Allegato I della CITES, con divieto di commercio, senza un’apposita licenza, vengono sottoposte a raccolta indiscriminata. Inoltre, la maggior parte di loro richiede habitat particolari ed è molto sensibile ai cambiamenti ambientali.
Le orchidee a scarpetta sono molto apprezzate dai florovivaisti – ha osservato, Hassan Rankou, Specialista del Gruppo Orchidaceae della IUNC, ospitato al Royal Botanic Garden di Kew (GB) – quantunque siano coltivate diffusamente nelle serre, la conservazione delle specie selvatiche risulta fondamentale per il loro futuro”.

La IUNC fino ad aggi ha potuto monitorare solo il 4% delle specie descritte nel mondo, anche se sono stati valutati quasi tutti i gruppi tassonomici dei mammiferi e degli uccelli.

Tra le specie classificate come “vulnerabili”, c’è anche Fuleco, la mascotte del Campionato Mondiale di Calcio 2014. Si tratta per l’appunto dell’Armadillo trisfasciato del Brasile (Tolypeteus tricinctus) che rischia per la scomparsa della Caatinga, la foresta di xerofile della zona semi-arida del Sertão nel Nord-Est del Paese. Questo ambiente unico è già stato alterato dalle attività estrattive esercitate dalla popolazione locale fin dall’epoca dell’occupazione del sertão che ha portato ad un rapido degrado ambientale, senza che siano state intraprese adeguate azioni di salvaguardia conservativa, dal momento che solo lo 0,28% dell’area è soggetta a protezione.

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