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L’inefficienza è un lusso che l’UE non può permettersi

inefficienza è un lusso che l’UE non può permettersi

La Commissione UE traccia la Roadmap per l’uso sostenibile delle risorse.

La Commissione europea ha adottato il 20 settembre 2011 la Comunicazione “Roadmap to a Resource Efficient Europe” (COM 571), la “tabella di marcia” che indica all’Europa come conseguire una crescita fondata sull’uso efficiente delle risorse, condizione imprescindibile se in futuro vogliamo continuare a mantenere benessere e prosperità.
Individuando i settori economici che consumano più risorse e proponendo strumenti e indicatori che orientino l’azione in Europa e nel mondo, la Comunicazione di fatto definisce un piano per la competitività e la crescita che si fonda sull’impiego di meno risorse nella produzione e nel consumo di beni e che prevede la creazione di imprese e posti di lavoro in settori di attività quali il riciclaggio, la progettazione avanzata di prodotti, la sostituzione di materiali e l’ingegneria ambientale.

In tutto il mondo si assiste ad un aumento della domanda per le risorse, che sta facendo aumentare la pressione sull’ambiente e inasprisce la competizione. Le risorse naturali di primaria importanza quali le materie prime, i metalli, l’energia, la biodiversità e l’acqua sono state utilizzate per alimentare la crescita economica come se fossero inesauribili. È questo un comportamento insostenibile nel lungo periodo e la tabella di marcia presentata indica attraverso quali mezzi possiamo sì continuare a crescere, ma in modo sostenibile.
È perfettamente possibile produrre più valore con minor numero di ingressi, per ridurre il nostro impatto sull’ambiente, e consumare in modo più intelligente. Possiamo usare alternative più efficienti, invece di molte delle attuali risorse, promuovendo il riciclaggio, per esempio. Ma se l’obiettivo è quello di fare una società europea più efficiente nell’utilizzo delle risorse, una tale riforma presuppone che milioni di imprese e di consumatori dovranno essere coinvolti e le politiche pubbliche dovranno essere coerenti.

“La crescita ecocompatibile è l’unica forma di futuro sostenibile, per l’Europa e per il mondo intero – ha dichiarato il Commissario per l’Ambiente Janez Potočnik – L’industria e l’ambiente devono andare di pari passo, perché nel lungo periodo gli interessi di chi opera in questi due campi sono gli stessi”.

L’iniziativa faro “Europa 2020”sull’uso efficiente delle risorse preconizzava l’elaborazione di una tabella di marcia che definisse gli obiettivi a medio e lungo termine in questo campo e i mezzi per raggiungerli. La tabella di marcia poggia su altre azioni che rientrano nell’iniziativa faro e ne costituisce nel contempo un complemento: si tratta, nella fattispecie, della Tabella di marcia per un’economia a basse emissioni di carbonio e del Libro bianco sui trasporti, adottati nella primavera del 2011, e della Tabella di marcia per l’energia, prevista entro l’anno. La tabella di marcia per l’uso efficiente delle risorse attinge inoltre alla Strategia tematica dedicata all’uso sostenibile delle risorse naturali del 2005, nonché alla Strategia in materia di sviluppo sostenibile.

Parte integrante della predisposizione della Roadmap sono risultati gli esiti e gli input della consultazione pubblica organizzata con l’obiettivo di raccogliere le opinioni delle imprese, di altri soggetti interessati e del pubblico in generale sulle opzioni strategiche per la tabella di marcia (cfr: “Bioeconomia e sostenibilità delle risorse”, in Regioni&Ambiente, n. 4 aprile 2011, pagg. 54-55).
Tuttavia, la Commissione ha rinviato la definizione di ogni chiaro obiettivo o indicatore fino al 2013 e si accontenta, invece di un elenco di suggerimenti che includono gli impegni per sviluppare una metodologia in grado di misurare e comparare l’impatto ambientale delle imprese e di introdurre incentivi economici che premino gli investimenti per l’efficienza e incoraggino l’innovazione a lungo termine nel mondo delle imprese, della finanza e della politica.
Inoltre, l’esecutivo dell’UE suggerisce di eliminare gradualmente i sussidi che “in ultima analisi danneggiano l’ambiente, trattenendo le industrie dal fare investimenti nelle tecnologie verdi o dal ridurre la produzione di rifiuti, il consumo di carburanti e l’estrazione delle risorse”, spostando le tasse dal lavoro sulle attività dannose per l’ambiente.
Posizione questa che Potočnik ha caldeggiato al World Resources Forum di Davos (cfr: “A Davos sotto accusa l’uso intensivo e inefficiente delle risorse”, a pag. 62 di questo stesso numero).

Mentre in sede di presentazione della Roadmap, il Commissario UE per l’Ambiente ha osservato che, pur essendo questa “la strada giusta da percorrere”, la politica fiscale è nelle mani degli Stati membri.
La tabella di marcia raccomanda di adottare un approccio integrato che contempli interventi in svariati settori strategici a livello europeo e nazionale e che si concentri sulle risorse sottoposte a maggiore pressione. Si potrà far ciò per via legislativa, con strumenti di mercato, riorientando gli strumenti di finanziamento esistenti e promuovendo la produzione e il consumo sostenibili, come il marchio Ecolabel (il sistema volontario per promuovere prodotti che soddisfano determinati criteri ambientali) e le politiche di Green Public Procurement (GPP), che permettono di inserire considerazioni ambientali nei Bandi di gara per acquisti di prodotti ed appalti di servizi da parte della Pubblica Amministrazione.

Comunque, fa sapere la Commissione UE, entro il 2013 saranno elaborati obiettivi e indicatori chiari che offrano a tutti prevedibilità e trasparenza, mediante un processo partecipativo che coinvolga decisori politici, esperti, ONG, imprese e consumatori.

La Comunicazione sottolinea altresì l’importanza di una gestione più efficace delle risorse naturali su cui poggia la nostra economia. La pressione su risorse quali la biodiversità, il suolo e il clima è in costante aumento e qualora non riuscissimo a raggiungere gli obiettivi prefissati potremmo non scongiurare un esito fatale.
In base ai dati riferiti da Bruxelles, ogni cittadino dell’UE consuma 16 tonn. di materiali l’anno. Di queste, 6 tonn. diventano spazzatura, finendo per la metà nelle discariche. La domanda mondiale di cibo, mangimi e fibre potrebbe aumentare del 70% al 2050, ma il 60% dei principali ecosistemi della Terra, che aiutano a produrre queste risorse, sono già degradati o sono sovrasfruttati.
Perciò bisogna impiegare materiali nuovi, più leggeri, rinnovabili, riciclabili, cambiando anche abitudini e stili di vita.

Secondo la Commissione UE le aree prioritarie di intervento sono:
– Alimentazione e spreco di cibo, comparto dal quale deriva il 17% delle emissioni dirette di gas serra dell’UE e il 28% di quelle per l’uso dei materiali;
– Edilizia e costruzioni, settore da cui potrebbe derivare, attraverso miglioramenti costruttivi e di materiali, una riduzione di circa il 35% delle emissioni dirette, oltre il 50% di quelle da materiali impiegati e il 42% dei consumi finali di energia;
– Trasporti e mobilità, che partecipa per oltre 1/4 alle emissioni totali di CO2, di cui ben il 70% è attribuibile alla mobilità delle persone e che deve, quindi, puntare su servizi efficienti e moderni, sia per i passeggeri che per le merci.

Il Commissario Potočnik, intervenendo qualche giorno dopo la presentazione della Roadmap al Convegno del WWF “Resources Unlimited? Moving to a resource-efficient economy” a Bruxelles, ha concluso il suo intervento con: “Il mio messaggio chiave per voi oggi è che nonostante le risorse naturali siano state sfruttate in modo insostenibile per decenni, nonostante noi dobbiamo ora affrontare le conseguenze di questo disinvolto uso, privo di preoccupazione, di qualche generazione, sono fermamente convinto che non è troppo tardi per aprire gli occhi, svegliarsi e garantire alle generazioni future l’accesso a tutte le risorse (acqua da bere, suolo, legname, aria pulita ecc.) di cui noi stiamo godendo”.
“Mettere l’Europa sulla strada dell’efficienza delle risorse non è un lusso in questi tempi di traballante economia, bensì una assoluta necessità – gli ha fatto eco Tony Long, Direttore dell’Ufficio Politiche Europee del WWF – L’economia dei Paesi europei non può far altro che intraprendere una trasformazione economica se si vuol far girare nuovamente i motori della crescita”.

Ora, come sempre avviene, le svariate azioni e misure indicate nella tabella di marcia vanno ora tradotte nella pratica. La Commissione, perciò, preparerà le opportune proposte strategiche e legislative per attuarle, ma anche gli Stati membri dovranno fare la loro parte, adottando nuove misure per improntare all’efficienza il comportamento delle imprese e dei consumatori.

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