Il dato si evidenzia dall’indagine sui comportamenti dei consumatori, commissionata dalla Commissione UE al fine di supportare il progetto pilota per dar vita ad un mercato unico dei prodotti “verdi”.
Con la Comunicazione “Costruire il mercato unico dei prodotti verdi” e la Raccomandazione sull’Uso di metodologie comuni per misurare e comunicare le prestazioni nel corso del ciclo di vita dei prodotti e delle organizzazioni”, adottate in aprile, la Commissione UE ha lanciato un progetto pilota in cui i principali operatori del settore svilupperanno metodi migliori per misurare l’impatto ambientale dei prodotti, al fine di elaborare informazioni ambientali comparabili ed affidabili, dando fiducia ai consumatori, alle imprese, agli investitori e ad altri soggetti.
Le aziende che desiderano mettere in evidenza le caratteristiche ambientali dei propri prodotti, infatti, devono affrontare numerosi ostacoli e fare i conti con numerosi metodi promossi a livello pubblico e privato, con conseguente moltiplicazione dei costi per la fornitura di informazioni ambientali. Al contempo, i consumatori sono confusi dalla moltitudine di marchi e informazioni, che rende difficile la comparazione dei prodotti. Una migliore comprensione del comportamento e delle attitudini dei consumatori è, perciò, un elemento chiave per una corretta attuazione di questa nuova iniziativa politica.
Stando all’indagine “Building the single market for green products” (Opinioni degli europei riguardo alla costruzione del mercato unico dei prodotti verdi), effettuata da EUROBAROMETER e pubblicata il 5 luglio 2013, la maggior parte degli europei sarebbe pronta a modificare le proprie abitudini di consumo acquistando prodotti più “verdi” (77%), ma molti sono convinti di non essere sufficientemente informati e non si fidano delle argomentazioni ambientali dei produttori (55%).
“È evidente che tutti vorremmo avere più prodotti “verdi” sugli scaffali dei negozi, ma il sondaggio mostra che la maggior parte di noi è confusa dalle argomentazioni ambientali e non si fida. Non è una bella situazione, né per i consumatori né per le aziende che si sforzano seriamente di fare qualcosa per l’ambiente – ha dichiarato il Commissario per l’Ambiente Janez Potočnik – Stiamo cooperando con le aziende e le altre parti interessate per elaborare le informazioni credibili che i consumatori cercano al momento dell’acquisto. Ciò contribuirà a sviluppare i mercati e offrirà nuove opportunità di innovazione e investimento nell’economia verde”.
La stragrande maggioranza dei cittadini UE pensa che acquistare prodotti rispettosi dell’ambiente possa portare vantaggi reali per l’ambiente (l’89%) e che tali prodotti siano efficaci tanto quanto quelli normali (il 74%). La fiducia nel fatto che i prodotti contrassegnati come rispettosi dell’ambiente siano effettivamente meno dannosi è più alta in Portogallo (84%), Malta (82%), Francia (81%) e Belgio (81%). I consumatori sono invece molto più scettici in Germania (44%), Romania (46%) e nei Paesi Bassi (47%).
Poco più della metà dei cittadini UE crede in linea generale alle dichiarazioni dei produttori riguardo alle proprietà ecologiche dei loro prodotti (il 52%), ma la maggioranza degli europei non si fida delle informazioni fornite dalle aziende sul proprio “profilo verde” (il 54%). I Paesi UE i cui cittadini sono maggiormente propensi a pensare di essere incappati in dichiarazioni esagerate o ingannevoli sono la Romania (40%), la Bulgaria (40%), la Grecia (39%) e la Lettonia (37%). Tale convinzione è invece meno diffusa a Malta (17%) e in Estonia (20%). I cittadini UE sono peraltro convinti sostenitori della necessità di obbligare le aziende a pubblicare relazioni sul proprio profilo ambientale complessivo e sulle caratteristiche ambientali dei loro prodotti (69%).
Due terzi dei cittadini UE (il 66%) sarebbero disposti a pagare di più un prodotto se la garanzia fosse estesa a 5 anni. Oltre nove intervistati su dieci pensano, inoltre, che dovrebbe essere indicata la durata di vita dei prodotti (il 92%). Quasi la metà degli intervistati negli ultimi 12 mesi ha deciso di non fare riparare un prodotto difettoso a causa dei costi troppo elevati (47%).
Una quota considerevole degli intervistati ritiene pericoloso consumare prodotti alimentari dopo la data indicata nella dicitura “Da consumarsi preferibilmente entro il…” (45%). Ne consegue che grosse quantità di alimenti commestibili vengono sprecati e gettati ogni giorno. Oltre tre quarti dei cittadini di Svezia (81%), Austria (77%) e Regno Unito (77%) sono convinti che sia invece sicuro consumare gli alimenti anche dopo la data di scadenza indicata, opinione condivisa da meno di un cittadino su cinque in Romania (14%) e in Lituania (17%).
I comportamenti degli Italiani non si discostano da quelli della maggior parte degli europei, se non in due situazioni:
– non compra spesso prodotti ecologici (solo il 17% fa acquisti ecologici con continuità, contro una media UE del 26%);
– pensa che non sia sicuro consumare prodotti alimentari dopo la data di scadenza indicata in etichetta (il 67%, contro il 45% degli europei).