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ICity Rank 2020: la classifica delle città più digitali d’Italia

La IX edizione di ICity Rank, la ricerca di Forum PA che sulla base di indicatori urbani stila la classifica delle città italiane più intelligenti, nell’impossibilità di cogliere quest’anno per effetto delle restrizioni connesse alle misure di contenimento del Covid-19 tutte le tradizionali dimensioni, ha limitato la sua analisi alla trasformazione digitale con gli 8 indicatori settoriali, aggiornati al 2020.

In occasione di Forum PA Città, l’evento digitale svoltosi il 16 dicembre 2020 con la collaborazione di EnelX, è stato presentato l’annuale Rapporto ICity Rank 2020 di FPA,  la società di servizi e consulenza del Gruppo Digital360, che fotografa la situazione di 107 Comuni capoluogo nel percorso per diventare intelligenti e sostenibili, ovvero più vicine ai bisogni dei cittadini, più inclusive, più vivibili, capaci di introdurre innovazioni e promuovere sviluppo adattandosi ai cambiamenti in atto.

FPA solitamente individuava e analizzava 6 dimensioni urbane interessate da processi di innovazione (solidità economicamobilità sostenibiletutela ambientalequalità socialecapacità di governo e trasformazione digitale) che consentivano con oltre 100 indicatori (basati su più di 250 variabili) di stilare la classifica finale ICity Rank.

Per un 2020 “eccezionale” sotto tutti i punti di vista, il tradizionale impianto non era più appropriato a leggere le dinamiche che hanno interessato le città che sono primariamente i luoghi dell’incontro e dello scambio: la pandemia da Covid-19, e le conseguenti misure di contenimento e limitazione della mobilità e delle relazioni sociali, le hanno colpite in modo particolarmente intenso. Allo stesso tempo, è diventato evidente quanto sia fondamentale poter svolgere on line le attività quotidiane (dallo smart working alla didattica a distanza, dal commercio on line all’accesso remoto ai servizi pubblici e privati) e quanto siano importanti gli strumenti per il monitoraggio digitale dei servizi e delle attività urbane (indicatori di mobilità, sensori di assembramento, ecc.).

Per cui la trasformazione digitale è stata scelta come unica dimensione da analizzare, con gli 8 indicatori settoriali, aggiornati al 2020.
1. Servizi on line: presenza e livello di fruizione dei servizi on line (Anagrafici, Scuola, Edilizia, SUAP, Tasse, ecc).
2. APP municipali gratuite: settori (Cultura/turismo, Mobilità, Rifiuti, Giovani, Istituzionale, Sicurezza) per i quali risultano attive applicazioni per dispositivi mobile quali smartphone, palmari e tablet e relativa comunicazione.
3. Adozione piattaforme abilitanti: SPID, transazioni PagoPa, subentro ANPR.
4. Social PA: presenza, engagement rate, produttività dei contenuti su Facebook, Twitter e Youtube.
5. Open Data: numero di dataset liberati in assoluto e in formati interoperabili.
6. Trasparenza: Bussola trasparenza, Comunicazione a IPA transizione al digitale.
7. WIFI pubblico: presenza reti pubbliche, qualità comunicazione siti comunali, inserimento reti.
8. IOT e tecnologie di rete: soluzioni tecnologiche avanzate presenti negli impianti semaforici, nell’illuminazione pubblica e nella raccolta dei rifiuti.

La media aritmetica di questi 8 indicatori settoriali, ha permesso di costruire il ranking delle città più digitali d’Italia.

Rating
Dalla ricerca emerge che:
10 città hanno un livello di digitalizzazione “molto avanzato”: Firenze, Bologna, Milano, Roma Capitale, Modena, Bergamo, Torino, Trento, Cagliari e Venezia;
15 città hanno un livello di digitalizzazione “avanzato”: ParmaReggio EmiliaPalermoPaviaBresciaGenovaLecceCremonaPratoBariPisa
VeronaVicenza, Bolzano e Forlì.
23 città hanno un livello “discretoRiminiMantovaLivornoMonzaPiacenzaSienaRavenna
TrevisoUdinePerugiaLa SpeziaNapoliFerraraNovaraPordenonePadovaTriesteLodiArezzo
PesaroAnconaVerbania, Lecco.
24 capoluoghi raggiungono un livello “intermedio
– e altri 27 hanno una digitalizzazione solo “avviata”.
8 città, quasi tutte del Sud, mostrano “ritardi critici”: TarantoAvellinoCasertaCarboniaNuoroEnnaChieti e, ultima, Agrigento.

Il processo di trasformazione digitale delle città italiane e delle loro amministrazioni non si è arrestato in questo anno terribile, anzi per molti versi ha ricevuto un’accelerazione che ha consentito di superare resistenze organizzative e culturali – ha affermato Gianni Dominici, Direttore generale di FPA – Spesso sono state proprio le innovazioni digitali a consentire di gestire situazioni critiche limitandone l’impatto e favorendo risposte fondate sulla partecipazione di cittadini e associazioni. Chi si trovava già a uno stadio avanzato, come le città metropolitane e molti comuni del Nord, ha confermato i progressi, ma arrivano segnali confortanti anche da aree meno mature dal punto di vista digitale, con quattro città del Sud che hanno segnato notevoli passi avanti, entrando nelle prime venti classificate”.

Graduatoria complessiva
La graduatoria complessiva vede in cima Firenze con un punteggio di 872 nell’indice di trasformazione digitale, grazie al primato ottenuto su app municipali, open data, trasparenza, wifi pubblico e ottimi posizionamenti in quasi tutti gli indicatori.
Al secondo posto c’è Bologna, con un punteggio di 866, grazie al posizionamento di vertice per app municipali (a pari merito), piattaforme abilitanti, social media. 
Milano, è terza con 855 punti, distinguendosi in particolare per piattaforme digitali, open data e trasparenza, ma anche per una buona disponibilità di wifi pubblico.
Roma in quarta posizione, ha il primato per servizi pubblici online e un ottimo posizionamento anche su piattaforme abilitanti e app municipali.
Modena di distingue per app municipali e IoT, ma si posiziona bene anche nelle piattaforme abilitanti e wifi pubblico.

Le graduatorie settoriali
Guardando i singoli indicatori che compongono l’indagine, Pisa si distingue per il secondo posto nella graduatoria dei servizi online (subito dopo Roma); Trento guadagna il primato nelle app municipali (congiunto con Bologna. Firenze e Modena); Cremona è la prima città d’Italia nelle piattaforme digitali (insieme a Bologna e Milano); Palermo è al top per disponibilità di open data (insieme a Firenze e Milano); Bergamo e Venezia sono al secondo posto per wifi pubblicoBolzano e Mantova evidenziano i migliori risultati nell’IoT e tecnologie di rete; mentre nella graduatoria della trasparenza si collocano al vertice congiuntamente BariBeneventoCatanzaroLatinaNovaraPadova Trento, oltre che Milano e Firenze.

Il primato delle Metropoli
Sono città metropolitane 7 delle prime 10 classificate e altre tre si collocano tra le prime 20. Le città di maggiori dimensioni evidenziano una marcia in più in termini di risorse finanziarie e di competenze gestionali disponibili o reperibili per la trasformazione digitale. Nell’emergenza le metropoli hanno dimostrato di saperle utilizzare accelerando processi di trasformazione digitale che, in molti casi, erano già in corso.

Le eccellenze del Mezzogiorno
Resta ancora ampio il divario fra Nord e Sud del paese nei processi di trasformazione digitale: due terzi dei capoluoghi meridionali si collocano nel terzo più basso della graduatoria. Ma ci sono diverse eccezioni che confermano come l’innovazione possa svilupparsi anche in contesti caratterizzati da livelli relativamente meno elevati di ricchezza e crescita economica. Cagliari, con il 9° posto in classifica, è la prima città del Sud, ma si segnalano anche Palermo (13°), Lecce (17°) e Bari (20°).

La reazione di chi ha sofferto
Si evidenzia una “reazione digitale” di chi ha sofferto di più nell’emergenza Covid-19. Cinque tra le prime 7 città per incremento di decessi si collocano nelle prime 30 posizioni della graduatoria. A Cremona (18° posto in classifica) il numero dei decessi tra febbraio e agosto ha superato dell’85% la media dei cinque anni precedenti, a fronte della media tra i capoluoghi del 10,1%; a Bergamo (6° posto) è aumentato dell’82,7%, a Piacenza (30° posto) del 73%, a Brescia (15° posto) del 53,7%, a Parma (11° posto) del 49%. Queste e altre città intermedie duramente colpite dalla pandemia hanno saputo proseguire il percorso di trasformazione digitale utilizzando gli strumenti che avevano costruito negli scorsi anni e introducendone di nuovi.

“La spinta digitale per effetto dell’emergenza ha investito anche le città – ha commentato Andrea Rangone, Presidente di Digital360 – Se nella digitalizzazione delle attività amministrative e nel rapporto con i cittadini il processo di innovazione appare ben avviato, nell’implementazione e interconnessione delle reti intelligenti siamo ancora ad una fase iniziale. Le risorse disponibili nel Recovery Fund rappresentano una grande opportunità da cogliere per adottare un piano di trasformazione tecnologica delle città”.

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