La FAO anticipa il Rapporto SOFO 2012.
In occasione di “RIO +20”, come a indicare che le foreste hanno un ruolo importante da svolgere nella transizione verso una nuova e più verde economia, la FAO (Food and Agriculture Organization) ha presentato il 18 giugno 2012 il Rapporto “Lo Stato delle Foreste del Mondo” (The State of the World’s Forests – SOFO 2012).
Per stimolare questo cambiamento, avverte la FAO, i Governi devono attuare programmi e politiche volti sia a sbloccare il potenziale delle foreste sia a garantire una loro gestione più sostenibile, in grado di dare un contributo significativo per affrontare molte delle sfide cruciali in discussione alla Conferenza sullo Sviluppo Sostenibile, compresa la riduzione della povertà e la fame, attenuando gli impatti dei cambiamenti climatici e creando fonti alternative e più sostenibili di prodotti biologici e bio-energia per l’uso umano.
“Le foreste e gli alberi delle aziende agricole sono una fonte diretta di cibo, energia, e reddito per oltre un miliardo di persone, tra le più povere del mondo – ha dichiarato il Vice Direttore generale per le foreste della FAO Eduardo Rojas-Briales – Allo stesso tempo, le foreste catturano il carbonio e limitano gli effetti dei cambiamenti climatici, mantengono la salute delle acque e dei suoli e prevengono la desertificazione. La gestione sostenibile delle foreste offre molteplici vantaggi: con i giusti programmi e politiche, il settore può aprire la strada verso le economie verdi più sostenibili”.
Secondo il Rapporto della FAO, gli investimenti nelle imprese del legno possono generare posti di lavoro, creare attività e contribuire al rilancio della vita di milioni di persone che vivono nelle zone rurali. Sono circa 350 milioni le persone più povere del mondo, tra cui 60 milioni di indigeni, che dipendono dalle foreste per la loro sussistenza quotidiana e la sopravvivenza a lungo termine. Le attività agroforestali possono, in alcuni casi, contribuire fino al 40% del reddito agricolo attraverso la raccolta di legno, frutta, essenze e piante medicinali.
Nonostante a volte abbia una cattiva reputazione a causa delle preoccupazioni per la deforestazione, i prodotti in legno – se provenienti da ben gestite operazioni forestali – sono in grado di stoccare il carbonio e possono essere facilmente riciclati. Le industrie forestali di tutto il mondo stanno innovando prodotti competitivi e processi nuovi per sostituire materiali non rinnovabili, aprendo così a percorsi verso la bio-economia a bassa emissione di carbonio. La promozione di una industria forestale sostenibile offre l’occasione per migliorare le economie rurali, conseguendo al contempo gli obiettivi della sostenibilità.
Pur indicando che il valore delle esportazioni di prodotti forestali è più che raddoppiato tra il 2002 e il 2010 in alcune zone, il Rapporto sottolinea che occorre prestare maggior attenzione a promuovere la creazione di piccole e medie imprese forestali di comunità locali.
Nel Rapporto FAO si sostiene, inoltre, che la silvicoltura sostenibile offre una fonte rinnovabile di energia alternativa.
“Bruciare legna è il più antico metodo con cui gli esseri umani acquisiscono energia, ma non è obsoleto – ha osservato Rojas-Briales – Oggi, l’energia da legno è ancora la principale fonte energetica per oltre un terzo della popolazione mondiale, in particolare per i poveri. E dal momento che la ricerca di fonti energetiche rinnovabili si sta intensificando, non dobbiamo trascurare le considerevoli opportunità delle biomasse come alternativa energetica più pulita e più verde”.
Secondo il SOFO 2012 l’energia dal legno è in grado di offrire una soluzione climate-neutral e socialmente equa, se il legno usato viene raccolto da foreste gestite in modo sostenibile, bruciato con tecnologie appropriate, e praticata in combinazione con programmi di riforestazione e gestione forestale sostenibile.
Incrementare l’utilizzo di energie rinnovabili, compresi i combustibili a base di legno, rispetto ai combustibili fossili può essere una delle componenti più importanti di una transizione globale verso economie a basse emissioni di carbonio. Inoltre, la produzione di energia sostenibile dal legno è in grado di creare occupazione locale e può essere utilizzato per reindirizzare le spese dai combustibili fossili importati agli investimenti in fonti nazionali di energia, con benefici in termine di occupazione e reddito.
Tuttavia, avverte la FAO, in questo modo si richiede particolare attenzione ai modelli esistenti di dipendenza energetica del legno, all’uso di pratiche sostenibili di gestione forestale nella raccolta e messa a dimora di alberi, e all’adozione di tecnologie efficienti per la conversione della biomassa in calore e cogenerazione (calore/elettricità).
Per mettere le foreste al centro di una nuova economia verde saranno necessari, in primo luogo, politiche e programmi che incentivino gli imprenditori a perseguire l’utilizzo sostenibile delle risorse forestali. Ciò include “la rimozione degli incentivi perversi che provocano la deforestazione, il degrado e la conversione delle foreste ad altri usi, nonché quelli che promuovono l’uso di materie prime non rinnovabili come l’acciaio, il cemento, la plastica o le energie fossili che competono con il legno e il bambù”.
Anche la creazione di flussi di reddito appropriati per i servizi degli ecosistemi forestali, quali il sequestro di carbonio, può incoraggiare i proprietari terrieri e i gestori delle risorse forestali a proteggere e ripristinare le foreste. Sistemi aperti e decentralizzati di gestione, tra cui la trasformazione industriale e la fornitura di energia, può contribuire a promuovere l’efficienza e la trasparenza e offrire una gamma diversificata di opportunità per gli imprenditori locali.