Green economy Sostenibilità

Fertilizzanti e transizione verde: abbiamo un problema!

Un nuovo studio evidenzia che la domanda globale di zolfo sotto forma di acido solforico, che viene attualmente prodotto per oltre l’80% dalla desolforazione di petrolio e gas, passerà da 246 a 400 milioni di tonnellate entro il 2040, ma al contempo la decarbonizzazione dell’economia globale ridurrà significativamente la produzione di combustibili fossili e, di conseguenza, diminuirà la produzione di zolfo di scarto, con conseguente aumento dei costi dei fertilizzanti e dei metalli essenziali per la transizione verde.

Una prevista carenza di acido solforico, sostanza chimica cruciale nella nostra moderna società industriale, potrebbe compromettere il progresso della tecnologia verde e minacciare la sicurezza alimentare globale.

È l’ammonimento contenuto già nel titolo dello Studio, “Sulfur: A potential resource crisis that could stifle green technology and threaten food security as the world decarbonises”, condotto da ricercatori dell’University College London (UCL) e pubblicato il 21 agosto sulla rivista The Geographical Journal della Royal Geographical Society, che evidenzia come la domanda globale di acido solforico sia destinata ad aumentare in modo significativo da 246 a 400 milioni di tonnellate entro il 2040, sia per effetto della maggiore intensità agricola che della necessaria velocità con cui il mondo dovrà decarbonizzarsi, che comporterà una carenza nella fornitura annuale compresa tra 100 e 320 milioni di tonnellate (il 40% e il 130% dell’attuale fornitura).

L’acido solforico è necessario per la produzione di fertilizzanti al fosforo che aiutano a nutrire il mondo e per estrarre metalli rari dai minerali essenziali per la rapida transizione verso l’economia verde, come il cobalto e il nichel utilizzati nelle batterie agli ioni di Litio.

Attualmente, oltre l’80% della fornitura globale di zolfo deriva dalla desolforazione del petrolio greggio e del gas naturale per ridurre le emissioni di biossido di zolfo che causano le piogge acide. Tuttavia, la decarbonizzazione dell’economia globale per far fronte ai cambiamenti climatici ridurrà significativamente la produzione di combustibili fossili e, di conseguenza, la fornitura di zolfo.

Lo studio è il primo a identificare questo importante problema. Gli autori suggeriscono che, a meno che non venga intrapresa un’azione per ridurre la necessità di questa sostanza chimica, sarà necessario un massiccio aumento dell’estrazione mineraria dannosa per l’ambiente per soddisfare la conseguente domanda della risorsa.

In passato si sono verificate carenze di zolfo, ma ciò che rende diverso questo caso è che la fonte dell’elemento si sta allontanando dall’essere un prodotto di scarto dell’industria dei combustibili fossili – ha affermato Mark Maslin, Professore di Scienza del Sistema Terra al Dipartimento di Geografia dell’ UCL, e principale autore dello Studio – Quello che prevediamo è che quando le forniture di questa forma di zolfo economica, abbondante e facilmente accessibile si esauriranno, la domanda potrebbe essere soddisfatta da un massiccio aumento dell’estrazione diretta di zolfo elementare che sarà comunque sporco e tossico, distruttivo e costoso. Sono urgentemente necessarie ricerche per sviluppare metodi a basso costo e basso impatto ambientale per estrarre grandi quantità di zolfo elementare dagli abbondanti depositi di minerali solfati nella crosta terrestre. La comunità internazionale dovrebbe considerare di sostenere e regolamentare l’estrazione di zolfo per ridurre al minimo gli impatti della transizione e anche per evitare che una produzione non etica a basso costo distorca il mercato“.

Confronto tra l’offerta globale passata di zolfo e il costo per tonnellata corretto in dollari USA del 1998 con annotazioni che spiegano le diverse fasi di produzione e il costo complessivo dello zolfo che viene prodotto da un processo chimico che ha costi significativi per la gestione e lo smaltimento sicuri.

Per determinare i loro risultati, i ricercatori hanno stimato tre scenari di domanda di acido solforico dal 2021 al 2040, sulla base della domanda storica e prevista, con tassi di crescita annuali che vanno dall’1,8% al 2,4%, e hanno anche esplorato diversi modi con cui la domanda di zolfo potrebbe essere ridotta come parte della transizione verso economie di combustibili post-fossili, incluso il riciclaggio del fosforo nelle acque reflue per l’industria dei fertilizzanti, aumentando il riciclaggio delle batterie al litio o utilizzando una minore capacità energetica/ batterie in rapporto al rapporto peso, in quanto richiedono meno zolfo per la loro produzione.

Inoltre, gli autori si sono posti il problema se abbia senso economico investire in metodi di produzione alternativi, dato che al momento non è possibile prevedere quanto velocemente la fornitura di zolfo come prodotto di scarto della desolforazione di petrolio e gas diminuirà, dal momento che la decarbonizzazione dell’economia globale è solo agli inizi.

La nostra preoccupazione è che l’offerta in diminuzione potrebbe portare a un periodo di transizione in cui la tecnologia verde superi l’industria dei fertilizzanti per la fornitura limitata e più costosa di zolfo – ha aggiunto Simon Day dell’Istituto per la Riduzione dei Rischi e dei Disastri dell’UCL e co-autore dello Studio – Ciò determinerebbe un problema con la produzione alimentare, in particolare nei paesi in via di sviluppo“.

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