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Europa sostenibile: il documento di riflessione della Commissione UE

Verso una Europa sostenibile al 2030, è il documento di riflessione con cui la Commissione UE indica le basi strategiche fondamentali per una transizione verso la sostenibilità (economia circolare; correzione degli squilibri del nostro sistema alimentare; edifici efficienti; mobilità net zero), ma anche le misure che gli Stati membri possono implementare affinché sia giusta e non lasci indietro nessuno.

A seguito dell’adozione nel settembre 2015 da parte dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile da raggiungere entro il 2030, la Commissione UE aveva adottato il 22 novembre 2016 la ComunicazioneLe prossime tappe per un futuro europeo sostenibile”.

Nella Comunicazione erano illustrate le principali politiche dell’UE per ciascuno dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile, e in che modo le 10 priorità della Commissione per il periodo 2014-2019 potessero contribuire anche all’Agenda globale 2030.

Inoltre, era annunciato il lancio di una piattaforma multipartecipativa ad alto livello, che doveva svolgere un ruolo di sollecitazione e di scambio delle migliori pratiche in materia di attuazione degli obiettivi, in relazione anche all’Accordo di Parigi sui Cambiamenti Climatici, intervenuto nel frattempo.

Ora la Commissione ha pubblicato un Documento di riflessione dal titolo “Verso una Europa sostenibile entro il 2030”, accompagnato da una serie dettagliata di allegati che esaminano le prestazioni e le recenti misure adottate dall’UE in relazione agli obiettivi di sviluppo sostenibile:
Il contributo della Commissione Juncker agli obiettivi di sviluppo sostenibile;
Prestazione dell’UE per quanto riguarda gli obiettivi di sviluppo sostenibile;
Contributo della piattaforma multipartecipativa sugli OSS al documento di riflessione.

Il Documento di riflessione intende orientare la discussione su come conseguire al meglio gli Obiettivi e sul modo migliore in cui l’Unione europea possa apportare il suo contribuito entro il 2030. Sulla base di quanto è stato fatto negli ultimi anni, gli scenari proposti evidenziano la necessità di attuare ulteriori misure se l’UE e il mondo vogliono assicurare un futuro sostenibile nell’interesse del benessere dei cittadini.

Lo sviluppo sostenibile ha la sua origine e i suoi limiti nelle persone, il suo fine è rendere la nostra economia e la nostra società sostenibili e prospere allo stesso tempo – ha sottolineato Frans Timmermans, primo Vicepresidente della Commissione UE e Presidente della piattaforma multipartecipativa – Ci consente di difendere il nostro modo di vivere e di migliorare le prospettive di benessere dei nostri figli e nipoti per quanto riguarda la parità, un ambiente naturale sano e un’economia prospera, verde e inclusiva. Il nostro compito consiste nel salvaguardare il nostro pianeta a vantaggio di tutti. L’Europa può e deve fare da guida lungo questo cammino”.

Il documento si concentra sulle fondamentali basi strategiche su cui basare la transizione verso la sostenibilità, che comprendono:
– il passaggio da un’economia lineare a un’economia circolare;
– la correzione degli squilibri nel nostro sistema alimentare;
– l’energia del futuro;
– gli edifici;
– la mobilità.

Secondo la Commissione UE, l’economia circolare è in grado di generare in Europa: benefici economici netti di 1.800 miliardi di euro entro il 2030; creare oltre 1 milione di nuovi posti di lavoro in tutta l’UE entro il 2030; svolgere un ruolo centrale nella riduzione delle emissioni di gas a effetto serra.

Per quanto riguarda il sistema alimentare, la Commissione UE osserva che questo continua a mettere sotto pressione il nostro ambiente e, contemporaneamente, il 20 % del nostro cibo viene buttato. Un sistema agro-alimentare sostenibile potrebbe: creare 200 milioni di posti di lavoro entro il 2050; fornire cibo nutriente a una popolazione mondiale in aumento; generare redditi più elevati; contribuire a ripristinare le risorse naturali; ridurre le emissioni di gas a effetto serra; essere molto più resiliente rispetto ai rischi climatici.

L’UE è uno dei leader mondiali, ma si deve fare di più per promuovere le energie rinnovabili, l’efficienza energetica degli edifici e i trasporti neutri dal punto di vista del clima. Gli edifici, ad esempio, sono responsabili di circa il 40 % del consumo energetico e i trasporti rappresentano il 27 % delle emissioni di gas a effetto serra in Europa. L’energia pulita è un’opportunità per la crescita e l’occupazione: possono essere creati 900 000 posti di lavoro nel settore delle tecnologie per le energie rinnovabili entro il 2030, mobilitando investimenti pubblici e privati; l’UE può risparmiare 300 miliardi di euro diminuendo la sua dipendenza dai combustibili fossili.

L’evoluzione tecnologica, strutturale e demografica in un mondo sempre più interconnesso sta trasformando la natura del lavoro. In linea con il modello di protezione sociale dell’UE, la Commissione sottolinea che la transizione deve essere equa per non lasciare indietro nessuno.

Come abbiamo già osservato quello della Giusta Transizione sarà il tema dirimente per il conseguimento degli OSS  come pure per l’obiettivo dell’Accordo di Parigi.

Secondo la Commissione, la transizione verso la sostenibilità si deve concentrare sugli attivatori orizzontali:

Istruzione, scienza, tecnologia, ricerca e innovazione e digitalizzazione: ad esempio, l’intelligenza artificiale applicata all’economia circolare su larga scala potrebbe far aumentare la produttività in molti settori e ridurre gli sprechi.

Finanza, fissazione dei prezzi, fiscalità e concorrenza: il piano di investimenti per l’Europa può mobilitare parte delle risorse necessarie per una transizione sostenibile, e il piano d’azione sulla finanza sostenibile contribuirà a indirizzare la finanza su un percorso sostenibile. I sistemi fiscali e di fissazione dei prezzi devono essere concepiti in modo da rispecchiare i reali costi ambientali e sociali della produzione e garantire che i prodotti e i servizi sostenibili diventino anche quelli più economici.

Responsabilità sociale delle imprese: la creazione di imprese responsabili dal punto di vista sociale e ambientale può determinare una crescita e profitti più sostenibili, nuove opportunità di mercato e valore a lungo termine per gli azionisti.

Commercio aperto e fondato su regole: promuovendo regole internazionali e norme globali in linea con gli OSS e facendo in modo che tutti possano beneficiare del commercio possiamo contribuire a realizzare un’Europa sostenibile in un mondo sostenibile.

Governance e coerenza delle politiche: Stato di diritto, democrazia e diritti fondamentali; pace, giustizia e istituzioni forti; i principi di buona governance e di migliore regolamentazione sono le fondamenta su cui costruiamo. È necessario coinvolgere tutti gli attori: singoli cittadini, imprese, società civile e settore pubblico.

L’UE pioniera a livello mondiale: l’UE, in quanto progetto di pace più riuscito al mondo e all’origine di molte delle soluzioni più complete in materia di sostenibilità, gode della credibilità necessaria e dispone delle soluzioni pratiche necessarie per la crescita sostenibile.

La sostenibilità è nel DNA europeo – ha commentato a sua volta Jyrki Katainen, Vicepresidente responsabile per l’Occupazione, la crescita, gli investimenti e la competitività – Si tratta di fare in modo che le generazioni future godano di opportunità pari alle nostre o anche migliori, nel rispetto delle limitate risorse del nostro pianeta. Il piano di investimenti per l’Europa contribuisce a coinvolgere il settore privato e il piano d’azione per una finanza sostenibile facilita la creazione di un nuovo mercato per gli investimenti sostenibili. Modernizzando le nostre società in modo inclusivo, integrando pienamente l’economia circolare e sfruttando i vantaggi delle nuove tecnologie, come l’intelligenza artificiale, possiamo perseguire la neutralità climatica e consegnare ai nostri figli un pianeta in condizioni migliori”.

 

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