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Emissioni in UE: la ripresa economica le ha spinte in alto

L’Agenzia Europea dell’Ambiente (AEA) ha pubblicato l’annuale Comunicazione inviata al Segretariato della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) sulle emissioni dell’UE, da cui si evince che la ripresa economica dopo i blocchi della pandemia le ha fatto risalire nel 2021, sia per il maggior utilizzo del carbone che della maggiore domanda di trasporti, anche se proiezione a lungo termine permangono positive.

L’Agenzia Europea dell’Ambiente (AEA) ha pubblicato il 18 aprile 2023 l’annuale Rapporto Inventario dei gas ad effetto serra dell’UE e la relazione sull’inventario 2023” che deve essere presentato entro il 15 aprile di ogni anno Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC).

L’inventario delle emissioni mostra che le emissioni di gas a effetto serra dell’UE sono aumentate considerevolmente, del 6,2%, dal 2020 al 2021, ma sono rimaste a un livello inferiore rispetto a prima della pandemia. Secondo l’analisi dell’AEA, le ragioni principali dell’aumento delle emissioni dal 2020 al 2021 sono state la ripresa economica complessiva dopo i blocchi del 2020, l’aumento dell’uso di carbone nel settore energetico e l’aumento della domanda di trasporti

Fonte: AEA, 2023

Considerando l’intero periodo 1990-2021, osserva l’AEA esiste ancora una chiara tendenza a lungo termine alla riduzione delle emissioni nell’UE. Le emissioni totali nette di gas a effetto serra dei 27 Stati membri dell’UE sono diminuite di circa il 30% dal 1990 al 2021, mentre l’economia dell’UE è cresciuta del 61%.

Quasi tutti gli Stati membri dell’UE hanno ridotto le loro emissioni e hanno quindi contribuito alla performance complessiva positiva dell’UE. Anche l’Italia ha portato il suo contributo, come si evidenzia nel Rapporto dell’ISPRA, messo online il 18 aprile 2023, anche se in un solo anno (2020-2021) i valori mostrano un deciso aumento (+8.5%). La situazione, secondo l’ISPRA, sarebbe destinata a proseguire non solo nel 2022, ma anche negli anni futuri, con poco promettenti scenari al 2030, quando in base all’Effort Sharing la riduzione delle emissioni devono ridursi del 43,7% rispetto a quelle del 2005, mentre con gli attuali trend si ridurrebbero di meno del 30%.

I principali fattori che contribuiscono a livello europeo alla diminuzione a lungo termine, secondo l’AEA, ci sono: il crescente utilizzo di energie rinnovabili; la riduzione del consumo di carbone; il miglioramento dell’efficienza energetica; i cambiamenti strutturali nell’economia dell’UE; gli inverni più miti. Nonostante l’aumento del 2021, l’uso del carbone nella produzione pubblica di elettricità e calore è stato dimezzato nell’UE dal 1990. 

La maggior parte dei settori economici dell’UE ha ridotto le proprie emissioni dal 1990 al 2021 con i maggiori tagli alla produzione di elettricità e calore. Le emissioni sono aumentate nei settori dei trasporti e del raffreddamento e gli assorbimenti netti sono diminuiti nei terreni forestali a causa dell’aumento del taglio, dell’invecchiamento e del rallentamento della crescita delle foreste

Fonte: AEA, 2023

Come di consueto, entro la fine dell’anno, l’AEA pubblicherà la sua analisi annuale “Tendenze e proiezioni” sui progressi dell’UE verso i suoi obiettivi climatici ed energetici e i dati approssimativi sulle emissioni di gas a effetto serra per il 2022.

Ricordiamo che l’UE si è impegnata a ridurre almeno del 55% le emissioni nette emissioni entro il 2030 e a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050

In copertina: immagine di Marcin Jozwiak su Unsplash

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