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Emissioni di metano: quelle del settore energetico non calano

L’ultimo Global Methane Tracker 2024 dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA) che monitora l’Accordo Globale sul Metano lanciato alla COP26 di Glasgow, rileva che le emissioni di metano derivanti dall’industria dei combustibili fossili, sono rimaste nel 2023 sui livelli record, anche se prevede che dopo gli impegni assunti alla COP28 di Dubai subiranno nei prossimi anni un calo.

Le emissioni di metano correlate al settore energetico nel 2023 sono rimaste vicine ad un livello record e il 40% di queste avrebbero potuto essere evitate senza alcun costo netto. Tuttavia le politiche e le normative sostanziali annunciate negli ultimi mesi, così come i nuovi impegni derivanti dal vertice sul clima COP28 di Dubai, hanno il potenziale per ridurle presto, anche se non si sono ancora tradotte per la maggior parte in piani attuativi.

È quanto afferma l’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA) nel suo ultimo Rapporto annuale “Global Methan Tracker” che monitora, secondo l’incarico ricevuto, l’attuazione del Global Methane Pledge, l’iniziativa lanciata alla COP26 di Glasgow per tagliare le emissioni globali di metano di almeno il 30% rispetto ai livelli del 2020 entro il 2030.

Il metano è responsabile di circa il 30% dell’aumento della temperatura globale a partire dalla rivoluzione industriale, e una rapida e prolungata riduzione delle sue emissioni riduzioni rapide e prolungate delle emissioni di metano sono fondamentali per limitare il riscaldamento globale a breve termine e migliorare la qualità dell’aria. Il settore energetico – compresi petrolio, gas naturale, carbone e bioenergia – rappresenta oltre un terzo delle emissioni di metano derivanti dalle attività umane

L’aggiornamento 2024 fornisce le ultime stime delle emissioni di tutto il settore, attingendo ai dati più recenti e alle letture provenienti dai satelliti all’avanguardia che monitorano le perdite di metano, come il ManthropSAT recentemente lanciato dall’Environmental Defense Fund (EDF) e Google, sta rendendo più semplice identificarle e affrontarle, nonché i costi e le opportunità per ridurre queste emissioni, tenendo traccia degli impegni e delle politiche attuali per ridurre le emissioni di metano e i progressi verso questi obiettivi. Inoltre, il Rapporto include gli investimenti necessari per ottenere le riduzioni delle emissioni e le potenziali entrate derivanti da queste misure

L’analisi dell’IEA rileva che la produzione e l’uso di combustibili fossili hanno comportato quasi 120 milioni di tonnellate di emissioni di metano nel 2023, un piccolo aumento rispetto al 2022. Altri 10 milioni di tonnellate di emissioni di metano provenivano dalla bioenergia, principalmente dall’uso tradizionale di biomassa per attività come cucinare.

Secondo l’IEA le emissioni rimangono troppo elevate per raggiungere l’obiettivi di limitare il riscaldamento globale a 1,5 °C, obiettivo chiave dell’Accordo di Parigi.
Una riduzione del 75% delle emissioni di metano derivanti dai combustibili fossili entro il 2030 è fondamentale per impedire che il riscaldamento del pianeta raggiunga livelli pericolosi – ha affermato il Direttore esecutivo dell’IEA, Fatih Birol – Sono incoraggiato dallo slancio che abbiamo visto negli ultimi mesi, che secondo la nostra analisi potrebbe fare un’enorme e immediata differenza nella lotta mondiale contro il cambiamento climatico. Ora dobbiamo concentrarci sulla trasformazione degli impegni in azioni, continuando a puntare più in alto. Le politiche ben note e le tecnologie esistenti potrebbero ridurre sostanzialmente le emissioni di metano derivanti dai combustibili fossili. L’IEA è pronta ad aiutare il settore energetico a raggiungere i suoi obiettivi adottando queste misure, e continueremo a monitorare i progressi, parte fondamentale dei nostri sforzi più ampi per garantire che i paesi mantengano le promesse energetiche fatte alla COP28”.

Secondo il rapporto, i primi 10 Paesi emettitori sono stati responsabili di circa 80 milioni di tonnellate di emissioni di metano da combustibili fossili nel 2023, due terzi del totale globale. Gli Stati Uniti sono il maggiore emettitore di emissioni di metano da petrolio e gas, seguiti da vicino dalla Russia. La Cina è di gran lunga il maggiore produttore di emissioni di metano dal carbone.

L’insieme dei dati ha indicato un aumento sostanziale delle principali perdite di combustibili fossili nel 2023 rispetto al 2022, con oltre 5 milioni di tonnellate di emissioni, anche per effetto dell’esplosione di un pozzo esplorativo nel Kazakistan da cui sono fuoriuscite emissioni per più di 200 giorni.

Per l’Agenzia gli sforzi per ridurre le emissioni di metano accelereranno nel 2024 e successivamente, dopo gli impegni assunti alla COP28 di Dubai con l’impegno di un cambio di rotta nelle ambizioni climatiche, con quasi 200 Governi che hanno concordato di ridurre “sostanzialmente” le emissioni di metano entro il 2030, mentre al Vertice importanti iniziative normative sono state annunciate da Canada, UE e Stati Uniti, mentre 50 Compagnie Oil&Gas hanno aderito alla Global Decarbonization Alliance per ridurre su base volontaria le emissioni del settore che dovrebbero tagliare del 10-20% le emissioni, e nuovi Paesi stanno aderendo al Global Methane Pledge, tra cui l’Azerbaigian, il Paese che ospiterà la COP29.

Per l’IEA, se tutti gli impegni sul metano assunti fino ad oggi da Paesi e Imprese fossero attuati pienamente e nei tempi prefissati, sarebbero sufficiente per ridurre le emissioni di metano da combustibili fossili del 50% entro il 2030, ma la maggior parte degli impegni non è ancora supportata da piani di attuazione.

Attualmente, le emissioni di metano risultanti dai rendiconti esistenti delle Società petrolifere e del gas sono inferiori del 95% rispetto alla stima dell’IEA per il 2023, mentre i livelli di emissioni riportati dai Paesi sono inferiori di circa il 50%.

Inoltre, spiega l’Agenzia, circa il 40% delle emissioni di metano derivanti da operazioni di combustibili fossili nel 2023 avrebbero potuto essere evitate senza alcun costo netto, poiché il valore del metano catturato era superiore al costo della misura di abbattimento e la loro riduzione del 75% entro il 2030 richiederebbe una spesa di circa 170 miliardi di dollari, meno del 5% del reddito generato dall’industria dei combustibili fossili nel 2023.

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