Energia

EMBER: la crisi del gas frena l’uscita dell’UE dal carbone

Secondo il Rapporto del think-tank EMBER sulla generazione di energia elettrica dell’UE nel 2021,la produzione da fonti rinnovabili ha sostituito prevalentemente le centrali elettriche a gas piuttosto che quelle a carbone, mettendo in pericolo l’obiettivo di chiudere tutte le centrali a carbone nel 2030.

Storicamente, le energie rinnovabili in crescita in Europa hanno sostituito l’energia a carbone, il combustibile più ad alta intensità di emissioni. Tuttavia, a seguito dell’impennata dei prezzi del gas nella seconda metà del 2021, le nuove energie rinnovabili hanno invece sostituito il gas fossile. L’interruzione dell’eliminazione graduale del carbone da parte dell’UE ha rallentato la riduzione delle emissioni. Con i prezzi di mercato che indicano che la crisi del gas continuerà per almeno i prossimi due anni, gli obiettivi climatici dell’Europa potrebbero essere a rischio se i paesi non riusciranno a intensificare la diffusione delle energie rinnovabili e legiferare per chiudere le centrali a carbone

È quanto rileva EMBER (già Sandbag), think tank indipendente britannico che focalizza le sue analisi sui cambiamenti globali di generazione dell’energia elettrica, nel suo ultimo “European Electricity Review 2022”, il 6° report annuale che analizza i dati relativi alla produzione di elettricità in tutti i paesi dell’UE-27 per comprendere i progressi della regione nella transizione dai combustibili fossili all’elettricità pulita, confrontando la produzione di elettricità nel 2021 con i livelli pre-pandemia (si è scelto il 2019 come base per il confronto, essendo i dati del 2020 troppo influenzati dalla pandemia).

In precedenza, con il suo rapporto Coal 2021, pubblicato a metà dicembre 2021, l’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA) aveva rilevato come a livello globale il carbone avrebbe raggiunto nel 2021 il suo massimo storico, per effetto dei rincari del gas, mettendo in serio pericolo l’obiettivo di contenere il riscaldamento globale a 1,5 °C.

La crisi del gas ha segnato un cambio di paradigma per la transizione elettrica dell’UE – ha affermato Charles Moore, autore principale del Rapporto e responsabile del Programma europeo di EMBER – È necessario agire per garantire che l’eliminazione graduale del carbone in Europa rimanga sulla giusta traiettoria. La legislazione è l’unico modo per garantire la chiusura delle centrali a carbone entro il 2030; la volatilità dei prezzi del gas ha chiarito che non si può fare affidamento solo sulle forze di mercato. È un grande campanello d’allarme. Sia il carbone che il gas devono andarsene, e velocemente. I vantaggi per l’economia e il clima sono ogni giorno più evidenti. Mantenere 1,5 °C a portata di mano richiede un massiccio aumento delle energie rinnovabili per garantire che tutti i combustibili fossili siano fuori rete entro il 2035. Ora è il momento di raddoppiare gli sforzi per la la transizione dell’Europa verso l’elettricità pulita“.

Nel mese di dicembre 2021 i prezzi mensili dell’energia elettrica all’ingrosso hanno raggiunto livelli elevati, con il record in Italia (281 euro/MWh), anche per effetto della notevole dipendenza del nostro Paese dalla produzione di energia elettrica dal gas.

L’energia elettrica rinnovabile in Europa continua a crescere con una media annua di 44 TWh negli ultimi due anni. Più della metà (52%) di questa nuova generazione rinnovabile dal 2019 ha sostituito l’energia a gas e un terzo ha sostituito il nucleare, mentre solo un sesto ha sostituito il carbone. Tuttavia, in precedenza dal 2011 al 2019, oltre l’80% delle nuove energie rinnovabili aveva sostituito il carbone. Negli ultimi due anni, la produzione di carbone è diminuita solo nei paesi che hanno chiuso centrali a carbone come la Spagna (-42%) e la Grecia (-43%), ma ciò è stato per lo più compensato dagli incrementi in Polonia (+7%). L’aumento delle interruzioni nucleari e la chiusura degli impianti ha anche ridotto la diminuzione della produzione di carbone.

Secondo EMBER, tra il 2019 e il 2021, le emissioni del settore energetico dell’UE sono diminuite a meno della metà del tasso richiesto per 1,5 °C. Il passaggio dai combustibili fossili all’energia pulita non sta avvenendo abbastanza velocemente. Il carbone, il combustibile più sporco, è diminuito solo del 3% dal 2019, rispetto al 29% nei due anni precedenti. La Spagna ha ottenuto le maggiori riduzioni delle emissioni negli ultimi due anni, mentre la Polonia è stata di gran lunga il maggiore ostacolo al progresso generale, ma anche in Italiale rinnovabili non si stanno ancora espandendo abbastanza velocemente […] in particolare la crescita del solare si è stabilizzata (+7%, +2 TWh sul 2019), con una crescita assoluta più lenta della Polonia […] Gran parte di questa stagnazione è dovuta ai ritardi nell’autorizzazione dei diritti di pianificazione, il cui procedimento il governo italiano sta tentando di snellire”.

Nonostante le fake news circolanti, l'energia eolica e quella solare dell'UE hanno stabilito durante la crisi energetica della seconda metà del 2021 nuovi record mensili, tranne che a settembre. Insieme, eolico e solare hanno raggiunto un altro nuovo record nel 2021 (547 TWh), generando per la prima volta più elettricità che il gas (524 TWh), nonostante una crescita modesta dovuta alla minore velocità del vento. Il solare, in particolare, è in piena espansione sia nel nord che nel sud dell'Europa, producendo il 27% in più di energia nel 2021 rispetto al 2019, raddoppiando nel biennio nei Paesi Bassi e in Spagna.
 

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