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Dall’Accordo all’Azione: mobilitare le imprese della catena di rifornimento

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Dopo lo “storico” Accordo concordato alla Conferenza delle Nazioni Unite su Clima di Parigi (COP21) e le notizie da Davos, secondo cui per il mondo economico e finanziario i cambiamenti climatici costituiscono il rischio globale più pericoloso che potrebbe accadere nei prossimi 10 anni, aziende leader come DellUnilever e Walmart stanno definendo in quale misura le normative sul clima avranno impatto sul loro business. Tuttavia, la metà dei loro principali fornitori non ha risposto alle richieste di informazioni climatiche, ostacolando gli sforzi per comprendere e gestire il rischio climatico.

È questa la nota più preoccupante dell’ampio Studio “From Agreement to Action: Mobilizing suppliers toward a climate resilient world” sui dati climatici messi a disposizione da fornitori e clienti di grandi imprese, condotto da CDP (Carbon Disclosure Project), organizzazione no-profit indipendente che offre ad aziende e Paesi i sistemi per misurare, rilevare, gestire e condividere a livello globale informazioni riguardanti i cambiamenti climatici e le risorse idriche, con la collaborazione di BSR (Business for Social Responsability), Ong che opera con la sua rete globale di oltre 250 aziende associate per costruire un mondo equo e sostenibile.

La scienza e la politica non sono mai state così chiare nell’indicare che le emissioni di gas a effetto serra devono essere vicine allo zero il più presto possibile, non oltre la metà del secolo – ha dichiarato Paul Simpson, CEO di CDP – Le imprese hanno un ruolo vitale da svolgere nell’attuazione dell’Accordo di Parigi. Quelle che non sono in grado di farlo rischiano di essere i perdenti di questa inevitabile transizione”.

Con le catene di approvvigionamento che sono responsabili fino a più di 4 volte delle emissioni di gas ad effetto serra dell’intera operatività aziendale, c’è un considerevole rischio normativo, ma al contempo si presentano ampie opportunità per le imprese di ridurre le emissioni.

Per questo motivo, 75 multinazionali che rappresentano nell’insieme oltre 2.000 miliardi di dollari di appalti per le forniture, lavorano con CDP per reperire i dati dai loro 7.879 principali fornitori in merito alle loro emissioni e alle strategie messe in atto per contrastare il rischio climatico.
Tuttavia, hanno fornito informazioni solo 4.005 fornitori, vale a dire che il 49% non è riuscito a soddisfare le richieste dei clienti, creando un punto debole a coloro che si preparano per un mondo libero dal carbonio.

L’analisi delle risposte trasmesse dai fornitori evidenzia il livello di rischio che ora le aziende si trovano ad affrontare: quasi i tre quarti (72%) affermano che i cambiamenti climatici rappresentano rischi che potrebbero avere un impatto significativo nelle operazioni di business, sia per le entrate che per le spese, per le quali la maggioranza (64%) dei fornitori ha individuato in modo specifico, quali conseguenze più diffuse a seguito dell’introduzione delle normative sul clima, le tasse sui carburanti, sull’energia e sul carbonio.

Nonostante l’elevata percezione del rischio correlato al clima, poi, meno della metà (45%) dei fornitori che hanno collaborato si è posta l’obiettivo di ridurre le proprie emissioni e solo un terzo (34%) le ha effettivamente ridotte nell’anno di riferimento.

Dal momento che cerchiamo di stimolare le leadership aziendali verso un mondo rispettoso del clima, BSR è orgogliosa di aver collaborato con CDP nello sviluppo di questo rapporto – ha affermato Aron Cramer, Presidente Amministratore delegato di BSR – La collaborazione tra le aziende e i loro fornitori è fondamentale quando si tratta di comprendere i rischi e le opportunità legate al clima ed è la chiave per costruire catene di approvvigionamento globali inclusive, resilienti e trasparenti. Crediamo che ci sia una grande opportunità da cogliere, qualora i milioni di fornitori che non hanno ancora provveduto seguano l’esempio di coloro che l’hanno fatto. Ampliare la cerchia di coloro che relazionano potrà diffondere ulteriormente il messaggio, in modo più ampio e profondo, con un’azione decisiva che aiuti le imprese, il clima e la salute pubblica”.

Il Rapporto che include anche un commento di McKinsey & Company, indica che le emissioni di carbonio e la gestione del clima sono sempre più presi in considerazione nelle decisioni in materia di appalti e che l’assenza di prestazioni ambientali sta mettendo in discussione i modelli consolidati di rapporto impresa-fornitori.

L’Oreal, per esempio, lavora con la CDP affinché i fornitori siano aggiornati sul rischio climatico, in modo che possa essere facilmente comprensibile al reparto acquisti. Coca-Cola Company e LEGO Groupstanno sperimentando entrambi degli incentivi e la formazione per i fornitori, in grado di migliorare le prestazioni climatiche e dar vita ad un valore condiviso.

Le prestazioni climatiche dei fornitori che hanno risposto, migliorano con il tempo. Quelli che hanno partecipato al programma “catena di rifornimento” di CDP per almeno gli ultimi tre anni dimostrano un approccio più solido di gestione del rischio, rispetto a quelli che vi si sono avvicinati per la prima volta. Ad esempio, circa tre quarti dei 1.850 abituali partecipanti che hanno in corso procedure di gestione del rischio climatico, stanno riducendo attivamente le emissioni. Circa la metà dei 1.258 primi anticipatori può rivendicare questi vantaggi, dimostrando chiaramente che la misurazione e la comunicazione fa migliorare la gestione aziendale. Inoltre, quelli che praticano da più tempo progetti di taglio del carbonio, hanno realizzato benefici finanziari, con un risparmio annuo di 1,5 milioni di dollari, rispetto ai 900.000 di quelli che vi si sono avvicinati per la prima volta.

Il Rapporto fa poi notare che gli acquirenti possono incentivare le prestazioni ambientali e la gestione del rischio climatico dei propri fornitori. Le soluzioni proposte sono possibili, e la partecipazione al programma CDP del Governo Federale USA indica che le amministrazioni nazionali possono far allineare la propria catena di rifornimento.

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