L’Istituto di Biometeorologia del CNR ha pubblicato un e-book che raccoglie gli Atti del Convegno organizzato ad EXPO per discutere delle criticità delineate nel Rapporto 2015 dell’ISPRA sul consumo di suolo e analizzare il disegno di Legge, attualmente in Aula alla Camera dei Deputati, al fine di formulare proposte condivise da sottoporre ai decisori politici.
“Il suolo è una risorsa non rinnovabile, da tutelare con provvedimenti urgenti ed efficaci, come il disegno di legge sul consumo di suolo in discussione in Parlamento”.
È questo l’assunto dell’e-book “Il consumo di suolo: strumenti per un dialogo”, pubblicato dall’Istituto di biometeorologia del Consiglio nazionale delle ricerche (Ibimet-Cnr), che rappresenta la narrazione completa di un evento svolto nel luglio 2015 all’EXPO di Milano, nell’ambito del vasto programma di incontri organizzati dal CNR, per discutere le criticità emerse dal Rapporto 2015 sul “Consumo del suolo” dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) e formulare proposte condivise da sottoporre ai decisori politici.
Il focus dell’evento, sviluppato come Tavola rotonda tra esperti e società civile, era accentrato, appunto, sul consumo del suolo e su una discussione sul ddl governativo “Contenimento del consumo del suolo e riuso del suolo edificato”, giacente in Parlamento.
“La soluzione di questo problema è indifferibile: si calcola che il 20% della fascia costiera italiana sia ormai perso, in una cementificazione che non ha risparmiato neanche 34.000 ettari di aree protette e zone a rischio idrogeologico – ha affermato Michele Munafò dell’ISPRA – Questa progressiva impermeabilizzazione del territorio insiste soprattutto sulle zone pianeggianti più fertili e produttive e impedisce non soltanto l’assorbimento delle piogge, aumentando il rischio di alluvioni, ma anche lo stoccaggio di CO2 di cui il comparto suolo è responsabile per il 20%, a tutto danno dell’atmosfera. Un destino amaro quello del fragile suolo italiano, consumato a velocità record con danni irreversibili per l’umanità e per l’ambiente”.
Ne emerge una visione del suolo non più come superficie edificabile o merce, ma come entità deperibile da preservare tramite azioni comuni per tutte le regioni e una progettazione sostenibile che tuteli il territorio.
“In un modello di sviluppo sostenibile la valutazione economica di ogni ciclo produttivo non riguarda solo i costi in termini di bilancio fra perdite e guadagni, ma anche i costi ambientali, sociali e umani di ogni sistema – ha chiarito Letizia Cremonini, curatrice del volume – La conservazione delle risorse naturali è un prerequisito per lo sviluppo economico: questa è la strategia di pensiero e politica promossa dall’Unione Europea per risolvere le problematiche delle città europee e perseguire una migliore qualità di vita”.
Gli esperti intervenuti alla Tavola rotonda di EXPO 2015 presso il Padiglione Italia, organizzata dall’Ibimet-CNR, in collaborazione con Dipartimento di Scienze Bio-Agroalimentari del CNR (Isofom-CNR), hanno toccato i diversi aspetti del problema: dalla definizione stessa di suolo, all’analisi storica, alle interazioni con il paesaggio e l’economia, alla sostenibilità dell’edilizia, all’approntamento di opere infrastrutturali ed il loro impatto con il territorio.
“Il nostro obiettivo era far valutare il testo a esperti dei molteplici settori che insistono sulla tematica dell’uso del suolo – ha spiegato Teodoro Georgiadis, Ricercatore dell’Ibimet-Cnr e Coordinatore dell’evento – La speranza è che i contenuti così raccolti possano contribuire a migliorare una legge dello Stato che ancora non raggiunge una sintesi compiuta per risolvere le preoccupazioni della società civile, sebbene esprima la volontà di salvaguardia del territorio. L’uscita di questo volume avviene in un momento cruciale dell’iter legislativo del ddl, approvato il 28 ottobre dalle Commissioni Ambiente e Agricoltura e tuttora in fase di esame alla Camera”.
La prima proposta di Legge era stata presentata 3 anni fa dal Ministro delle Politiche Agricole Mario Catania del Governo Monti, anche a seguito della Strategia europea “Europa 2020”, della relativa Comunicazione “Tabella di marcia verso un’Europa efficiente nell’impiego delle risorse” con cui si propone il traguardo di un incremento dell’occupazione netta di terreno pari a zero da raggiungere entro il 2050, e le Linee Guida pubblicate nel 2012 “per limitare, mitigare e compensare l’impermeabilizzazione del suolo”.
Quel ddl non aveva tuttavia suscitato entusiasmi, soprattutto avevano avanzato dure critiche le Regioni.
Caduto il Governo Monti, il Governo Letta ripresentava un nuovo ddl formalmente presentato il 3 febbraio 2014.
Caduto anche il Governo Letta, il ddl è rimasto sostanzialmente bloccato nelle competenti Commissioni parlamentari.
Nel frattempo il consumo di suolo in Italia è proseguito, come evidenziano i dati riportati nel Rapporto ISPRA 2015, con il 7% di suolo coperto da edifici, capannoni, strade e servizi, ovvero impermeabilizzato, rispetto agli anni ’50 che era del 2,7%. Il valore maggiore di consumo si registra al Nord (7,8 %), rispetto al Centro e al Sud, dove le percentuali di suolo cementificato sono il 6,6% e 6,2% rispettivamente. Considerando il consumo a livello regionale, al primo posto c’è la Lombardia con l’11%, poi il Veneto con il 10% e al terzo posto la Campania con il 9%. Le regioni più virtuose sono invece Trentino Alto Adige e Valle D’Aosta con un consumo pari al 3%, meno della metà della media italiana.
Negli ultimi mesi il ddl ha avuto un iter accelerato che ha portato alla sua approvazione da parte delle Commissioni VIII e XIII della Camera riunite, ma nel testo che approda ora in Aula alla Camera, dopo due anni, si sono inseriti emendamenti tali da modificare l’impianto originario, con il rischio che la Legge non consegua il fine della proposta stessa: impedire l’ulteriore cementificazione del suolo.
Se poi si aggiunge che l’obiettivo del Governo è il rilancio dell’attività edilizia come motore per la ripresa economica, c’è il pericolo che questa Legge, quantunque presto approvata dalla Camera, avrà un ulteriore difficile percorso al Senato, tanto che l’ex-Ministro Catania, ora parlamentare, primo proponente del ddl confluito poi nel testo base unificato approvato, ha l’ “impressione” che rimarrà “inapprovata”.
Se approvata, speriamo che allora siano rimasti suolo e spazi verdi urbani da preservare!