Green economy Risorse e rifiuti Sostenibilità

CONOU: a livelli record raccolta e rigenerazione degli oli minerali usati

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CONOU (Consorzio Nazionale per la Gestione, Raccolta e Trattamento degli Oli Minerali Usati), ha presentato a ECOMODO 2017  Fiera Internazionale del recupero di materia ed energia e dello sviluppo sostenibile (Rimini Fiera, 7-10 novembre 2017) il Green Economy Report, curato dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile (FoSS).

In un solo anno la rete delle 74 imprese del sistema CONOU, dislocate su tutto il territorio nazionale, nel 2016 hanno raccolto 177.000 tonnellate di olio lubrificante usato (+7% sul 2015), con importanti ricadute in termini di salvaguardia ambientale, dal momento che le sole 10.000 tonnellate raccolte in più rispetto all’anno precedente avrebbero potuto inquinare una superficie pari a 50 volte il Lago di Garda.

L’incremento della raccolta degli oli usati – rileva il CONOU – è dovuto anche al consumo di lubrificanti nel nostro Paese, che dopo anni di flessione ha registrato nel 2016 un aumento del 4,4%.

Rispetto al totale immesso al consumo in Italia si tratta di una percentuale del 44% che è assai vicino al 100% del potenziale raccoglibile, considerando che una parte rilevante degli oli si consuma durante l’utilizzo.

Delle 177.000 tonnellate di oli usati gestite, 173.000 (il 98%) sono state conferite alle imprese di rigenerazione operanti nel sistema consortile, consentendo la produzione di 116.000 tonnellate di basi rigenerate 32mila tonnellate di prodotti come bitumi e gasoli.

La percentuale di oli avviati alla rigenerazione si è confermata a livelli record, rafforzando ulteriormente il primato europeo dell’Italia in questo particolare settore: il nostro Paese ha già superato, con ben 8 anni di anticipo, la soglia dell’85% prevista al 2025 dal “Pacchetto sull’Economia Circolare”, adottato dalla Commissione UE, tant’è che lo stesso esecutivo dell’UE nella scorsa primavera ha invitato il CONOU a Bruxelles per presentare la metodologia che ha consentito tali performance.

Gli oli usati avviati a recupero nel 2016 hanno inoltre consentito, grazie alle importazioni di greggio evitate, un risparmio di circa 47 milioni di euro sulla bilancia petrolifera. Ma tali risultati hanno contribuito, soprattutto,  a ridurre, in misura significativa, le emissioni di CO2 e i consumi di acqua, materia e suolo, dando vita a un bilancio ambientale netto positivo misurato attraverso quattro parametri:

– Carbon footprint40 mila tonnellate di emissioni di CO2 equivalente evitate), una riduzione pari alle emissioni medie di 24.000 veicoli del parco circolante nazionale;

– Water footprint473 mila metri cubi d’acqua risparmiati, un volume equivalente a 190 piscine olimpioniche;

– Material footprint240 mila tonnellate di risorse naturali, fossili e minerali, non consumate), un peso che avrebbe bisogno di 10.000 autobotti per essere trasportato;

– Land footprint 717 ettari di territorio risparmiatiuna superficie che consentirebbe la produzione di circa 2.500 tonnellate di grano.

Questi numeri testimoniano tutti i vantaggi della circular economy degli oli minerali usati gestiti dal Consorzio – ha spiegato il Presidente del CONOU, Paolo Tomasi“.

Negli ultimi mesi è cambiato il nostro nome [ndr: prima era Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati (COOU] e sono diventati ancora più forti il progetto, l’innovazione e il gioco di squadra, come dimostra il deciso aumento dei quantitativi di raccolta, unito a una qualità che si mantiene alta consentendo una percentuale di rigenerazione vicina al 100%”.

“CONOU – ha concluso – sarà espressione di una filiera che punterà sempre a migliorarsi: in questi anni siamo cresciuti tutti insieme e vogliamo incrementare ulteriormente le nostre performance”.

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