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Alimenti ultraprocessati: aumento del rischio di cancro

Un nuovo studio condotto in Gran Bretagna conferma la correlazione tra il consumo di alimenti ultraprocessati e l’aumento di rischio di cancro e di mortalità da cancro, con una maggiore incidenza nelle donne di sviluppare tumori alle ovaie e al seno.

Oggi, 4 febbraio 2023 è ventitreesima Giornata internazionale contro il cancro (World Cancer Day), promossa dalla UICC (Union for International Cancer Control) e sostenuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), che mira a promuovere la consapevolezza sul cancro come problema di salute pubblica e a rafforzare le azioni per migliorare l’accesso a cure di qualità, screening, diagnosi precoce e cure e cure palliative.

Il tema del Giornata segna il secondo anno della Campagna “Close the Care Gap – Everyone deserves access to cancer care (Colmare il gap sulla cura – Tutti meritano l’accesso alla cura del cancro), che riguarda la comprensione delle disuguaglianze nella cura del cancro e l’adozione di azioni per compiere i progressi necessari per affrontarle.

Se la cura del cancro costituisce un’azione fondamentale di contrasto della patologia in continua crescita a livello globale e nazionale, l’incentivazione dei corretti stili di vita sono altrettanto importanti per ridurre i fattori di rischio, tra cui un’alimentazione sana ed equilibrata.

Secondo lo Studio osservazionale prospettico Ultra-processed food consumption, cancer risk and cancer mortality“, condotto dall’Imperial College di Londra, in collaborazione con ricercatori dell’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC), dell’Università di San Paolo e dell’Università NOVA di Lisbona, e pubblicato il 31 gennaio 2023  su eClinicalMedicine, la nuova Rivista medica online a libero accesso pubblicata da The Lancet, rileva che un maggiore consumo di alimenti ultraprocessati può essere collegato a un aumento del rischio di sviluppare e morire di cancro.

Gli alimenti ultraprocessati – ha dichiarato la Dott.ssa Kiara Chang, membro del National Institute for Health and Care Research fellow presso la School of Public Health dell’Imperial College di Londra e principale autrice dello Studio – sono prodotti con ingredienti di derivazione industriale e spesso utilizzano additivi alimentari per regolare il colore, il sapore, la consistenza o prolungare la durata di conservazione“.

Gli alimenti ultraprocessati, tra i quali si annoverano anche quelli trattati con trans fat sono prodotti alimentari relativamente economici, convenienti e fortemente commercializzati, spesso come opzioni salutari,che sono già stati collegati ad una serie di effetti negativi sulla salute tra cui obesità, diabete di tipo 2 e malattie cardiovascolari..

Ora i ricercatori della School of Public Health dell’Imperial College di Londra hanno prodotto una valutazione, la più completa fino ad oggi, della relazione tra alimenti ultraprocessati e il rischio di sviluppare tumori

Gli scienziati hanno utilizzato i registri della biobanca del Regno Unito per raccogliere informazioni sulle diete di quasi 200.000 partecipanti adulti di mezza età, monitorandone la salute per un periodo di 10 anni ed esaminandone il rischio di sviluppare 34 tipi di cancro, compreso il rischio di morirne.

Lo studio ha trovato che un elevato consumo di alimenti ultraprocessati era associato a un maggior rischio di sviluppare il cancro in generale, e in particolare il tumore cerebrale e alle ovaie per le donne che hanno anche un maggior rischio di morire per tumori ovarici e mammari.

Per ogni aumento del 10% di alimenti ultraprocessati nella dieta di una persona, c’è stato un aumento dell’incidenza del 2% per il cancro in generale e un aumento del 19% per il cancro alle ovaie in particolare, nonché ad un aumento della mortalità per cancro in generale del 6%, per quello al seno del 16% e per quello alle ovaie del 30%. Queste correlazioni si sono mantenute nonostante l’introduzione di una serie di fattori socio-economici, comportamentali e dietetici, come l’abitudine al fumo, l’attività fisica e l’indice di massa corporea (BMI).

Il team di ricerca ha anche scoperto che un maggiore consumo di alimenti ultraprocessati era associato ad un maggior rischio di sviluppare obesità e diabete di tipo 2 negli adulti del Regno Unito e a un maggiore aumento di peso nei bambini che si estende dall’infanzia alla prima età adulta.

Questo studio si aggiunge alla crescente evidenza che gli alimenti ultraprocessati possono avere un impatto negativo sulla nostra salute, compreso il rischio di cancro – ha affermato a sua volta la Dott,ssa Eszter Vamos, anche lei della School of Public Health – Attesi gli alti livelli di consumo di questi alimenti negli adulti e nei bambini del Regno Unito, ciò ha importanti implicazioni per i futuri esiti di salute. Sebbene il nostro studio non possa dimostrare il nesso di causalità, altre prove disponibili mostrano che la riduzione degli alimenti ultra-processati nella nostra dieta potrebbe fornire importanti benefici per la salute. Sono necessarie ulteriori ricerche per confermare questi risultati e comprendere le migliori strategie di salute pubblica per ridurre la presenza diffusa e i danni degli alimenti ultra-

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS)  e l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura  (FAO) hanno raccomandato di limitare gli alimenti ultraprocessati come parte di una dieta sana e sostenibile e sono in corso sforzi per ridurre il consumo di alimenti ultraprocessati in tutto il mondo, con Paesi, come Brasile, che ne hanno vietato la commercializzazione nelle scuole, mentre, osservano i ricercatori al momento non esistono misure simili nel Regno Unito.

Abbiamo bisogno di chiare etichette di avvertenza sulla parte anteriore della confezione per gli alimenti ultraprocessati per aiutare le scelte dei consumatori, e la nostra tassa sullo zucchero dovrebbe essere estesa per coprire le bevande gassate ultra-elaborate, le bevande a base di frutta e latte, nonché altri prodotti ultra elaborati – ha concluso la Dott.ssa Chang – Le famiglie a basso reddito sono particolarmente vulnerabili a questi alimenti ultraprocessati economici e malsani. I pasti poco lavorati e preparati al momento dovrebbero essere sovvenzionati per garantire a tutti l’accesso ad opzioni sane, nutrienti e convenienti“.

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