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Agriturismo italiano: aumentano le strutture e le presenze

agriturismo italiano

I dati Istat riferiti al 2015 mostrano un aumento di aziende agrituristiche nelle regioni del Centro e del Nord, in particolare in Toscana si è assistita alla crescita di strutture a gestione femminile.

di Sara Carrassi

Nonostante la crisi economica degli ultimi anni, il settore alimentare riesce a confermarsi come una delle colonne portanti del nostro Paese, insieme al turismo ad esso legato.

Nei 10 anni considerati, che interessano il periodo compreso dal 2005 al 2015, si è potuta osservare una continua crescita delle aziende agrituristiche, sia per quanto concerne il numero di strutture presenti in Italia sia se si prende in considerazione le presenze, italiane ed estere.

A fornire dettagliatamente i dati del settore è l’Istat nel Report Le aziende agrituristiche in Italia, riguardanti l’anno 2015.

Le aziende agrituristiche, senza includere quelle agricole che anche se con licenza non esercitano l’attività agrituristica, sono passate da 15.327 del 2005 alle 22.238 del 2015. Sono aumentati di conseguenza sia i posti letto che quelli a sedere e fornendo sempre più attività agli ospiti, come quelle sportive e ricreative. L’incremento delle aziende è visibile in tutta la Penisola, ma con particolare forza nelle zone del Centro e del Nord-est, rispettivamente di 2.276 e 1.926 aziende.

Nel 2015 il numero di aziende, con l’apertura di 1.628 unità in tutta Italia (il 3% in meno rispetto al 2014), è aumentato del 2,3% rispetto all’anno precedente. Nonostante la minor percentuale di aperture e il maggior numero di cessazioni1.134 (+36,6% rispetto al 2014), la differenza tra le nuove aziende e quelle chiuse ha portato, in valori assoluti, a 494 unità in più.

Se si considera l’ambito regionale, rispetto al 2014, il numero complessivo di aziende è cresciuto di più nel Centro Italia (del 5% circa), in maniera minore nel Nord (1,7%) ed è, invece, diminuito nel Mezzogiorno(-1,1%). Andando nel dettaglio, al Centro la regione che ha visto un maggior incremento di aziende agrituristiche è stata la Toscana (+339 unità), mentre il Nord, con 171 unità in più, ha registrato un aumento omogeneo in tutte le regioni, escluso l’Alto Adige (-20 unità). Le cessazioni, invece, hanno interessato in misura maggiore il Sud con la chiusura di 520 strutture, di cui la maggior parte in Abruzzo e in Calabria; mentre il Nord ha assistito alla chiusura di 346 aziende e il Centro di 268.

La maggior parte degli agriturismi italiani, l’83,9%, è situata in aree collinari o montane, mentre solo il 16,1% in zone pianeggianti. A detenere il primato è il Trentino Alto Adige che conta il 49,9% di tutti gli agriturismi presenti in montagna.

Nelle aree interne del Paese vi è un’alta diffusione di aziende agrituristiche, coinvolgendo quasi tutti i comuni presenti in queste zone (il 99,1%), con una maggiore densità nell’Italia centrale e in Alto Adige. In questi casi l’agriturismo è un fattore fondamentale per favorire l’economia e l’insediamento umano in zone spesso svantaggiate.

Oltre alle strutture sono aumentate anche le presenze, ammontando a 11,3 milioni, il 4,9% in più, rispetto al 2014. Uno degli elementi che incrementa la presenza di clientela è anche l’ampia diversificazione di servizi che gli agriturismi offrono, come, oltre all’alloggio, anche la ristorazione, la degustazione di prodotti tipici e di origine aziendaleattività sportive e altro ancora. Nell’anno in questione si sono contate 12.416 aziende, il 55,8% del totaleautorizzate all’esercizio di altre attività agrituristiche (sport, escursionismo, osservazioni naturalistiche, fattorie didattiche e altre) con un incremento dello 0,9% rispetto al 2014.

Più dettagliatamente, nel 2015, l’82,3% delle aziende agrituristiche totali del Paese sono autorizzate a fornire alloggio. Queste si diversificano in base ai servizi in aggiunta che possiedono, vi sono quindi quelle che offrono solo l’ospitalità (la minoranza); quelle che la abbinano alla ristorazione (18,1%) e chi alla degustazione (57,1%); e infine chi aggiunge anche attività extra.

La maggior parte degli agriturismi offre il pacchetto di alloggio con una sola attività turistica, ma non mancano chi incrementa con due o tre attività. Anche in questo caso è il Centro Italia a detenere il primato con il maggior numero di agriturismi (il 9,1% di quelli presenti) che offrono la combinazione di alloggio con altre tre tipologie di attività per beneficiare il più possibile del luogo. Proprio come l’alloggio, anche la ristorazione è in aumento nelle regioni del Centro e del Sud Italia: dove sono presenti il 54,5% delle aziende ristoratrici del Paese.

Un dato nuovo e positivo riguarda le donne. Infatti, nel 2015, sono stati registrati più di 8.000 esercizi a conduzione femminile, riguardando il 36,1% del totale.

In tutta la Penisola le aziende a conduzione femminile sono così ripartite: il 23,8% nel Nord-est, il 39,1% nel Nord-ovest, il 42,9% al Centro, il 45,5% nel Sud e il 35,5% nelle Isole. L’andamento positivo femminile è concentrato soprattutto in Toscana, che ha visto un incremento del 9,4% e rappresenta il 40,8% delle aziende in tutta la regione e l’8% di quelle nazionali. Un aumento, questa volta molto più contenuto, di aziende gestite da donne c’è stato anche al Nord (+1,7%), mentre il Sud registra un calo dell’1%, dovuto anche alla maggior concentrazione di cessazione di attività agrituristiche.

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