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I 36 impegni presi dall’UE per la governance dei mari

36 impegni UE per governance dei mari

‘”Forests are our planet’s green lung, but oceans are its blue heart. It is now up to all of us to keep this blue heart beating” (Le foreste sono il polmone verde del nostro pianeta, ma gli oceani sono il suo cuore azzurro. Ora sta a tutti noi di assicurare che questo cuore azzurro continui a battere).

Con questo slogan, il Commissario UE per l’Ambiente, gli Affari marittimi e la Pesca, Karmenu Vella ha lanciato la 4a Conferenza “Our Ocean“, svoltasi a Malta (5-6 ottobre 2017), a cui hanno partecipato oltre 40 Ministri e Leader politici e top manager provenienti da più di 100 Paesi.

Our Ocean perché il mare appartiene all’umanità – ha affermato nel suo discorso di apertura l’Alto Rappresentante e Vicepresidente dell’UE, Federica Mogherini – Tutti abbiamo la responsabilità di proteggere questo bene comune, come un tesoro, evitando che si tramuti in minaccia. Quando gli oceani sono sani sono la più grande risorsa che abbiamo. Se gli oceani fossero un Paese avrebbero un posto nel G7 perché hanno una fra le più grandi economie del mondo, visto che milioni di posti di lavoro dipendono dagli oceani e il 90% del commercio mondiale viaggia via mare. I mari, tuttavia, sono fortemente minacciati, con il rischio che entro il 2050 abbiano più plastica che pesci. E i veleni che immettiamo nell’acqua ci ritornano sulle nostri tavoli, nel cibo che mangiamo“.

“L’Unione europea ritiene che un mondo globalizzato abbia bisogno di una governance globale più cooperativa – ha continuato la Mogherini – Crediamo nel potere della diplomazia, crediamo e investiamo nel potere delle regole comuni e delle istituzioni internazionali. Ed è difficile, in realtà impossibile, immaginare una governance globale senza una governance cooperativa degli oceani”.

L’UE ha inviato un forte messaggio di incoraggiamento al resto del mondo (tanto governi quanto settore privato) per migliorare la situazione dei mari e intensificare gli sforzi per affrontare i crescenti problemi degli oceani, dall’inquinamento causato dai rifiuti di plastica alla tutela della vita marina, dalle conseguenze dei cambiamenti climatici alle attività criminali in mare. A tal fine la Mogherini ha annunciato lo stanziamento di oltre 550 milioni di euro per la realizzazione di 36 azioni concrete volte a migliorare lo stato di salute, la pulizia e la sicurezza dei mari.

Di seguito sono riportati in dettaglio i 36 impegni.

La Sicurezza marittima, fondamentale per gli scambi e la prosperità mondiali, è attualmente minacciata da catastrofi naturali, pirateria, traffici e conflitti armati. Per rendere i nostri oceani più sicuri l’Unione europea ha annunciato:

– uno stanziamento di 37,5 milioni di euro per garantire la sicurezza marittima e contrastare la pirateria lungo le coste dell’Africa sud-orientale e nell’Oceano Indiano. I fondi saranno eseguiti da quattro organizzazioni regionali (IGAD, COMESA, EAC e COI) in cooperazione con l’UNODC, l’INTERPOL e la FAO. Il programma sostiene iniziative di sviluppo di mezzi di sussistenza alternativi nelle zone di pirateria costiera della Somalia, capacità investigative a livello nazionale e regionale, riforma del sistema penitenziario, capacità repressive e giudiziarie, interruzione dei flussi finanziari illegali, lotta contro il riciclaggio e vari altri compiti marittimi, oltre a un meccanismo regionale per il coordinamento e lo scambio di informazioni marittime;

– un investimento, nel 2017, di 4 milioni di euro nel suo programma di osservazione satellitare (Copernicus) per sostenere le agenzie e gli Stati membri dell’UE nel monitoraggio dell’inquinamento da idrocarburi e delle attività di pesca commerciali su larga scala (inclusa la lotta contro la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata) nell’Atlantico nord-orientale, nel Mediterraneo, nel Mar Baltico, nel Mare del Nord, nel Mar Nero, nell’Oceano Pacifico e intorno alle isole Canarie. Copernicus introdurrà inoltre nuovi servizi a sostegno dell’applicazione della legge e della sicurezza della navigazione nelle zone infestate dai ghiacci;

– il proseguimento del sostegno alla sicurezza marittima nel Golfo di Guinea, anche attraverso la rete interregionale del Golfo di Guinea e l’avvio di due nuovi programmi, il programma di sostegno alla sicurezza marittima integrata dell’Africa occidentale (SWAIMS), per un importo di 29 milioni di euro, e il programma per migliorare la sicurezza portuale nell’Africa occidentale e centrale, per un importo di 8,5 milioni di euro;

– uno stanziamento di 1 milione di euro nel 2017 per sostenere il potenziamento dei sistemi TIC delle autorità marittime dell’UE e agevolare la cooperazione tra di esse. Inoltre, l’Unione europea ha annunciato che fornirà un contributo di 80 000 europee agevolare la cooperazione tra autorità che svolgono funzioni di guardia costiera in Europa;

– il lancio, nel settembre 2017, del prototipo di uno strumento di sorveglianza che individua le navi per rilevare la portata delle attività umane in mare. Lo strumento per la ricerca di oggetti marittimi non identificati, o “SUMO“, è un software che analizza automaticamente i dati provenienti da satelliti per l’elaborazione di immagini radar al fine di individuare navi anche non più lunghe di 1 metro in condizioni di nuvolosità o di notte. Lo strumento SUMO è una fonte aperta per promuoverne l’utilizzo da parte di utenti e promotori e per agevolare la cooperazione internazionale in materia di mappatura delle rotte di navigazione, monitoraggio dell’intensità della navigazione, individuazione delle navi che inquinano, monitoraggio delle attività di pesca, lotta alla pirateria e al contrabbando e controllo delle frontiere marittime.

L’ Inquinamento marino rappresenta un problema gravissimo se si pensa che ogni anno finiscono in mare oltre 10 milioni di tonnellate di rifiuti. Entro il 2050 i nostri oceani potrebbero contenere più plastica che pesci. Per far fronte a questi problemi l’UE ha annunciato:

– l’avvio del Sistema europeo di informazione sull’acqua (WISE) per il mare, un portale d’accesso alle informazioni sulle questioni europee in materia di acque destinato al grande pubblico e ai soggetti interessati e finalizzato a promuovere una migliore governance degli oceani e una migliore gestione basata sugli ecosistemi. La piattaforma sarà ampliata e integrata ulteriormente negli anni a venire;

– un contributo di 2 milioni di euro nel 2017 a sostegno dell’attuazione, da parte degli Stati membri, della Direttiva quadro sulla strategia per l’ambiente marino e un ulteriore importo di 2,3 milioni di euro a sostegno della cooperazione regionale e interregionale per raggiungere tale obiettivo. Il diritto dell’UE mira a conseguire un buono stato ecologico (BSE) nelle acque degli Stati membri dell’UE entro il 2020 e a proteggere l’insieme delle risorse da cui dipendono le attività economiche e sociali correlate al settore marino;

– lo stanziamento di 2,85 milioni di euro a favore di progetti in materia di prevenzione e anticipazione dell’inquinamento marino e di 2,5 milioni di euro per operazioni in materia di inquinamento marino, al fine di sostenere e integrare le iniziative di cooperazione transfrontaliera tra i paesi dell’UE e con specifici paesi limitrofi;

– un progetto di misure volte a ridurre la dispersione di plastica nell’ambiente entro la fine del 2017, nell’ambito della sua imminente Strategia in materia di plastica;

– progetti di misure nel 2017 per ridurre gli scarichi in mare di rifiuti generati da navi e di residui del carico.

L’Economia blu sostenibile, attualmente stimata a 1.300 miliardi di euro, dovrebbe raddoppiare secondo le previsioni entro il 2030. Questo tema è stato aggiunto dall’UE per promuovere maggiori sinergie tra le soluzioni sostenibili per gli oceani e favorire la crescita economica e l’occupazione nelle comunità costiere del mondo. A tal fine, l’UE ha annunciato:

– un importo di oltre 250 milioni di euro per finanziare la ricerca marina e marittima nel 2017, compresi 40 milioni di euro per sostenere il trasporto per vie navigabili avanzato e a basse emissioni e oltre 30 milioni di euro per l’energia marina. Inoltre l’UE ha annunciato che fornirà 12 milioni di euro per sostenere due nuovi progetti innovativi in materia di azioni di bonifica per contrastare i rifiuti marini e altri inquinanti. Infine l’Unione europea ha annunciato di sostenere, con un contributo pari a oltre 50 milioni di euro, l’iniziativa di cooperazione BlueMED per un Mare Mediterraneo sano, produttivo e resiliente attraverso la scienza e la ricerca;

– l’ulteriore intensificazione delle proprie attività riguardanti l’Alleanza transatlantica per la ricerca oceanografica promuovendo quadri di cooperazione rafforzati con partner atlantici come il Brasile e il Sudafrica in materia di scienza, ricerca e innovazione marine nell’ambito della dichiarazione di Belém e lo stanziamento di oltre 60 milioni di EUR nel periodo 2018-2019 per conseguire tale obiettivo. L’UE continuerà inoltre ad attuare l’innovativa dichiarazione di Galway sulla cooperazione in materia di ricerca oceanografica con gli Stati Uniti e il Canada. L’Unione europea ha segnalato che i gruppi di ricerca che operano in consorzi internazionali sulle sfide che attendono l’Oceano Atlantico saranno oltre 500 entro il 2019;

– un’iniziativa in materia di investimenti per un importo di 14,5 milioni di euro nel 2017 al fine di promuovere un’economia blu sostenibile nell’Unione europea. Circa 8 milioni di euro del fondo sono destinati a sovvenzioni all’avvio di progetti ad elevato potenziale in settori emergenti dell’economia blu in tutta l’UE. Per meglio sorvegliare e combattere il fenomeno dei rifiuti marini, un ulteriore importo di 2 milioni di euro sarà destinato a fornire sostegno a tecnologie innovative per monitorare e/o combattere tale fenomeno nelle acque che circondano l’Unione europea. Inoltre, 3 milioni di euro saranno destinati ad agevolare progetti di gemellaggio nel bacino del Mediterraneo, come quelli tra istituti di formazione e istruzione in ambito marittimo, imprese che operano nel campo dell’economia blu e comunità di pesca locali. Infine, 1,5 milioni di euro saranno stanziati per il ripristino degli ecosistemi marini e costieri nel Mediterraneo;

– l’avvio del programma di partenariato marittimo Pacifico – Unione europea per un importo di 45 milioni di euro. La Svezia ha annunciato che contribuirà al programma con 10 milioni di EUR. Il programma è volto a sostenere la gestione e lo sviluppo sostenibili della pesca per la sicurezza alimentare e la crescita economica, affrontando nel contempo le questioni della resilienza ai cambiamenti climatici e della conservazione della biodiversità marina;

– lavori intesi ad accelerare i processi di pianificazione dello spazio marino/marittimo in tutto il mondo in cooperazione con la Commissione oceanografica intergovernativa dell’UNESCO (COI-UNESCO), conformemente agli impegni assunti da entrambe le parti il 24 marzo 2017. La pianificazione dello spazio marittimo opera in ambito transfrontaliero e intersettoriale per assicurare che le attività umane in mare si svolgano in modo efficiente, sicuro e sostenibile. Sulla base della tabella di marcia congiunta, l’UE fornirà un contributo di 1,4 milioni di euro alla COI-UNESCO per elaborare orientamenti internazionali in materia di pianificazione dello spazio marittimo. Nell’ambito di questa iniziativa, all’inizio del 2018 saranno avviati due progetti pilota in materia di pianificazione dello spazio marittimo, uno nel Mediterraneo e l’altro nel Pacifico meridionale. Inoltre, sarà creato un forum internazionale per la pianificazione dello spazio marittimo volto ad agevolare le discussioni sulle modalità di applicazione a livello mondiale della pianificazione dello spazio marittimo, comprese le azioni intersettoriali. Il primo seminario si terrà nella primavera del 2018;

– un contributo di 3 milioni di euro per sostenere progetti in Paesi dell’UE volti a istituire una cooperazione transfrontaliera in materia di pianificazione dello spazio marittimo. La pianificazione dello spazio marittimo opera in ambito transfrontaliero e intersettoriale per assicurare che le attività umane in mare si svolgano in modo efficiente, sicuro e sostenibile;

– un investimento di 23 milioni di euro nel servizio di monitoraggio dell’ambiente marino del suo programma di osservazione satellitare (Copernicus) nel 2017 e nel 2018. Il servizio si concentra su cambiamenti climatici, pesca e tutela dell’ambiente marino. È stato inoltre annunciato che Copernicus creerà per la prima volta indicatori di monitoraggio degli oceani, anche in materia di biochimica. Tali indicatori, importanti per valutare la salute degli oceani, saranno pubblicati nella relazione sullo stato degli oceani che sarà disponibile online entro la fine del 2018;

– l’impegno a portare avanti ulteriormente gli accordi di partenariato per una pesca sostenibile con gli Stati costieri. Tali accordi aiutano già i paesi a sviluppare la pesca sostenibile, a gestire efficacemente sistemi di monitoraggio e di controllo e a combattere la pesca INN. Gli accordi di nuova generazione dovranno seguire un approccio più integrato, anche promuovendo un’economia blu sostenibile e investimenti nel settore della pesca. Questa nuova impostazione dovrebbe consentire ai paesi partner di trarre maggiore vantaggio dall’economia oceanica in maniera sostenibile;

– uno stanziamento di 8,5 milioni di euro per la conservazione della biodiversità marina e costiera nel bacino del Mar dei Caraibi a vantaggio delle comunità che dipendono da tali ecosistemi. Questa azione riguarda in particolare le aree naturali minacciate dall’abuso, dall’eccessivo sfruttamento, dall’inquinamento e dagli effetti dei cambiamenti climatici;

– un contributo di quasi 6 milioni di euro per sostenere progetti in paesi dell’UE volti a istituire una cooperazione transfrontaliera in materia di pianificazione dello spazio marittimo. La pianificazione dello spazio marittimo opera in ambito transfrontaliero e intersettoriale per assicurare che le attività umane in mare si svolgano in modo efficiente, sicuro e sostenibile;

– il finanziamento dei test dei primi gruppi di dispositivi per l’impiego dell’energia del moto ondoso e delle maree in Europa nel 2017 con un contributo pari a 1,5 milioni di euro a sostegno delle amministrazioni e dei promotori di progetti coinvolti nel monitoraggio ambientale;

– l’intenzione di sviluppare il cloud pilota per la scienza blu (Blue Science Cloud Pilot) che mira a modernizzare il processo di accesso, gestione e utilizzo dei dati marini allo scopo di migliorare il trattamento di grandi quantità di vari dati marini e marittimi utilizzando le tecnologie cloud. Inoltre il cloud per la scienza blu (Blue Cloud) è inteso a promuovere ulteriormente i lavori tra gli scienziati dell’UE e i loro partner internazionali. Le tecnologie cloud possono migliorare le osservazioni e le previsioni globali e regionali relative agli oceani, promosse nell’ambito dell’iniziativa del G7 sul futuro del mare e degli oceani e dello sforzo mondiale volto a costituire un migliore Sistema di sistemi per l’osservazione globale della terra (GEOSS);

– un contributo di almeno 1 milione di euro per sostenere il programma globale per la pesca della Banca mondiale (PROFISH). Obiettivo del programma è migliorare la sostenibilità ambientale, il benessere umano e la prestazione economica nella pesca e nell’acquacoltura mondiali, ponendo l’accento sul benessere dei poveri nelle comunità dedite alla pesca e alla piscicoltura nei paesi in via di sviluppo.

Cambiamenti climatici si ripercuotono in modo diretto e immediato sugli oceani. Tra i suoi effetti più allarmanti figurano l’innalzamento del livello dei mari e una crescente acidificazione. L’Unione europea ha pertanto annunciato:

– un progetto da 10 milioni di euro con l’Organizzazione marittima internazionale (IMO) concernente l’attenuazione dei cambiamenti climatici nel settore della navigazione marittima. Il progetto mira a istituire cinque centri di cooperazione di tecnologia marittima, uno in ciascuna delle regioni interessate, ossia Africa, Asia, Caraibi, America latina e Pacifico, costituendo in tal modo una rete globale. La rete ha il compito di consentire ai paesi in via di sviluppo di queste regioni di mettere a punto misure di efficienza energetica nel settore dei trasporti marittimi;

– uno stanziamento di 1,5 milioni di euro per ridurre le emissioni di particolato carbonioso nell’Artico. Il progetto è inteso a rafforzare la cooperazione internazionale volta a tutelare l’ambiente dell’Artico;

– un contributo di 600.000 euro nell’arco dei prossimi due anni per un progetto artico integrato incentrato sui tre ambiti prioritari della politica dell’UE per l’Artico: cambiamenti climatici e tutela dell’ambiente artico, sviluppo sostenibile nell’Artico e nella zona circostante e cooperazione internazionale sulle questioni riguardanti la regione artica.

Tutela dell’ambiente marino. Meno del 5% delle zone marine e costiere del mondo è attualmente tutelato dalla legge e la zona di applicazione effettiva è ancor più limitata, nonostante l’obiettivo di tutela del 10% entro il 2020 fissato dalle Nazioni Unite. L’Unione europea ha pertanto annunciato quanto segue:

– la Commissione europea ha annunciato la graduale eliminazione, entro la fine del 2017, di tutti i contenitori di plastica monouso dalle fontanelle e dai distributori automatici in tutti i suoi edifici e in tutte le riunioni. Si è impegnata altresì a riferire, in occasione della conferenza “Il nostro oceano” del 2018, in merito a tutte le iniziative volte a ridurre ulteriormente l’utilizzo di altri prodotti di plastica monouso in tutti i suoi edifici ed eventi. Nell’ambito delle misure volte a conseguire tale obiettivo, l’UE intende migliorare i suoi appalti pubblici verdi, ridurre i prodotti di plastica monouso nelle mense e nelle caffetterie, promuovere l’uso dell’acqua del rubinetto, avviare una più ampia campagna di sensibilizzazione del personale in materia di riduzione, raccolta differenziata e riciclaggio dei rifiuti e rendere più ecologici gli eventi della Commissione;

– uno stanziamento di 20 milioni di euro a sostegno della gestione delle zone marine protette nei paesi dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifico tramite il programma BIOPAMA II sulla biodiversità e la gestione delle zone protette;

– insieme alla Germania, l’appoggio all’istituzione di una piattaforma intersettoriale, transfrontaliera e multilaterale in materia di governance degli oceani a livello regionale entro il 2020. Tale piattaforma sarà elaborata nel quadro del partenariato per la governance regionale degli oceani (PROG), avviato nel 2015 dal Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNEP), dall’Istituto per gli studi avanzati sulla sostenibilità (IASS), dall’Istituto per lo sviluppo sostenibile e le relazioni internazionali (Institut du Développement Durable et des Relations Internationales, IDDRI) e dal gruppo di riflessione per la sostenibilità (TMG). La Germania ha annunciato l’elaborazione della piattaforma come impegno volontario in occasione della conferenza delle Nazioni Unite sugli oceani, tenutasi dal 5 al 9 giugno 2017, in vista dell’attuazione dell’obiettivo di sviluppo sostenibile (OSS) n. 14. Il forum del PROG fornirà nuove conoscenze sulla governance integrata degli oceani a tre diversi livelli: 1) in ambito regionale; 2) in ambito interregionale e 3) tra il livello regionale e il livello globale. Prendendo le mosse nel 2018 da un processo improntato alla collaborazione con i partner internazionali, l’Unione europea e la Germania e organizzeranno la prima riunione nel 2019;

– un importo di 1,5 milioni di euro per analizzare gli ecosistemi e le attività economiche sulla dorsale medioatlantica e sull’altopiano del Rio Grande, al fine di contribuire alla definizione di una serie coerente di zone di particolare interesse ambientale;

– l’intenzione di sostenere la Commissione generale per la pesca nel Mediterraneo (CGPM) ai fini della creazione di una zona di restrizione della pesca di almeno 2 700 km² per proteggere gli stock demersali nell’habitat riconosciuto come terreno di crescita e riproduzione essenziale per varie specie marine al di fuori delle acque territoriali dell’Italia e della Croazia nella fossa di Jabuk/Pomo nel mare Adriatico. La creazione della zona di restrizione della pesca nella fossa di Jabuk/Pomo sarà decisa nella sessione annuale della CGPM del 16-19 ottobre 2017.

La Pesca sostenibile è un presupposto indispensabile per garantire alle generazioni future un accesso ininterrotto a prodotti ittici nutrienti e in quantità sufficiente. Per assicurare una pesca sostenibile in tutto il mondo, l’UE ha annunciato:

– uno stanziamento di 15 milioni di euro nell’ambito del programma PESCAO a favore del miglioramento della governance della pesca a livello regionale nell’Africa occidentale, con l’intento di sviluppare una politica regionale della pesca, di istituire un coordinamento regionale contro la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata (INN) e di migliorare la gestione degli stock ittici a livello regionale;

– uno stanziamento di 5,7 milioni di EUR nel 2017 per sostenere i lavori dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) e della Commissione generale per la pesca nel Mediterraneo (CGPM) intesi a migliorare la sostenibilità delle risorse della pesca nel Mediterraneo.Si tratta di un follow-up della dichiarazione MedFish4Ever, firmata il 30 marzo 2017, che sancisce l’impegno, nell’arco di dieci anni, a salvare gli stock ittici del Mediterraneo e proteggere il patrimonio ecologico ed economico della regione;

– un contributo di almeno 1 milione di euro nel 2017 al programma globale della FAO a sostegno dell’attuazione dello storico accordo sulle misure di competenza dello Stato di approdo intese a prevenire, scoraggiare ed eliminare la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata. Il programma prevede assistenza politica, giuridica e tecnica e sviluppo di capacità al fine di rafforzare l’applicazione dell’accordo. Inoltre, l’UE ha annunciato che nel 2020 ospiterà la conferenza internazionale di valutazione e revisione dell’accordo sulle misure di competenza dello Stato di approdo. L’UE ha infine annunciato che nel 2017 fornirà alla FAO un contributo pari a 225.000 euro per lo sviluppo di un sistema globale di registrazione dei pescherecci, delle navi da carico frigorifere e delle navi di appoggio in tutto il mondo;

– nuove norme che dovrebbero entrare in vigore entro la fine del 2017 allo scopo di gestire in modo migliore e più sostenibile le flotte da pesca esterne. Le nuove norme consentiranno all’Unione europea di monitorare e controllare meglio la propria flotta e di far fronte in modo efficace ai problemi connessi al cambiamento di bandiera e al noleggio, promuovendo in tal modo gli sforzi per lottare contro la pesca INN;

– il proprio impegno a raggiungere un accordo multilaterale in materia di sovvenzioni alla pesca in occasione dell’11ª Conferenza ministeriale dell’OMC che si terrà a Buenos Aires nel dicembre 2017. A tal fine, nel luglio 2017 l’UE ha presentato in sede di Organizzazione mondiale del commercio una proposta riveduta volta a vietare talune forme di sovvenzioni alla pesca che contribuiscono alla sovraccapacità e alla pesca eccessiva, a eliminare le sovvenzioni che contribuiscono alla pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata e a scongiurare l’introduzione di nuove sovvenzioni di questo tipo. La proposta, intesa ad attuare l’OSS 14.6, contiene anche disposizioni su una maggiore trasparenza e orientamenti in materia di trattamento speciale e differenziato per i paesi in via di sviluppo e meno sviluppati. Inoltre, l’UE farà tutto il possibile per promuovere tale accordo e sostenerlo attraverso le fasi di negoziazione e attuazione.

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