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Violenza contro le donne: questione pervasiva di diritti umani

La Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, che si celebra in tutto il mondo il 25 novembre 2021, costituisce un’occasione di riflessione, dibattito e impegno sul tema, per azioni concrete di contrasto agli atti di violenza e di maltrattamenti di cui le donne sono vittime e che durante la pandemia sono aumentati, anche in Italia come rilevato dal report dell’Istat.

Il 25 novembre 2021 è la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne (International Day for the Elimination of Violence against Women), adottata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite con risoluzione del 17 dicembre 1999, che ha definito violenza contro le donne “qualsiasi atto di violenza di genere che si traduca, o che possa comportare come risultato, un danno o una sofferenza fisica e psicologica per le donne, comprese le minacce di tali atti, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà, che si verifichi nella vita pubblica o privata”.

La data del 25 novembre fu adottata, ufficializzando di fatto quella che era stata scelta da un gruppo di donne attiviste che, riunitesi nell’Incontro Femminista Latino-americano e dei Carabi (Bogotà, 1981), avevano voluto ricordare il giorno del brutale assassinio nel 1960 delle 3 sorelle Mirabal, tenaci oppositrici del regime di Rafael Leónidas Trujillo, il dittatore che tenne la Repubblica Dominicana nell’arretratezza e nel caos per oltre 30 anni.

La Giornata rappresenta un momento di riflessione, di dibattito e di impegno sul tema, per azioni concrete di contrasto agli atti di violenza e di maltrattamenti di cui le donne sono vittime in tutto il mondo.

La violenza contro le donne è la questione dei diritti umani più pervasiva e pressante  donne e le ragazze continua a essere nel mondo di oggi – ha affermato nel suo messaggio per la Giornata il Segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio GuterresOltre che crimine ripugnante è un’emergenza di salute pubblica, con conseguenze di vasta portata per milioni di donne e ragazze in ogni angolo del globo”.

Gli ultimi dati di UN Women confermano che durante la pandemia di COVID-19 i livelli di violenza contro donne e ragazze sono aumentati – ha proseguito Guterres – In 13 Paesi, circa la metà delle donne ha riferito di aver iniziato a subire violenze durante la pandemia. Quasi un quarto di loro ha riferito che i conflitti familiari sono diventati più frequenti. Una percentuale simile ha affermato di sentirsi meno al sicuro a casa”.

UN Women è l’Agenzia delle Nazioni Unite per l’emancipazione femminile e l’uguaglianza di genere che supporta gli Stati membri delle Nazioni Unite per rendere la visione degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, sostenendo l’equa partecipazione delle donne in tutti gli aspetti della vita. Nel suo ultimo Rapporto Progress on the Sustainable Development Goals: The gender snapshot ha rilevato che la pandemia ha arrestato e persino invertito i progressi nell’espansione dei diritti e delle opportunità delle donne. Le donne non hanno recuperato i posti di lavoro e il reddito persi, la fame è in aumento e la chiusura delle scuole minaccia i l’istruzione scolastica delle ragazze. La partecipazione delle donne nel governo, nella ricerca e nella gestione delle risorse rimane tutt’altro che equa. I gruppi vulnerabili di donne, comprese le migranti, le persone con disabilità e le persone colpite da conflitti, vengono spesso lasciati indietro. Le disparità tra paesi ricchi e paesi poveri stanno impedendo la parità di accesso ai vaccini e ai trattamenti salvavita per il COVID-19, mettendo a rischio sproporzionato le donne nei Paesi più poveri.

La violenza in qualsiasi parte della società colpisce tutti noi – ha sottolineato il Segretario ONU – Dalle cicatrici sulla prossima generazione all’indebolimento del tessuto sociale. Possiamo tracciare una linea retta tra violenza contro le donne, oppressione civile e conflitto violento. Dallo stupro e dalla schiavitù sessuale usati come strumenti di guerra, al filo della misoginia che attraversa l’estremismo violento. Ma la violenza contro le donne non è inevitabile. Le politiche e i programmi giusti portano risultati. Occorrono strategie globali e a lungo termine che affrontino le cause profonde della violenza, proteggano i diritti delle donne e delle ragazze e promuovono movimenti forti e autonomi per i loro diritti”.

Il 25 novembre è anche l’Orange Day della Campagna dell’ONU “Say NO – UNiTE”, che come le precedenti edizioni, segna la data del lancio di 16 giorni di attivismo che si concluderà il 10 dicembre 2018 Giornata per i Diritti Umani”, proprio per sottolineare il fatto che la violenza contro le donne è una vera e propria violazione dei diritti umani.

Il tema del 2021 è  “Orange the World: End Violence against Women Now!”, l’arancione è il colore scelto per la Campagna per rappresentare un futuro più luminoso e libero dalla violenza contro donne e ragazze.

Per quanto riguarda l’Italia, è l’Istat che ogni anno alla vigilia della Giornata diffonde il report sui dati statistici della violenza sulle donne. E per la prima volta ha condotto l’indagine sui dati inediti provenienti dalla Rilevazione sulle utenti dei Centri antiviolenza (CAV), dalle chiamate al 1522, il numero di pubblica utilità istituito dal Dipartimento per le pari Opportunità presso la Presidenza del Consiglio, e dai dati su denunce alle Forze di Polizia e omicidi, di fonte Ministero dell’Interno. Queste fonti consentono di valutare alcuni aspetti rilevanti della risposta del sistema della protezione e del contrasto della violenza di genere al tempo della pandemia.  

Nel 59,8% dei casi l’autore della violenza è il partner convivente, nel 23% un ex partner, nel 9,5% un altro familiare o parente; le violenze subite fuori dall’ambito familiare e di coppia costituiscono solamente il restante 7,7% – si legge nel rapporto Se si considerano le tre combinazioni di violenza analizzate precedentemente, l’autore è quasi esclusivamente il partner (attuale o ex): per la violenza fisica e quella psicologica le percentuali raggiungono l’86% (68% da partner attuale e 18% da ex partner); per la violenza fisica insieme alle minacce, alla violenza psicologica e a quella economica l’89% (75% da partner attuale e 14% da ex partner); per la violenza fisica con le minacce e la violenza psicologica l’87% (70% da partner attuale e 17% da ex partner)”.

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