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Tasse energetiche: Commissione UE avvia consultazione

tasse energetiche commissione UE avvia consultazione

C’è tempo fino al 4 giugno 2018 per partecipare alla Consultazione pubblica avviata dalla Commissione UE per raccogliere informazioni fattuali, dati, conoscenze e la percezione da parte degli utenti in merito alla Direttiva 2003/96/CE sui livelli minimi di tassazione dei prodotti energetici e dell’elettricità, attuata in Italia con il D.Lgs. n. 26 del 2 febbraio 2007, al fine di valutare se gli attuali livelli applicati ai carburanti per motori, ai combustibili per riscaldamento e per produrre elettricità, sono ancora adatti allo scopo, in particolare se garantiscono il corretto funzionamento del mercato interno.

La Direttiva sulle tasse energetiche stabilisce quali esenzioni e riduzioni sono ammesse per le tariffe standard degli Stati membri e a quali condizioni. Alcune esenzioni sono obbligatorie, come quelle che si applicano ai prodotti energetici e a quelli utilizzati per la produzione di energia elettrica.

Si applicano anche esenzioni facoltative e riduzioni, per esempio a favore delle imprese a forte consumo di energia. La maggior parte degli Stati membri ha inoltre fatto ricorso alla possibilità di applicare aliquote nazionali differenziate agli stessi prodotti in determinate circostanze o a determinate condizioni, integrando in tal modo i diversi obiettivi politici nella loro politica energetica.

L’obiettivo della Direttiva sulle tasse energetiche è garantire che il mercato interno funzioni in modo efficace ed evitare la doppia tassazione o gravi distorsioni degli scambi e della concorrenza tra le diverse fonti di energia e fra i consumatori e i fornitori di energia che potrebbero derivare da notevoli differenze fra le aliquote d’imposta nazionali.

Il quadro in materia di accise ha portato alla convergenza delle legislazioni nazionali degli Stati membri dell’UE, ma deve ancora affrontare una serie di sfide strutturali. Queste sfide riguardano in particolare la creazione di condizioni di parità nel mercato unico e la circolazione dei prodotti energetici all’interno dell’Unione.

Nel 2011, con la Comunicazione (2011) 169  la Commissione UE aveva presentata già una proposta emendativa della Direttiva 2003/96 con lo scopo di promuovere l’efficienza energetica e un consumo più rispettoso dell’ambiente, nonché promuovere il mercato delle energie alternative, rimuovendo sussidi ingiustificati a determinati prodotti energetici (come diesel e carbone), offrendo un trattamento coerente a tutte le fonti di energia.
In pratica era una proposta di carbon tax attraverso il ricalcolo delle tasse energetiche suddivise in due componenti:
– una basata sulle emissioni di CO2;
– l’altra sul contenuto energetico.

Sulla base di tali orientamenti, l’Italia nella Legge n.23 dell’11 marzo 2014 recante disposizioni per un sistema fiscale più equo, trasparente e orientato alla crescita, aveva introdotto l’art. 15 Fiscalità energetica ambientale, finalizzata a orientare il mercato verso modi di consumo e produzione  sostenibili e a rivedere la disciplina delle accise sui prodotti  energetici e sull’energia elettrica, anche in funzione del contenuto di carbonio e delle emissioni di ossido di azoto e di zolfo. Il gettito derivante sarebbe stato destinato alla riduzione della tassazione sui redditi, in particolare, sul lavoro generato dalla “green economy”, ed al finanziamento delle tecnologie a basso contenuto di carbonio, nonché alla revisione del finanziamento dei sussidi alle fonti di energia rinnovabili.

Ma quella proposta di revisione della Direttiva fu ostacolata, soprattutto dal Consiglio UE, e così dopo aver constatato l’impossibilità di trovare un Accordo, la Commissione UE decideva 3 anni fa di ritirare la proposta di revisione.

Evidentemente, l’Accordo di Parigi sui Cambiamenti Climatici, il nuovo Pacchetto Clima ed Energia al 2030 e gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda ONU 2030, hanno convinto la Commissione che non è più procrastinabile un intervento di adeguamento della Direttiva.

Anche l’OCSE  di recente è intervenuta con un Rapporto in cui si sollecitano i Paesi membri ad introdurre modifiche all’attuale sistema di tasse energetiche troppo basse, affinché si producano i benefici effetti ambientali e la riduzione delle emissioni necessaria per contrastare i cambiamenti climatici.

A chi è rivolta la Consultazione
L’energia è utilizzata praticamente in tutti i settori dell’economia e dalle famiglie. Le norme in materia di imposte sull’energia sono complesse, nel senso che vi sono diverse aliquote fiscali a seconda dell’utilizzo dell’energia, unitamente a un’ampia serie di riduzioni fiscali facoltative e regimi di esenzione che fanno una grande differenza a livello di tassazione del consumo di energia nei diversi settori economici.

Pertanto, le parti interessate sono numerose e tra queste vi sono in particolare i produttori e i commercianti di prodotti energetici e di energia elettrica, i consumatori di energia elettrica di diversi settori economici (alcuni ad alta intensità energetica, altri addirittura esclusi dal campo di applicazione della direttiva sulla tassazione dell’energia), i fabbricanti di mezzi di trasporto, i prestatori di servizi di trasporto, le autorità pubbliche, i cittadini e il mondo accademico.

Come partecipare
Per partecipare alla Consultazione bisogna compilare il questionario disponibile in tutte le lingue ufficiali dell’UE, che richiede circa 30 minuti di tempo, entro il 4 giugno 2018.

Il questionario online consente ai partecipanti di caricare un documento, ad es. un documento di sintesi. Il documento sarà pubblicato insieme alla risposta e preso in considerazione per l’analisi dei risultati.

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