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Smog: Torino, Milano e Napoli le città europee più inquinate

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Legambiente ha diffuso la classifica delle città europee dove la situazione dello smog è più critica.
Il 30 gennaio i Ministri dell’Ambiente di 9 Paesi membri (tra cui l’Italia) dovranno presentare alla Commissione UE le azioni concrete che intendono intraprendere per rispettare i limiti di qualità aria-ambiente, evitando il deferimento alla Corte di Giustizia europea dopo reiterate procedure di infrazione che non hanno sortito effetto.

In attesa di diffondere i dati sull’emergenza smog in Italia nel 2017 con la pubblicazione dell’annuale Rapporto “Mal’aria di città” che sarà presentato il 29 gennaio 2018, Legambiente ha anticipato con un comunicato all’ANSA, la scheda sulle città europee più critiche per l’inquinamento atmosferico, dal titolo “Che aria tira in città: il confronto con l’Europa“.

Come era facile prevedere, stante i continui sforamenti dei limiti e le conseguenti ordinanze di interdizione al traffico veicolare che si sono succeduti nel corso di questi anni, Torino, Milano e Napoli sono in testa alla classifica delle città europee più critiche per lo smog, elaborata sulla base dei dati 2013-2014 dell’ultimo report del 2016, diffuso dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).

Tuttavia, negli anni successivi al 2013-2014, la situazione delle città italiane non è migliorata di molto, a conferma di una “cronicità delle lacune per l’inquinamento atmosferico“, ha spiegato il coordinatore dell’ufficio scientifico di Legambiente, Andrea Minutolo.

I valori peggiori per concentrazione media annuale di polveri sottili (PM10) si registrano a Torino (39 microgrammi per metro cubo), Milano (37) e Napoli (35), che primeggiano su Siviglia, Marsiglia e Nizza dove la concentrazione media annuale è di 29. Roma si piazza con Parigi al 7° posto (28).

Il tema è piuttosto “caldo”, dal momento che il 30 gennaio 2018 c’è la convocazione a Bruxelles delle competenti autorità di Governo di 9 Stati membri dell’UE (tra cui l’Italia), da parte della Commissione UE, per conoscere quali misure adeguate intendano intraprendere per correggere la situazione attuale senza indugio e nel rispetto della legislazione europea.

Il Comunicato della Commissione UE è successivo alle indiscrezioni in merito che erano state diffuse da Politico.eu, giornale on line di capitale tedesco-americano che si prefigge di “diventare il medium dominante di tutto il continente per quanto riguarda la politica e le politiche europee”, come ha dichiarato il suo Capo redattore John Harris.

Probabilmente, la Commissione UE avrebbe voluto evitare di dare risalto a tale “incontro convocato per tre motivi – ha dichiarato il Commissario per l’Ambiente Karmenu Vellaproteggere i cittadini, chiarire che ci saranno conseguenze giuridiche se non vi sarà un miglioramento della qualità dell’aria, ricordare agli Stati membri che questa opportunità è l’ultima di una lunga, alcuni direbbero troppo lunga, serie di offerte di aiuto, consulenze e avvertimenti”.

“La Commissione – prosegue il Comunicato – ha una responsabilità diretta nei confronti di milioni di cittadini europei – giovani e anziani, malati e sani – che risentono della scarsa qualità dell’aria. I genitori dei bambini che soffrono di bronchite o i figli di chi soffre di malattie polmonari vorrebbero vedere un miglioramento della qualità dell’aria il prima possibile. Per loro, i piani d’azione con obiettivi a 10-12 anni o i piani inefficaci sono inutili”.

I 9 Paesi (oltre all’Italia, Repubblica ceca, Germania, Spagna, Francia, Italia, Ungheria, Romania, Slovacchia e i Regno Unito sono quelli sottoposti alla procedura di infrazione di parere motivato (dopo c’è il deferimento alla Corte di giustizia europea)per il superamento dei limiti della normative europee sulla qualità dell’aria ambiente, soprattutto per i livelli di biossido di azoto (NO2), inquinante per il quale il termine per l’adempimento di conformità era il 2010 e per il particolato (PM10), scaduto addirittura nel 2005.

L’Italia è una delle nazioni, insieme ad alcuni Paesi dell’Est – ha sottolineato Giorgio Zampetti, Responsabile scientifico di Legambiente – che sta più debolmente e senza continuità e azioni strutturali, affrontando il tema della definitiva uscita dalle periodiche e ripetute emergenze smog”.

Nel suo ultimo Rapporto sulla “Qualità dell’Aria in Europa” dello scorso ottobre, l’Agenzia Europea dell’Ambiente, ha indicato in 487.00 le morti premature a causa dell’inquinamento atmosferico e in Italia l’esposizione a lungo termine al particolato, al biossido di azoto e all’ozono è direttamente legata a oltre 90.000 morti premature.

Nella lotta all’inquinamento atmosferico ad avviso di Legambiente “è urgente mettere in atto interventi strutturali e azioni ad hoc sia a livello nazionale sia a livello locale e regionale, ma anche ripensare le città e la mobilità. Una sfida che la prossima legislatura deve assolutamente affrontare”.

Peraltro, la Commissione UE ha adottato qualche giorno fa un Piano d’azione sull’assicurazione della conformità, costituito da una serie di misure specifiche per aiutare gli Stati membri a promuovere, monitorare e far rispettare le norme ambientali dell’UE che prevengono l’inquinamento o i danni ambientali.

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