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Sistema alimentare sostenibile: il ruolo fondamentale degli agricoltori

La Scheda della Commissione EAT-Lancet dedicata agli agricoltori che vogliano contribuire alla “Dieta della Salute Planetaria” che fa bene alla nostra salute e a quella del Pianeta, con le raccomandazioni delle misure da intraprendere per la transizione verso un sistema alimentare sostenibile.

La Commissione EAT-Lancet, composta da 37 scienziati e ricercatori di fama internazionale, ha diffuso lo scorso gennaio, come abbiamo ampiamente riportato, il Rapporto “Cibo per l’era dell’Antropocene”, dove per la prima volta vengono proposti obiettivi scientifici per quel che riguarda una dieta sana in un sistema alimentare sostenibile (Global Planetary Health Diet), finalizzata ad assicurare una nutrizione adeguata ad una popolazione mondiale che supererà al 2050 i 9 miliardi di individui, e al contempo ridurre le emissioni di gas serra. 

Oltre al Rapporto, la Commissione ha predisposto delle schede informative per le varie categorie di portatori di interesse, con le principali raccomandazioni e le specifiche azioni che ognuna di queste può intraprendere per contribuire alla Grande Trasformazione del Cibo.

In precedenza ci si siamo soffermati sulle schede dedicate a Everyone ovvero a tutti e ai decisori politici, ora proponiamo i suggerimenti e le azioni specifiche che la Commissione EAT – Lancet  ritiene debbono essere intrapresi dagli agricoltori, al fine di contribuire alla transizione sostenibile del sistema alimentare globale.

La transizione verso un’economia decarbonizzata è destinata a diventare centrale nel dibattito politico in corso per conseguire sia gli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda ONU 2030 che quelli climatici dell’Accordo di Parigi, ma se non viene percepita come necessaria e gestita in modo giusto ed equamente distribuito, potrebbe avere impatti significativi per alcuni settori chiave, regioni e paesi, con lavoratori in difficoltà, dando luogo a fenomeni come quello dei Gilets Jaunes in Francia, che inizialmente è nato come protesta per l’aumento del prezzo del gasolio a seguito dell’introduzione di una carbon tax sul carburante più inquinante e pericoloso per la salute.

Non casualmente, la Scheda della Commissione EAT-Lancet dedicata agli Agricoltori si apre con la risposta alla domanda: “Cosa dovreste sapere?
Il cibo che mangiamo, i modi in cui lo produciamo e le quantità sprecate o perse hanno importanti effetti sulla salute umana e sulla sostenibilità ambientale. Riuscire a farlo bene con il cibo sarà importante per permettere ai Paesi di raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite e quelli climatici dell’Accordo di Parigi.
– Gli agricoltori quali produttori sono importanti amministratori della salute umana e del Pianeta tramite la produzione alimentare. Tramite la scelta delle colture e i modi per produrle, l’agricoltura può diventare il principale motore della buona salute alimentare e della conservazione ambientale.

– Oggi l’agricoltura occupa quasi il 40% dei suoli, tal che gli agroecosistemi sono i più grandi ecosistemi terrestri del Pianeta. La produzione alimentare è responsabile fino al 30% delle emissioni globali di gas serra e del  70% del consumo di acqua dolce. La conversione dei suoli per la produzione alimentare è il principale fattore di perdita di biodiversità.

–  Gli alimenti che derivano dagli animali, in particolare la carne rossa, hanno un’impronta ambientale relativamente alta per porzione rispetto ad altri gruppi alimentari. Ciò ha un impatto sulle emissioni di gas serra, sull’uso del suolo e sulla perdita di biodiversità. Ciò è particolarmente vero per gli alimenti di origine animale che derivano da animali nutriti con cereali.

– Ciò che è o quel che non è consumato sono entrambi i principali driver della malnutrizione in varie forme. Globalmente, oltre 820 milioni di persone continuano a soffrire la fame ogni giorno; 150 milioni di bambini sono denutriti per lunghi periodi con conseguente ostacolo la loro crescita e lo sviluppo; 50 milioni di bambini sono gravemente affamati a causa di un insufficiente accesso al cibo.

– Al contempo, nel mondo è in aumento il sovrappeso e l’obesità. Oggi oltre 2 miliardi di adulti sono in sovrappeso e obesi e le malattie non trasmissibili legate all’alimentazione, tra cui diabetecancro e malattie cardiovascolari sono tra le principali cause di morte nel mondo.

– Il cibo può costituire un potente fattore di cambiamento: un sistema alimentare globale sostenibile entro il 2050 significa cibo sufficientemente sano per tutti, senza la conversione di uso del suolo per la produzione di cibo, proteggendo la biodiversità, riducendo il consumo d’acqua, diminuendo il rilascio di azoto e fosforo nei corsi d’acqua, annullando le emissioni di carbonio (CO2) e abbassando significativamente i livelli di quelle di metano e protossido di azoto. Sebbene gli agricoltori svolgano le loro attività localmente, l’impatto collettivo che ne deriva può spostare l’intero equilibrio delle pratiche di produzione alimentare e del più ampio sistema alimentare globale.

– Il ruolo degli agricoltori è decisivo per garantire cibo sufficiente, sano e sostenibile per tutti. Ciò richiederà un riallineamento delle priorità agricole; passando dall’enfasi posta sugli elevati rendimenti alla produzione di una varietà di alimenti sani in quantità sufficienti e di qualità accettabile senza ulteriori espansioni sugli ecosistemi naturali intatti. Ciò implica un aumento della produzione di frutta, verdura, legumi e frutta secca a guscio del 9% all’anno e del 50-150% entro il 2050.

Cosa possono fare gli agricoltori?

Adottare principi generali fondamentali
Non esistono soluzioni miracolose per la sostenibilità ambientale, ma alcuni principi chiave sono parte integrante del conseguimento del risultato finale, come combinare tra loro colture, tecniche, pratiche e tecnologie per produrre di più su meno terra, limitare la perdita di nutrienti nelle risorse idriche, stoccare carbonio nel terreno e dare spazio alla diffusione della biodiversità.

– Concentrarsi sull’applicazione di pratiche specifiche
Porre l’accento sulle pratiche che migliorano la concentrazione di carbonio nel suolo, che riducono la perdita di nutrienti dai campi e che migliorano l’efficienza del consumo di acqua per le colture. Questi sforzi aiuteranno le aziende agricole ad allontanarsi dall’essere fonti di degrado ambientale.

Ridurre le emissioni di gas a effetto serra
Il sequestro del carbonio nei terreni agricoli e al di sopra del livello del suolo deve aumentare in modo significativo e pratiche come la dissodazione conservativa o lasciare fasce di vegetazione ripariale possono sostenere gli sforzi per limitare le emissioni di gas serra. Inoltre, la riformulazione dei mangimi e degli addittivi nei mangimi contribuisce a ridurre le emissioni.

Lasciare libera dall’agricoltura la metà della Terra
La bonifica delle terre naturali per la produzione di cibo ha un enorme impatto sul clima e sulla biodiversità degli ecosistemi. Fermare l’espansione agricola dando la priorità alla massimizzazione della produzione alimentare sui terreni produttivi esistenti e concentrarsi sulla chiusura dei gap di rendimento.

Condividere l’altra metà con la natura
– Per ogni 10 ettari di terreno coltivato , mantenerne uno per le applicazioni di conservazione strategiche, ad esempio per preservare le acque o per facilitare l’accesso ai campi degli organismi benefici come gli impollinatori.

Introdurre colture sane e sostenibili
– 
Garantire che le diete di 10 miliardi di persone, oltre che salutari, siano sostenibili richiederà un aumento della produzione di frutta, verdura, legumi e noci del 9% all’anno e del 50-150% entro il 2050.

Scegliere la coltura giusto nel posto giusto
Nei prossimi decenni, il rischio di probabilità di anni caldi e siccitosi raddoppierà globalmente e addirittura triplicherebbe in alcune aree regionali. Selezionare le varietà che meglio si adattano ai cambiamenti climatici e produrre una maggiore varietà di alimenti.

Ridurre e riutilizzare i nutrienti
Adottare tecniche di agricoltura di precisione che consentano tempi più precisi nell’applicazione delle sostanze nutritive ed evitare un’eccessiva applicazione al suolo. Inoltre, adottare pratiche di compostaggio o di lavorazione conservativa, integrando quando possibile l’allevamento del bestiame nell’azienda agricola.

Non sprecare
Quasi il 30% di tutto il cibo viene perso o sprecato e si arriva fino al 50% per la frutta e verdura che hanno un ruolo particolarmente importante per la salute umana. Ridurre la perdita di cibo nell’azienda agricola, praticando una buona gestione dei parassiti e dei nutrienti.

Sostenere le attività di conservazione e gli sforzi per la sanità pubblica degli agricoltori
Riconoscere il contributo offerto dagli agricoltori per le pratiche conservative e per la salute pubblica attraverso programmi di sussidi che sostengano le economie rurali e mantengano bassi i prezzi dei prodotti alimentari.

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