Acqua Clima Risorse e consumi

Siccità nel Mediterraneo: l’allarme è ormai questione europea

Dopo settimane di avvertimenti su specifiche aree dell’Europa meridionale – dalla Sicilia alla Sardegna alla Catalogna – l’allarme siccità nel Mediterraneo è diventata una questione di rilevanza europea, come evidenzia l’ultimo rapporto dell’Osservatorio europeo sulla siccità.

Eventi di grave e prolungata siccità stanno colpendo l’Europa da più di due anni e l’Africa settentrionale da sei anni, provocando carenze idriche e ostacolando la crescita della vegetazione.

È l’allarme lanciato il 20 febbraio 2024 dall’European Drought Observatory del Joint Research Centre (EDO-JRC) della Commissione UE  nel suo ultimo Rapporto Siccità nel Mediterraneo – Gennaio 2024” che formalizza l’impatto critico della siccità prolungata e delle temperature record nell’area del Mediterraneo

Dopo settimane di avvertimenti su specifiche aree dell’Europa meridionale – dalla Sicilia alla Sardegna alla Catalogna – l’allarme siccità nel Mediterraneo diventa una questione di rilevanza europea per il resto del 2024, dal momento che non soltanto le “temperature prolungate e superiori alla media, periodi caldi e scarse precipitazioni hanno portato a gravi condizioni di siccità” nell’Italia meridionale, nella Spagna meridionale, nell’isola di Malta, in Marocco, Algeria e Tunisia, ma le previsioni a brevissimo termine non migliorano con una  primavera più calda prevista nel Sud Italia, Grecia, isole del Mediterraneo e Nord Africa, destando serie preoccupazioni per gli impatti sull’agricoltura, sugli ecosistemi, sulla disponibilità di acqua potabile e sulla produzione di energia

Ogni decimo di grado di riscaldamento globale aumenterà i rischi di siccità prolungata, motivo per cui viene chiarito che sono necessarie misure di adattamento immediate per la gestione dell’acqua e i settori dipendenti dall’acqua dolce, come l’agricoltura e la produzione di acqua potabile, “di fronte al peggioramento degli impatti” del cambiamento climatico.

Tra il 1° gennaio e il 20 gennaio 2024 la siccità ha raggiunto livelli record, dopo l’anno più caldo mai registrato dal programma satellitare Copernicus dell’UE. Mentre il livello era “critico” nelle regioni meridionali dell’Italia e della Spagna e a Malta, la situazione era “ancora più grave e prolungata” in Marocco, Algeria e Tunisia. Il minimo comune denominatore è stata la decisione di applicare “restrizioni sull’uso dell’acqua in risposta alla diminuzione della disponibilità idrica”.

I bacini idrici in Sicilia sono al di sotto del livello di allerta e “potrebbe essere necessario il razionamento dell’acqua per garantire servizi minimi”. In Sardegna, si stima che i bacini idrici contenessero meno del 50% della loro capacità nel dicembre 2023.  Il 1° febbraio in Catalogna è stata dichiarata un’emergenza siccità con severe restrizioni idriche, poiché le riserve idriche sono scese al di sotto del 16%. Sono state ordinate limitazioni anche nella regione meridionale dell’Algarve, nel Portogallo, e, in Marocco, il riempimento medio delle dighe pari a circa il 23% ha innescato il divieto di utilizzare l’acqua per la pulizia delle strade, l’irrigazione dei parchi e alcune aree agricole.

Si prevede che l’attuale manto nevoso alpino, inferiore al normale, darà un contributo ridotto allo scioglimento della neve ai flussi dei fiumi nella regione nelle prossime stagioni primaverili ed estive”.  Ancora più allarmanti sono le prospettive per l’estate poiché la siccità prolungata aumenta anche il rischio di incendi a causa della ridotta umidità del suolo”, come accaduto lo scorso anno con la stagione degli incendi più disastrosa che mai registrata in agosto nella Grecia nordorientale.

È per tutti questi motivi che l’EDO-JRC sottolinea la necessità di strategie per mitigare gli effetti del cambiamento climatico e della siccità, dal momento che il Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici (IPCC) delle Nazioni Unite ha previsto che le ondate di caldo e la siccità diventeranno più frequenti e gravi nei prossimi decenni e che il bacino del Mediterraneo sarà una delle regioni che subirà una forte riduzione delle precipitazioni.

In vista di un impatto continuo sulla regione, gli esperti di Bruxelles sottolineano la necessità di “sistemi di allarme rapido, aumentando l’efficienza idrica delle tecnologie esistenti e nuove, passando a colture più resistenti alla siccità e migliorando l’accesso alle risorse idriche.

Articoli simili

Lascia un commento

* Utilizzando questo modulo accetti la memorizzazione e la gestione dei tuoi dati da questo sito web.