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Regolamento edilizio unico per semplificazione, innovazione e sostenibilità

Regolamento edilizio unico per semplificazione innovazione e sostenibilità

Presentato il Dossier di Legambiente che ha analizzato le esperienze virtuose presenti in 1.182 Regolamenti edilizi comunali al fine di trarre indicazioni utili per proporre un regolamento tipo, secondo quanto previsto dal Decreto “Sblocca Italia”.

Promosso da Legambiente in collaborazione con Enel e con il patrocinio del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori (CNAPPC), si è svolto a Roma il 19 febbraio 2015 il Convegno “Innovazione e semplificazione in edilizia: verso il regolamento edilizio unico”, nel corso del quale l’Associazione ambientalista ha presentato uno Studio dallo stesso titolo che fa il punto sui regolamenti edilizi in Italia, per capire la situazione nei diversi Comuni e l’evoluzione della normativa europea e nazionale, in modo da trarre indicazioni per proporre un regolamento tipo.

Il Decreto “Sblocca Italia” (DL n. 133/2014, convertito in Legge n. 164/2014) prevede all’Art. 17 bis che Governo, Regioni e Autonomie locali, in sede di Conferenza unificata approvino uno schema di regolamento edilizio-tipo.
La definizione di uno strumento di questo tipo appare di grande interesse per la possibilità di individuare finalmente riferimenti omogenei in materia di innovazione energetica e ambientale, ma anche per semplificare i procedimenti per i diversi interventi. La diversità delle regole, a volte anche contraddittorie, l’incertezza sulle misure incentivanti, i vari e diffusi vincoli hanno frenato gli interventi di riqualificazione degli edifici.

Al fine di trarre indicazioni per proporre un Regolamento tipo, Legambiente ha analizzato 1.182 Regolamenti edilizi, provenienti da tutte le Regioni italiane.
“Tale strumento – ha dichiarato Edoardo Zanchini, Vicepresidente di Legambiente – può rappresentare una straordinaria occasione per individuare procedure semplificate e condivise per gli interventi di riqualificazione energetica e antisismica del patrimonio edilizio, coinvolgendo il Ministero dei beni culturali e per chiarire i parametri di riferimento per gli interventi e le prestazioni da raggiungere, tenendo conto delle Direttive europee e del quadro delle innovazioni già prodotte dai regolamenti edilizi comunali oggi diffuse nel territorio italiano. Occorre spingere l’innovazione e la semplificazione ma facendo attenzione a non abbassare l’asticella degli obiettivi energetici in edilizia e lasciando la facoltà a Regioni e Comuni, all’interno dei parametri stabiliti, di fissare obiettivi più ambiziosi di innovazione”.

Il cambiamento nel settore delle costruzioni, secondo Legambiente, viaggia veloce tra Direttive europee, che pongono obiettivi sempre più ambiziosi per migliorare l’efficienza energetica, e una spinta dal basso con un numero impressionante di esperienze virtuose. Eppure la sfida della riqualificazione del patrimonio edilizio può essere vinta solo superando le troppe barriere che esistono per gli interventi, la complessità di procedure diverse e contraddittorie, l’incertezza rispetto agli incentivi che possono spingere gli interventi virtuosi.

Tra i criteri analizzati, l’isolamento termico è affrontato in 964 Comuni. Sono 891 i casi in cui si fa obbligo di rispettare limiti precisi di trasmittanza degli edifici. La richiesta più diffusa è quella di rispettare gli obblighi previsti dalle Linee Guida Nazionali, mentre in 72 Comuni vengono incentivate tutte le azioni che portano ad un miglioramento delle prestazioni dell’edificio.

Sono 572 i Comuni che affrontano in maniera specifica le prestazioni dei serramenti, che giocano un ruolo centrale nel controllo dei consumi energetici, invernali ed estivi, oltre che assicurare un migliore isolamento acustico. Nella maggior parte dei casi, 415 Comuni, viene richiamato l’obbligo di rispettare gli specifici parametri di trasmittanza differenziati per fascia climatica e stabiliti a livello nazionale. In 156 Comuni si incentivano miglioramenti nelle prestazioni rispetto ai livelli di base.

Sono 404 i Regolamenti che trattano il ricorso ai tetti verdi. Nella maggior parte dei casi vengono citati solo facendone promozione, mentre 29 Comuni incentivano questa pratica.

L’isolamento acustico è previsto nei regolamenti di 389 Comuni italiani. In 291 di questi esiste un limite preciso per le emissioni acustiche da dover rispettare che richiama quello nazionale. In 52 Comuni sono previsti incentivi qualora si raggiungano livelli di isolamento maggiore rispetto a quelli obbligatori.

Il corretto orientamento degli edifici e la schermatura dal sole si trovano in 533 Comuni contemporaneamente. In 424 Comuni i due requisiti sono obbligatori e prevedono una percentuale variabile di oscuramento delle vetrate e l’orientamento dell’edificio lungo l’asse sud-est/sud-ovest.

Sono 261 i Comuni che affrontano la questione della permeabilità dei suoli. Non esistono norme comuni ma la grande maggioranza dà indicazioni su quanta % di un lotto edificabile debba essere lasciato a verde o comunque permeabile.

In 543 Comuni si obbliga e/o si promuove l’uso di materiali locali e riciclabili. In 61 Comuni vengono proposti incentivi per realizzare edifici con materiali naturali e riciclati. I materiali locali e naturali vengono promossi in 289 Comuni.

Il tema delle energie rinnovabili è tra i più trattati nei Regolamenti Edilizi. Sono infatti 979 i Comuni che introducono norme sul fotovoltaico e 903 quelli sul solare termico. Sui pannelli fotovoltaici prevale l’obbligo di installare 1 kW, mentre in pochi casi ormai l’obbligo è di 0,2 kW. In 265 Comuni si è inserito l’obbligo previsto dal Decreto 28/2011.
Sono 252 i Comuni che citano in maniera non obbligatoria il ricorso ad altre fonti rinnovabili. Per le biomasse si fa promozione in 158 Comuni, per l’eolico in 69 e per il mini-idroelettrico in 26.
In 275 Comuni viene affrontato il tema delle pompe di calore e caldaie a condensazione. In 22 Comuni si obbliga l’installazione (in alternativa a fonti rinnovabili) e in 234 si fa promozione sempre citando le pompe di calore e caldaie a condensazione come alternative alle fonti rinnovabili.

Sono 747 i Comuni che inseriscono il tema del risparmio idrico all’interno dei propri Regolamenti edilizi, in molti casi vengono obbligate e/o incentivate azioni come le cassette w.c. a doppio scarico e l’utilizzo dei riduttori di flusso.
Il tema del recupero delle acque meteoriche è presente in 637 Comuni, in 511 il requisito è obbligatorio, ma riguarda solo abitazioni con aree in cui è possibile riutilizzare l’acqua (giardini, garage ecc.).
Anche il riutilizzo delle acque grigie (parte delle acque domestiche derivate dagli scarichi della cucina, della doccia, vasche da bagno e lavandini) è affrontato da molti Regolamenti Edilizi. Sono infatti 247 i Comuni che includono questo tema, di cui 46 ne fanno un requisito cogente, per una % precisa del totale di acque grigie prodotte, sia nel caso di nuova costruzione sia in quello di ristrutturazioni importanti. In altri 28 casi sono previsti incentivi.
Le norme comunali possono incentivare e stimolare anche altri tipi di applicazioni legate alla risorsa idrica. In particolare, la fitodepurazione inizia ad essere una pratica diffusa proprio in quei Comuni più attenti alle tematiche citate in precedenza. Sono 117 i Comuni che parlano di fitodepurazione, in 6 di questi il requisito è incentivato, in 111 viene fatta promozione generica sull’utilità dell’intervento.

Sono 389 i Comuni che si occupano della contabilizzazione individuale del calore con impianto centralizzato di produzione. Tra questi sono 326 quelli che ne fanno un requisito cogente per i nuovi edifici o in caso di nuova installazione/sostituzione del sistema di produzione di calore.

L’adozione di sistemi di ventilazione meccanica controllata è prevista in 419 Comuni. L’obbligo, per nuovi edifici e grandi ristrutturazioni, è presente in 115 Regolamenti Edilizi, mentre in 35 casi il requisito è incentivato.

Il teleriscaldamento nei Regolamenti Edilizi viene affrontato da 349 Comuni di cui in 228 l’allaccio, se presente una rete entro 1.000 metri, è obbligatorio.

Sono 557 i Comuni che sottolineano nel proprio Regolamento l’obbligatorietà della certificazione energetica per gli edifici. Sono 69 quelli che prescrivono per i nuovi edifici e le ristrutturazioni che si raggiunga minimo la classe B, 44 in Lombardia, 9 in Trentino Alto Adige, 4 in Friuli Venezia Giulia, 3 in Veneto, 2 ciascuno nelle Marche e nel Lazio, 1 in Puglia, in Liguria, in Toscana, in Sicilia ed in Campania.

Quasi tutti gli 8.000 regolamenti edilizi, finora vigenti, sono stati redatti secondo la logica della nuova edificazione, ma ora il processo legislativo sulla riduzione del consumo di suolo, insieme alla sostenibilità ambientale economica e sociale, rendono indispensabile che il regolamento edilizio unico, fortemente voluto dagli architetti italiani, deve essere una fase importante delle politiche di RI.U.SO. per promuovere la rigenerazione urbana sostenibile – ha affermato nel suo intervento al Convegno Leopoldo Freyrie, Presidente del CNAPPC – In questo modo sarebbe finalmente più semplice l’introduzione del libretto degli edifici per la manutenzione, la sicurezza, l’abbattimento dei consumi energetici e la potenziale classificazione prestazionale degli immobili, fondamentale per il nostro Paese nel quale due edifici su tre sono in condizioni di degrado, la metà di questi edificata in zona sismica prima della obbligatorietà delle norme antisismiche. Se la sburocratizzazione del sistema amministrativo, finora poco efficiente, rappresenta di per sé un elemento molto rilevante per ridare competitività al Paese e semplificare il rapporto tra cittadino, professionista e Pubblica Amministrazione, è l’adozione del Regolamento edilizio sostenibile a rappresentare la vera svolta per il mondo dell’edilizia e per i cittadini che potranno contare su norme chiare e prestazionali, condivise su tutto il territorio nazionale e che favoriranno la qualità dell’abitare”.

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