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Agricoltura sostenibile: arriva la prima piattaforma per il crowdfunding

agricoltura sostenibile

Si chiama Barnraiser ed è il primo sito di crowdfunding dedicato al finanziamento dal basso di progetti legati alla creazione di cibo di qualità e all’agricoltura sostenibile. Per partecipare sono necessarie un’idea, la capacità di saperla raccontare e la volontà di “fare gruppo”, condividendo esperienze in una comunità che si prefigura di cambiare il mondo a partire da uno degli aspetti base della nostra vita: l’alimentazione.

Il crowdfunding (o meglio la raccolta fondi online) è una forma di finanziamento dal basso che dà la possibilità di realizzare progetti di ogni tipo. L’idea viene condivisa su una piattaforma e se piace gli utenti la possono finanziare, consentendo agli ideatori di realizzarla. Tra le piattaforme più famose ci sono Kickstarter e Indiegogo, canali non ufficiali che hanno permesso l’avvio di numerosi progetti partiti semplicemente da una buona idea. Chiunque può accedervi, anche agricoltori e allevatori.

Ed è proprio a quest’ultima fascia di utenti che si è indirizzata la creazione di Barnraiser, il primo sito di crowdfunding che finanzia progetti legati alla creazione di cibo di qualità, all’educazione alimentare, alla valorizzazione delle colture locali e all’agricoltura sostenibile. Secondo i realizzatori, questa piattaforma rappresenta un punto di svolta per la nuova generazione di agricoltori e allevatori interessati alla produzione di alimenti eco-sostenibili e alle diverse forme di artigianato agro-alimentare, ma anche un’importante opportunità per chi vede nel ritorno alla terra una possibilità di uscire dalla crisi.

Lanciato la scorsa primavera e operativo da settembre 2014, Barnraiser mira a finanziare gli “innovatori del cibo” di domani, impegnati a riportare gli alimenti salutari sulle tavole dei cittadini. Gli obiettivi secondo i quali è stato creato sono ben delineati: promuovere la cucina locale e regionale, sostenere l’agricoltura biologica e le lavorazioni eno-gastronomiche di tipo artigianale, diffondere l’educazione ambientale e alimentare tra le nuove generazioni e permettere alle piccole realtà agro-alimentare di finanziarsi.

La tendenza che prevale nei modelli tradizionali di crowdfunding già esistenti online – ha dichiarato la creatrice del progetto, Eileen Gordon Chiarello, un passato in Apple e un presente da imprenditrice agro-alimentare – è sostanzialmente questa: io creo la piattaforma, tu competi con gli altri per farti finanziare il tuo progetto. Ma non puoi solo mettere su un’idea e chiedere migliaia di dollari, non funziona così, almeno non in questo settore. Per questo il primo obiettivo di Barnraiser è quello di creare vere e proprie comunità virtuali dotate di obiettivi comuni e parallelamente sviluppare le capacità di marketing e comunicazione degli utenti”.

Infatti, a differenza degli altri siti di crowdfunding, Barnraiser vanta la presenza di una vera e propria community omogenea, improntata su una visione comune dello sviluppo e basata sulla valorizzazione del piccolo artigianato e dei prodotti locali. Chi lo desidera, sul sito, può sostenere fattorie e aziende che puntano sull’agricoltura sostenibile, progetti ambientali comunitari (come la difesa degli orti urbani), quelli legati alla creazione e alla lavorazione di cibo e alimenti artigianali, o scegliere di promuovere l’educazione ambientale e la diffusione di una corretta cultura dell’alimentazione. Fondamentali nella presentazione di ogni progetto sono i video ironici e ben curati, volti a suscitare un immediato senso di empatia con i possibili finanziatori, e le campagne di social media marketing sviluppate su piattaforme quali PinterestFacebookTwitter e Vimeo.

Una strategia a quanto pare vincente: i numeri raggiunti fino a qui sono molto incoraggianti. Barnraiser vanta già l’82% di progetti finanziati con una media di 12.000 dollari a progetto e ambisce a diventare il Kickstarter del mondo dell’alimentazione.

Diverse le idee andate a buon fine: dall’app sviluppata da un’organizzazione no profit, fallingfruit.org, con la lista dell’oltre mezzo milione di frutti, erbe, funghi e altre fonti di cibo che cresce spontaneamente nei tessuti urbani di tutto il globo, alla raccolta fondi, organizzata dalla Seattle Urban Farm Company, per l’acquisto di nuove serre e la diffusione dei prodotti locali; dal tentativo di promuovere le colture anche all’interno delle città, perfino sui tetti di scuole e ospedali o negli orti urbani, ad un curioso progetto basato sulla preservazione di alberi da frutto e bacche, piantati nientemeno che nei tempi della leggendaria “Corsa all’Oro” che ha permesso, grazie ai finanziamenti dei sostenitori, di salvaguardare varietà uniche di mandorle, noci, uve, prugne e altri frutti dalle caratteristiche molto particolari che si sono rivelati utili anche nelle colture moderne.

Per partecipare basta registrarsi sul sito e proporre il proprio progetto compilando una scheda personale. Sulla piattaforma vengono indicati tutti i passaggi necessari per promuovere e realizzare le proprie idee: dalla comunicazione all’attenzione verso gli utenti pronti a finanziare, dagli obiettivi che è ragionevole stabilire all’importanza del passaparola virale attraverso i social network.

Nessun aspetto è tralasciato su Barnraiser anche perché la scommessa è triplice: aumentare la sostenibilità alimentare tra le potenzialità del mercato globale, preservare i prodotti locali e creare nuovi posti di lavoro, dando finalmente sostanza alla locuzione “Green Economy”. Forse questa volta l’agricoltura del futuro parte dal web.

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