Sostenibilità

Rapporto BES 2023: aumentano le disuguaglianze territoriali

L’annuale Rapporto BES dell’Istat sul benessere, equo e sostenibile, che valuta il progresso di una società non soltanto da un punto di vista economico, ma anche sociale e ambientale, quest’anno rileva che oltre la metà degli indicatori ha registrato nel 2022 un miglioramento superando il livello pre-pandemico; un terzo si trova invece su un livello peggiore rispetto al 2019; il restante 13,8% degli indicatori si mantiene stabile.

Crescono le diseguaglianze territoriali e lo svantaggio delle donne, il cui tasso di occupazione rimane assai lontano dalla media UE. Anche a livello generazionale gli indicatori registrano differenze notevoli tra adulti, il cui benessere è in crescita, e i giovani al di sotto dei 24 anni, per i quali quasi la metà degli indicatori è peggiorata, specie per quanto riguarda istruzione e formazione.

È quanto rileva la X edizione del Rapporto sul Benessere Equo e Sostenibile (BES), curato presentato dall’Istat il 22 aprile 2023 nel corso di un evento in presenza e online, che fornisce annualmente un’analisi dei progressi e delle criticità delle dimensioni del benessere in Italia nei 12 domini (SaluteIstruzione e formazioneLavoro e conciliazione dei tempi di vitaBenessere economicoRelazioni socialiPolitica e istituzioniSicurezzaBenessere soggettivoPaesaggio e patrimonio culturaleAmbienteInnovazione, ricerca e creativitàQualità dei servizi) per un insieme complessivo di 152 indicatori, esaminando le differenze tra gruppi di popolazione e tra territori, e che nell’edizione di quest’anno il confronto avviene col periodo pre-pandemico.

Questa edizione del Rapporto è stata pensata per rendere evidenti al lettore le trasformazioni del Paese rispetto al 2019, l’ultimo anno prima della pandemia – scrive nella Prefazione Francesco Maria Chelli, Consigliere Istat – L’accostamento degli indicatori restituisce in modo efficace i processi sociali, economici e culturali che hanno resistito agli sconvolgimenti, senza risentirne troppo profondamente, e che oggi sono caratterizzati da un segno decisamente positivo. Da questa comparazione emergono anche i processi che hanno subito battute d’arresto, ma poi sono ripresi, anche se con qualche cedimento. Infine, il raffronto mette in luce quegli ambiti che, già deboli e incerti prima del 2019, nel 2022 ancora non esprimono segni di ripresa significativi e restano indietro rispetto ai valori precedenti alla pandemia. Le misure del BES ci mostrano come i divari territoriali, molti dei quali di lungo periodo, siano aumentati, e, a mano a mano che ci si sposta dal Nord verso il Sud e le Isole, prevalgano indicatori con segno negativo rispetto al periodo precedente. Dalla lettura per genere degli 88 indicatori che consentono questa disaggregazione, il Rapporto sul 2022 fa emergere che, per le donne, la maggior parte (52,8%) delle misure mostra un miglioramento a fronte del 38,9% riferito agli uomini, per i quali invece sono più numerose le misure in peggioramento rispetto al 2019. Tuttavia, il 39% degli indicatori fotografa ancora uno svantaggio netto per la popolazione femminile rispetto a quella maschile. E particolarmente un tasso di occupazione femminile così lontano dalla media europea e così basso da vedere esclusa dalla indipendenza economica quasi la metà delle donne. Ci sono differenze anche tra generazioni. Se più della metà degli indicatori riferiti agli adulti ha registrato un miglioramento del benessere tale da superare, nell’ultimo anno disponibile, il livello precedente alla pandemia, per i giovani con meno di 24 anni, invece, è migliorato solo il 44% degli indicatori e una quota quasi equivalente (43%) è peggiorato”.

Oltre la metà degli indicatori (53,2%) ha registrato un miglioramento superando, nell’ultimo anno disponibile, il livello del 2019; un terzo si trova invece su un livello peggiore rispetto al 2019, mentre il restante 13,8% degli indicatori si mantiene stabile sui livelli pre-pandemici.

I progressi sono stati più diffusi nei domini Sicurezza, Qualità dei servizi e Lavoro e conciliazione dei tempi di vita, con oltre il 72% degli indicatori su livelli che indicano un miglioramento rispetto al 2019. Se in alcuni casi questo miglioramento si somma a un trend precedente positivo, come ad esempio per il dominio Sicurezza, in altri si combina con criticità persistenti nel lungo periodo, come ad esempio quelle legate agli aspetti di qualità del lavoro, con peggioramenti osservati anche prima del periodo pandemico per indicatori quali gli occupati sovraistruiti e il part-time involontario.

Anche nei domini Politica e istituzioni e Innovazione, ricerca e creatività prevalgono i segnali di miglioramento, presente in due terzi degli indicatori. Ancora una volta le evoluzioni recenti si combinano con tendenze positive anche nel più lungo periodo, ad eccezione per la partecipazione elettorale, in forte calo, e di alcuni indicatori del dominio Innovazione, ricerca e creatività che, nel decennio che ha preceduto la crisi pandemica, erano migliorati troppo lentamente per recuperare l’ampio ritardo preesistente rispetto alla media europea. Tuttavia, anche in alcuni di questi domini con evoluzioni complessivamente positive non mancano le criticità, accentuate negli anni più recenti. È il caso, ad esempio, del rapporto tra i tassi di occupazione delle donne tra i 25 e i 49 anni con figli di età inferiore ai 6 anni e delle donne della stessa età senza figli, per il dominio Lavoro e conciliazione, che passa da 75,4 nel 2019 a 72,4 nel 2022; dell’indicatore sulla rinuncia a prestazioni sanitarie, per il dominio Qualità dei servizi, che passa dal 6,3% al 7,0%, anche se in ripresa rispetto al picco dell’11,0% raggiunto nel 2021 a causa delle rinunce dovute al COVID-19.

Un segnale di accresciuta criticità si osserva anche per il dominio Politica e istituzioni, nella durata dei procedimenti civili, che passa dai 421 giorni del 2019 ai 433 nel 2022. Tra i domini caratterizzati dall’andamento complessivamente più critico negli ultimi 3 anni si trovano Relazioni sociali, Benessere soggettivo, Benessere economico e Istruzione e formazione, con la maggior parte degli indicatori in peggioramento. Le evoluzioni recenti si aggiungono al quadro preesistente di miglioramenti troppo deboli per colmare i divari con la media UE-27, per gli indicatori di Istruzione e formazione, e all’andamento prevalentemente sfavorevole per gli indicatori di Benessere economico nel periodo fino al 2019.

Gli andamenti negativi recenti per gli indicatori di Relazioni sociali contrastano invece con le tendenze positive registrate nel periodo precedente alla pandemia per alcuni indicatori, tra cui la quota di popolazione che esprime fiducia verso gli altri e di quella che dichiara di avere persone su cui contare. In particolare, nel caso del Benessere economico peggiora la percezione della situazione economica della famiglia, con un incremento di quasi 10 punti percentuali della quota di famiglie che dichiarano che la propria situazione economica è peggiorata rispetto all’anno precedente (35,1% nel 2022). Andamento analogo si osserva per la quota di persone che dichiarano di arrivare a fine mese con grande difficoltà e per la quota di persone che vivono in famiglie con una situazione di grave deprivazione abitativa, in aumento tra il 2019 e il 2021, con percentuali che arrivano rispettivamente al 9,1% e al 5,9% nel 2021.

Sette indicatori di Istruzione e formazione su dodici peggiorano; tra questi si segnala l’impoverimento delle competenze alfabetiche e numeriche degli studenti della scuola secondaria di primo grado e il crollo, solo parzialmente recuperato nel 2022, nella partecipazione culturale fuori casa e il calo nella lettura di libri e quotidiani.

Nel dominio Relazioni sociali cinque indicatori (soddisfazione per le relazioni familiari e amicali, partecipazione sociale, attività di volontariato, finanziamento delle associazioni) si trovano nel 2022 su livelli inferiori a quelli rilevati nel 2019; la ripresa recente, dunque, non è stata sufficiente a recuperare il calo dei due anni di pandemia.

Il dominio Salute, in cui nel 2019 tutti gli indicatori segnavano livelli migliori rispetto al 2010, ad eccezione di quello relativo alla mortalità per demenze e malattie del sistema nervoso degli anziani, presenta un’evoluzione recente negativa, con oltre un terzo degli indicatori rimasti stabili e oltre un quarto su livelli peggiori rispetto al 2019. Nel confronto 2019 – 2022, oltre al mancato recupero dei livelli pre-COVID per la speranza di vita alla nascita, si segnala un peggioramento per gli stili di vita: l’indicatore di sedentarietà, l’abitudine al fumo e l’indicatore di adeguata alimentazione, in particolare, si posizionano su livelli più critici rispetto a quelli osservati nel 2019.

Gli indicatori di Benessere soggettivo in peggioramento mostrano andamenti differenziati: se da un lato la soddisfazione per il tempo libero mostra un parziale recupero nel 2022, dopo un forte crollo a seguito delle restrizioni per contenere i contagi durante le fasi più acute della pandemia, dall’altro si inverte la tendenza di progressiva crescita della visione ottimistica del futuro e di decrescita del pessimismo, che si era mantenuta anche nei due anni di pandemia, tuttavia l’indicatore di soddisfazione per la vita nel complesso conferma la crescita registrata già nel 2021, mantenendo i livelli più alti fin qui registrati.

Nel dominio Ambiente sono sempre più evidenti i mutamenti delle condizioni climatiche, in particolare l’aumento delle temperature e degli eventi estremi, testimoniato dagli indicatori sulla durata dei periodi di caldo, la siccità e gli eventi alluvionali. Nel dominio Paesaggio e patrimonio culturale l’indicatore relativo alla densità e rilevanza, in termini di fruizione, del patrimonio museale, non recupera i livelli 2019 nonostante la ripresa registrata nel 2021.

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