Benessere Società Sostenibilità

Rapporto BES 2017: in Italia crescono benessere e disuguaglianze

Rapporto BES 2017

L’annuale Rapporto BES 2017 dell’Istat basato su una lettura della realtà italiana che affianca a misure economiche una serie di indicatori di benessere, equità e sostenibilità, che saranno inserite nel prossimo Documento di Economia e Finanze del 2018, segnala che, in una situazione di diffuso miglioramento nel 2016 per gran parte degli indici, permangono alcune criticità in larghi strati della popolazione, in particolare per i giovani e le donne, per l’acuirsi soprattutto della disparità e della precarietà occupazionale.

L’Istituto nazionale di statistica (Istat) ha diffuso la V edizione del Rapporto sul BES 2017 – Benessere Equo e Sostenibile in Italia che si inserisce nell’ambito del dibattito internazionale sul “superamento del PIL”, nella consapevolezza che i parametri sui quali valutare il progresso di una società non possono essere esclusivamente di carattere economico, ma devono tener conto anche delle fondamentali dimensioni sociali e ambientali, corredate da misure di disuguaglianza e sostenibilità.

Il Presidente dell’Istat Giorgio Alleva, alla presentazione del Rapporto avvenuta a Roma il 15 dicembre 2017, ha espresso soddisfazione per il riconoscimento di affidabilità e solidità metodologica del sistema BES dell’Istat da parte del Comitato incaricato della selezione degli indicatori di benessere equo e sostenibile da inserire nella programmazione della politica economica del Governo.

Il 15 novembre 2017, infatti, è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) recante “Individuazione degli indicatori di benessere equo e sostenibile (BES)”, come previsto dalla Legge163/2016, da inserire nel Documento di Economia e Finanze del 2018.

L’edizione di quest’anno incorpora importanti revisioni al sistema di indicatori in accordo con l’approccio che vede nel BES un sistema di misurazione dinamico – ha affermato Alleva – L’evoluzione del contesto sociale ed economico nel quale prende forma il concetto stesso di benessere e la disponibilità di nuove informazioni statistiche impongono costanti verifiche sull’insieme di indicatori affinché questi svolgano in maniera accurata il compito di rappresentare il benessere nella nostra società”.

Il set di indicatori nell’edizione Rapporto BES 2017 è stato così revisionato: ne sono stati eliminati 11; ne sono stati sostituiti 3; altri 2 sono stati spostati in altri domini e sono stati introdotti 10 nuovi.
Pertanto in totale quest’anno gli indicatori sono 129, ripartiti nei tradizionali 12 Domini: Salute; Istruzione e formazione; Lavoro e conciliazione tempi di vita; Benessere economico; Relazioni sociali; Politica e istituzioni; Sicurezza; Benessere soggettivo; Paesaggio e patrimonio culturale; Ambiente; Innovazione, ricerca e creatività; Qualità dei servizi.

Inoltre, come già avvenuto nell’edizione dello scorso anno, l’Istat ha deciso di affiancare la diffusione del Rapporto BES, con il rilascio di una nuova batteria di indicatori per il monitoraggio degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile di cui all’Agenda ONU al 2030. In questa seconda ricognizione sono considerate 109 misure e, per queste, sono resi disponibili 201 indicatori. Per 69 di questi, già diffusi a maggio, sono stati effettuati aggiornamenti delle serie storiche o, in alcuni casi, si è proceduto ad un incremento delle disaggregazioni, testimoniando il proseguimento delle attività dell’Istat in questo importante ambito.

Dal Rapporto emerge un diffuso miglioramento nel periodo 2015-2016 per 11 dimensioni su 15 (rispetto ai 12 domini di analisi, in 9 casi si è proceduto alla rappresentazione attraverso un unico indice composito, mentre per 3 domini sono stati considerati due distinti indicatori sintetici),  in particolare per: soddisfazione per la vitacondizioni economiche minimeistruzione e formazioneoccupazione.

Di contro, c’è un peggioramento netto per 4 dimensionireddito e disugualianzarelazioni socialiqualità dei serviziinnovazione, ricerca e creatività.

C’è da rilevare, inoltre, un divario territoriale molto ampio :
– nel Nord quasi tutte le dimensioni del benessere sono migliori rispetto alla media nazionale, in particolare occupazione e reddito e disuguaglianza;
– il Centro è sostanzialmente allineato al Nord;
– il gap del Mezzogiorno è elevatissimo soprattutto per occupazione reddito e disuguaglianza, paesaggio e patrimonio culturale, condizioni economiche minime, qualità del lavoro.

Di seguito la sintesi sintesi del Rapporto

I domini in miglioramento
Istruzione e formazione: migliora la partecipazione ai processi formativi e si riduce in parte il divario con gli altri Paesi europei.
Politica e istituzioni: progressi per la presenza femminile nei luoghi decisionali, anche grazie ai recenti interventi legislativi, permane tuttavia una diffusa insoddisfazione nei confronti delle istituzioni.
Sicurezza: il complesso degli indicatori soggettivi e oggettivi sono in miglioramento o stabili, con un forte territoriale per la percezione di sicurezza presenta un forte gradiente territoriale; in lieve flessione i reati predatori (furti in abitazioni, rapine, borseggi).

I domini in miglioramento ma con qualche discontinuità
Salute: riprende la crescita della speranza di vita dopo la flessione del 2015, legata ad una combinazione di oscillazioni demografiche e fattori congiunturali di natura epidemiologica e ambientale; l’Italia è tra i Paesi più longevi in Europa, ma si evidenzia uno svantaggio nel numero di anni senza limitazioni (- 1,6 per gli uomini; -1,9 per le donne), mentre il 25% dei bambini e ragazzi tra 6 e 17 anni è obeso o sovrappeso, quota che sale al 35% se entrambi i genitori presentano eccesso di peso.
Benessere soggettivo: sembra chiudersi un periodo di forte insoddisfazione iniziato nel 2012, con la soddisfazione per la propria vita che nel 2016 risale al 41% contro il 35,1% del 2015; aumenta, però, l’incertezza rispetto al futuro con il 25,4% (+2%) di quanti non sono in grado di esprimere una previsione sull’evoluzione della propria situazione nei prossimi 5 anni.
Ambiente: in miglioramento alcuni indicatori di pressione sull’ambiente, con il conferimento dei rifiuti in discarica che diminuisce, mentre aumenta la raccolta differenziata e la depurazione delle acque reflue; segnali negativi sul fronte della gestione idrica (dispersione oltre il 40%, in peggioramento) e aumento delle emissioni pro-capite di CO2 e di altri gas climalteranti.
Innovazione, ricerca e creatività: cresce la presenza di laureati nelle professioni scientifiche-tecnologiche e l’intensità della ricerca, mentre diminuisce la quota di occupati nelle imprese creative, specie tra gli artigiani, e segnali negativi vengono sulla capacità dell’Italia di favorire prospettive di occupazione altamente qualificata, tant’è che solo il 31,2% dei giovani laureati che hanno lasciato il Paese sono rientrati.

I domini con segnali discordanti
Lavoro e conciliazione tempi di vita
: significativo miglioramento del mercato del lavoro, misurato dall’aumento del tasso di occupazione (61,6%) e dalla riduzione di quello di mancata partecipazione (21,6%); si accentuano, comunque, i divari territoriali tra Nord e Mezzogiorno con una distanza di 23,6 punti percentuali; permane elevato il gap di genere per tasso di occupazione e part-time involontario.
Benessere economico: aumenta il reddito netto disponibile pro-capite (18.191 euro nel 2016), ma l’indice di disuguaglianza sale a 6,3, contro il 5,8 della precedente rilevazione; c’è stabilizzazione della quota di persone in povertà assoluta, ma è in crescita tra i giovani.

I domini in ripresa
Paesaggio e patrimonio culturale
: torna a crescere la spesa pubblica comunale per la cultura, pur con forti differenze regionali; il peso dell’abusivismo edilizio conosce una battuta d’arresto (19,6 costruzioni abusive ogni 100 autorizzate), anche se non è ancora ai livelli pre-crisi economica (19 su 100); la quota di italiani insoddisfatti del paesaggio del luogo in cui vivono scende nel 2016 al 21,5% contro il 22,7% del 2015.

I domini in netto peggioramento
Relazioni sociali
: partecipazione politica ridotta in tutte le fasce d’età, anche se in modo più marcato nella popolazione di 35-44enni; tra i dirigenti, gli imprenditori e i liberi professionisti.
Qualità dei servizi: riduzione della quota di bambini che hanno usufruito dei servizi comunali per l’infanzia al Nord, e dell’offerta di trasporto pubblico al Centro, mentre al Mezzogiorno è più contenuto in virtù dei buoni risultati per quanto riguarda i servizi sociali considerati; oltre un quarto delle famiglie potrebbe beneficiare della banda larga, ma solo il 6% risulta abbonata al servizio e l’obietti di raggiungerle tutte entro il 2020 sembra assai lontano.

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