Politica

Previsione strategica UE 2023: sostenibilità e benessere

La Commissione UE ha pubblicato la Relazione di previsione strategica che esamina le sfide sociali ed economiche più rilevanti e collegate dell’UE per una trasformazione socioeconomica equa e di successo, per raggiungere la neutralità climatica e la sostenibilità, tra cui i cambiamenti geopolitici, la ricerca di un’economia e di un benessere sostenibili, la crescente pressione per garantire finanziamenti sufficienti per la transizione e la crescente domanda di competenze.

L’UE è impegnata in una transizione profonda e ambiziosa per raggiungere la neutralità climatica e la sostenibilità nei prossimi decenni. Una trasformazione riuscita limiterà i rischi esistenziali del cambiamento climatico e della crisi ambientale. Sarà inoltre fondamentale per rafforzare l’autonomia strategica aperta dell’UE, la competitività a lungo termine, il suo modello di economia sociale e la leadership globale dell’UE nella nuova economia a zero emissioni nette. Per avere successo, l’UE dovrà affrontare diverse sfide che impongono di fare scelte che influenzeranno le società e le economie dei Paesi membri ad un ritmo e su una scala senza pari.

In vista del Consiglio europeo informale (Granada, in Andalusia, il 5 e 6 ottobre 2023) e dell’annuale ESPAS (European Strategy and Policy Analysis System) del 14 novembre 2023, la Commissione UE ha pubblicato la Relazione di previsione strategica Sostenibilità e benessere della persona al centro dell’autonomia strategica aperta dell’Europa” che esamina nella loro totalità le interazioni fra le dinamiche sociali ed economiche della sostenibilità, per chiarire le scelte e i costi-benefici che l’UE dovrà affrontare in futuro.

La Relazione si basa su uno Studio del Centro Comune di Ricerca (JRC) della Commissione UE, che esplora i possibili e necessari cambiamenti nei sistemi sociali ed economici europei mentre l’UE è impegnata nella gestione delle transizioni verso la sostenibilità al 2050. 

La relazione di previsione strategica 2023 giunge proprio al momento giusto: la Commissione vi espone un’analisi orientata all’azione delle grandi sfide cui l’Unione dovrà far fronte nel percorso di transizione verso la sostenibilità – ha affermato Maroš Šefčovič, Vicepresidente della Commissione UE per le Relazioni interistituzionali e le prospettive strategiche – Nell’analisi trovano riscontro l’attenzione rivolta al benessere delle generazioni attuali e future e la necessità imperativa di preservare il pianeta. L’intento è quello di mantenere l’Europa in prima linea nella transizione verso la sostenibilità, facendo leva sul nostro modello peculiare di economia sociale di mercato e sulla nostra potenza commerciale nel mondo. Aiuteremo così l’Europa a rafforzare la leadership nel mondo e concreteremo la nostra capacità di stare in piedi da soli stringendo nel contempo solidi partenariati con gli altri – vale a dire l’autonomia strategica aperta dell’Europa”.

Superare le grandi sfide sociali ed economiche

Diverse sfide attendono l’Unione nel percorso di transizione verso la sostenibilità nella sua duplice componente economica e sociale. A titolo di esempio:
in tutto il mondo l’evoluzione degli assetti geopolitici plasma l’opinione pubblica e l’azione dei governi, mettendo alla prova la cooperazione internazionale sulle grandi questioni globali, come i cambiamenti climatici o la transizione energetica;
– è necessario un modello economico nuovo, incentrato sul benessere della persona e sulla natura, dissociando la crescita economica dall’uso delle risorse e passando a una produzione e un consumo più sostenibili, stante che il 75 % delle imprese della zona euro dipende fortemente dalle risorse naturali. Le tre componenti economica, sociale e ambientale della sostenibilità sono connesse indissolubilmente;
– cresce la domanda di competenze adeguate a un futuro sostenibile. Per la competitività dell’UE sarà fondamentale la disponibilità di lavoratori dotati di competenze tecniche e trasversali adeguate: attualmente l’85 % delle imprese dell’Unione manca di personale con le competenze necessarie per accompagnare la duplice transizione verde e digitale;
– la transizione alla sostenibilità implica investimenti d’entità inedita, per i quali sarà indispensabile poter contare su risorse sufficienti provenienti sia dal settore pubblico che da quello privato.

Ambiti d’intervento


La relazione indica 10 ambiti in cui occorre una risposta politica dell’UE affinché la transizione verso la sostenibilità rimanga incentrata sul benessere della persona e della società.
1. Nuovo contratto sociale europeo, con rinnovate politiche di protezione sociale e un’attenzione particolare alla disponibilità di servizi sociali di alta qualità.
2. Approfondimento del mercato unico per promuovere un’economia resiliente a zero emissioni nette, con particolare attenzione all’autonomia strategica aperta e alla sicurezza economica.
3. Aumento dell’offerta dell’UE sulla scena mondiale per rafforzare la cooperazione con i partner fondamentali.
4. Sostegno all’evoluzione di produzione e consumo verso la sostenibilità, orientando la regolamentazione e promuovendo stili di vita equilibrati.
5. Evoluzione in una “Europa degli investimenti” mediante interventi pubblici per incentivare i flussi finanziari verso le transizioni.
6. Adeguamento dei bilanci pubblici alla sostenibilità grazie all’efficienza dell’imposizione e della spesa pubblica.
7. Ulteriore spostamento degli indicatori politici ed economici verso il benessere sostenibile e inclusivo, anche adeguando il PIL relativamente a diversi fattori.
8. Possibilità per tutti gli europei di contribuire alla transizione tramite una maggiore partecipazione al mercato del lavoro e l’enfasi sulle competenze future.
9. Rafforzamento della democrazia imperniando la formazione delle politiche sull’equità generazionale così da rafforzare il sostegno alle transizioni.
10. Integrazione della protezione civile con la “prevenzione civile” tramite il potenziamento dello strumentario dell’UE in materia di preparazione e risposta.

Secondo la Relazione di previsione strategica anche i bilanci degli Stati membri svolgeranno un ruolo significativo nel finanziamento della transizione.
L’ UE si è impegnata a spendere 578 miliardi di euro equivalenti ad almeno il 30% del suo bilancio, per azioni relative al clima dal 2021 al 2027. Tuttavia i costi e le conseguenze della crisi climatica e della biodiversità sono sconosciuti, mentre i crescenti impatti degli eventi meteorologici estremi comportano già perdite economiche significative. Migliorare la resilienza climatica in vari settori richiederà risorse significative.

Inoltre, il rapporto evidenzia il potenziale impatto sull’accessibilità economica delle assicurazioni e sui bilanci pubblici a causa dell’aumento dei rischi legati al clima.

L’investimento in sistemi di allarme rapido è enfatizzato come misura preventiva, con ogni euro investito che produce un rendimento medio di 131 euro attraverso perdite evitate, costi di risposta e benefici sociali.

Appare sempre più evidente che il vecchio modello di globalizzazione, basato sul libero scambio e sulle catene di approvvigionamento mondiali, è finito. Stiamo invece entrando in una nuova era di “geoeconomia“. Il mondo è sempre più diviso tra Occidente e Cina, e l’Europa non può restare a guardare.
Il tempo in cui la democrazia liberale era il modello più ovvio – ha dichiarato Šefčovič – è finito”..

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