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PISA 2022: la preparazione degli studenti si è abbassata

Il Rapporto PISA 2022 dell’OCSE, l’indagine triennale sulla preparazione degli studenti in matematica, scienze e lettura, evidenzia che il livello di apprendimento si è abbassato di molto, soprattutto nei Paesi avanzati, con l’Europa che registra il calo più preoccupante e l’Italia perde 15 punti rispetto ai risultati della precedente rilevazione, finendo sotto la media dei Paesi OCSE.

La preparazione degli studenti a livello globale è scesa di 16 punti in matematica e di 11 punti in lettura, l’equivalente di mezzo anno scolastico in lettura e ai tre quarti in matematica. Mentre il rendimento medio in scienze è rimasto stabile. L’Italia si segnala come il Paese con la differenza più elevata tra le ragazze e i ragazzi in termini di apprendimento della matematica, con un divario di 21 punti, mentre le ragazze hanno ottenuto un punteggio superiore di 19 punti rispetto ai ragazzi in lettura.

È quanto emerge dal Rapporto PISA 2022 (Programme for International Student Assessment) dell’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico), suddiviso per la prima volta in due volumi, l’indagine triennale condotta su studenti quindicenni di tutto il mondo che rileva in che misura la capacità dei quindicenni di utilizzare le proprie conoscenze e abilità di lettura, matematica e scienze per affrontare le sfide della vita reale.

Contemporaneamente alla presentazione dei risultati a livello mondiale, a Roma è stato presentato il Rapporto riepilogativo dei risultati del PISA 2022 relativo all’Italia. curato dall’INVALSI (Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema Educativo di Istruzione e di Formazione).

Lanciato nel 1997, la prima rilevazione è stata effettuata nel 2000, ed ha via via coinvolto un numero sempre maggiore di Paesi. Per questa ottava edizione, originariamente prevista per il 2021 e posticipata dall’organo direttivo (PISA Governing Board), composto dai rappresentanti di tutti i Paesi partecipanti, al 2022 a causa delle numerose difficoltà che i sistemi scolastici hanno dovuto affrontare a causa della pandemia COVID-19, sono stati coinvolti quasi 700.000 ragazzi di 36 Paesi OCSE e di altri 45 Paesi partner. L’Italia vi ha partecipato con un campione di 10.552 studenti provenienti da 345 scuole selezionate. 

Che il COVID-19 abbia influito sui risultati, non c’è dubbio, ma già la rilevazione del 2018 aveva indicato che c’era un trend in discesa. Il Direttore dell’OCSE per l’Istruzione e le competenze, Andreas Schleicher ha affermato durante la conferenza stampa in occasione della pubblicazione dei risultati che la pandemia “era solo una parte della storia“.

Molti altri fattori hanno influenzato l’apprendimento durante questo periodo, come la qualità dell’insegnamento a distanza e i livelli di sostegno concessi agli studenti in difficoltà“, afferma il rapporto

Peraltro, anche l’UNESCO nel suo Rapporto One year into COVID: Prioritizing education recovery to avoid a generational catastrophe”, aveva constatato che il numero di bambini con difficoltà di lettura era già salito prima della pandemia, tant’è che, presentando il Rapporto lo scorso marzo, Audrey Azoulay, la Direttrice generale dell’UNESCO aveva ammonito che “di fronte a una crisi prolungata, dobbiamo raddoppiare la nostra mobilitazione e individuare le giuste priorità, quelle che ci permetteranno di fare veramente dell’istruzione un bene comune, un diritto fondamentale. Il primo dei nostri principi è che la scuola è insostituibile, come ha dimostrato la pandemia. La seconda è che più che mai abbiamo bisogno di sistemi scolastici resilienti e innovativi per affrontare gli shock presenti e futuri. La terza è che nessuno schermo potrà mai sostituire un insegnante”.

Gli analisti dell’OCSE hanno sottolineato la natura multiforme del declino, e il ruolo delle questioni a lungo termine all’interno dei sistemi educativi. Il livello di sostegno fornito dagli insegnanti e dal personale scolastico è emerso come un fattore cruciale, poiché in alcuni sistemi mancano risorse sufficienti per l’assistenza agli studenti.

Le economie sviluppate sono state colpite in modo sproporzionato, con un calo notevole delle prestazioni in lettura e matematica, creando preoccupazioni sulle conseguenze a lungo termine sui risultati del mercato del lavoro.

Mentre i governi di tutto il mondo sono alle prese con le conseguenze della pandemia, i dati PISA suggeriscono che affrontare le sfide strutturali nei sistemi educativi è fondamentale.

Il Direttore Schleicher ha tuttavia messo in guardia contro l’eccessivo affidamento alle classifiche, sottolineando la necessità di concentrarsi sulla comprensione di come funzionano i sistemi per guidare cambiamenti politici significativi.

Il Rapporto ha indicato i Paesi asiatici quelli con i migliori risultati: il vincitore assoluto è Singapore con 560 punti, seguito da Macao (la Cina non è membro dell’OCSE), Taiwan, Giappone, Corea del Sud e Hong Kong. In fondo alla classifica c’è la Cambogia con 337 punti, Repubblica Dominicana, Kosovo, Uzbekistan, Filippine.

Mentre i Paesi asiatici dominano le classifiche, l’Europa ha registrato un calo senza precedenti nei risultati scolastici. Il migliore Paese risulta l’Estonia con 516 punti, seguita da Irlanda e Svizzera, che riescono a inserirsi nella top ten. Mentre il gruppo stagnate che si colloca attorno ai 480 punti comprende Lituania, Germania, Francia, Italia (29ma) e Spagna.

Sorprendente è la posizione degli Stati Uniti al 18° posto con 489 punti, a seguito della cattiva prestazione in matematica, al di sotto della media dei Paesi OCSE.

In particolare, la Country Notes dedicata allItalia rileva che nel nostro Paese il risultato peggiore, e l’unico a calare rispetto all’indagine di quattro anni prima, è stato quello di matematica, con un punteggio medio di 471 punti, in linea con i 472 punti della media OCSE ma inferiore di 15 punti rispetto ai risultati del 2018.

Dai risultati delle prove è emerso anche un grande divario tra i punteggi ottenuti dai ragazzi e dalle ragazze. I primi sono risultati molto più bravi in matematica: hanno ottenuto un punteggio medio superiore di 21 punti rispetto a quello delle ragazze, il divario più ampio tra tutti i Paesi considerati. Nel Nord-ovest la differenza è stata addirittura di 33 punti a favore dei maschi. Le ragazze invece si sono dimostrate più competenti nelle prove di lettura, ottenendo in media 19 punti in più rispetto ai ragazzi. In scienze maschi e femmine hanno ottenuto risultati più vicini.

Notevoli sono poi i divari tra le aree geografiche, con il Nord-Italia che ottiene punteggi nettamente superiori alle aree del Sud, in tutti e 3 gli ambiti.  Rispetto alle tipologie d’istruzione, i Licei hanno ottenuto punteggi medi superiori agli altri tipi d’istruzione in tutte e tre le discipline indagate.

In un mondo che si trova ad affrontare molteplici crisi, è forse comprensibile che quel che accade nelle scuole, nei college e nelle università può talvolta essere trascurato – scrive Schleicher in “PISA 2022: Insight and Interpretations” – Ma i politici che ignorano l’istruzione lo fanno a loro rischio e pericolo. Le nostre scuole oggi sono le nostre economie, società e democrazie di domani”.

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