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Piani energetici dei Paesi UE poco credibili e scarsamente ambiziosi

Piani energetici dei Paesi UE poco credibili e scarsamente ambiziosi

La “Coalizione per il Risparmio Energetico” salva solo quelli presentati da Croazia, Danimarca e Irlanda, giudicando la maggior parte degli altri esposta a procedure di infrazioni e multe. Se si continua sugli attuali trend si raggiungerà meno della metà dell’obiettivo vincolante del 20% al 2020. Per colmare il gap rimane a disposizione un adeguato recepimento della Direttiva sull’Efficienza Energetica.

“I Piani d’Azione per Risparmio Energetico, inviati a Bruxelles dagli Stati membri non solo mostrano scarsa ambizione, ma sono così poco credibili nel percorso indicato per raggiungere l’obiettivo vincolante da esporli a procedure di infrazioni e possibili multe”.
È questo il duro giudizio espresso da “The Coalition of Energy Savings”, il raggruppamento europeo per il risparmio energetico, che rappresenta 400 associazioni, 150 imprese, 15 milioni di sostenitori, più di 2 milioni di addetti, 1.000 città in 30 Paesi europei europei, e che ha condotto una analisi dei piani presentati dai Paesi membri dell’UE per raggiungere l’obiettivo dell’1,5% di risparmio energetico annuo, uno dei caposaldi della Direttiva 2012/27/UE sull’Efficienza Energetica (EED) che dovrebbe permettere all’Unione europea di raggiungere l’obiettivo del 20% di risparmio energetico previsto dal Pacchetto “Clima-Energia” al 2020, migliorare il rendimento energetico per il rilancio dell’economia e ridurre la dipendenza dalle importazioni energetiche.

I leader europei hanno giustamente sottolineato la necessità di limitare la domanda di energia come primo passo per ridurre la dipendenza energetica dei Paesi membri, che è esattamente ciò che la Direttiva sull’efficienza energetica dovrebbe permettere di conseguire – ha affermato Stefan Scheuer, Segretario generale della Coalizione – Ciònonostante, i Piani energetici della maggior parte dei Governi, in particolare di quelli dei Paesi dell’Europa centro-orientale non convincono che siano in grado di raggiungere i risparmi energetici minimi. È tempo ormai che gli Stati membri siano coerenti e garantiscano la conformità alla normativa UE “.

Secondo la Coalizione, quasi tutti i Paesi utilizzano le esenzioni massime previste per abbassare dell’1,5% il risparmio energetico degli usi finali, il che significa che l’obiettivo medio nell’UE è in realtà solo lo 0,8%. Inoltre, la maggior parte dei Piani è debole e aumenta il rischio per l’UE di mancare il suo obiettivo di risparmio energetico del 20% entro il 2020. Solo 3 piani, presentati da CroaziaDanimarca e Irlanda, tra i 27 pubblicati e inclusi nell’analisi, forniscono elementi di credibilità e significatività tali da indicare che possano essere raggiunti i previsti obiettivi di risparmio. Altri 12 Piani, tra cui quelli di Finlandia, Germania, Svezia e tutti i Paesi dell’Europa centrale e orientale dell’UE (tranne quelli di Croazia e Lettonia), o sono incompleti – e, quindi, impossibili da valutare – o presentano un basso prifolo. Tra gli aspetti problematici più comuni evidenziati, ci sarebbero l’errato calcolo del target, l’inammissibilità delle misure e gli inserimenti di risparmi energetici che sarebbero stati comunque conseguiti.

La buona notizia è che la diffusione dei sistemi obbligatori di efficienza energetica in un gran numero di Stati membri, dovrebbe contribuire a trasformare il mercato dell’efficienza energetica.

Molto di più, afferma la Coalizione, deve essere fatto e più rapidamente per garantire che gli impegni per l’efficienza energetica siano onorati e che i requisiti di legge siano rispettati. Gli Stati membri dispongono di ulteriori opportunità per migliorare i loro Piani, trasformandoli in azione tramite i Piani d’azione sull’efficienza energetica nazionale, da formulare entro il 30 aprile 2014, e il recepimento della Direttiva EED nelle legislazioni nazionali, trasposizione che deve essere effettuata entro il 5 giugno di quest’anno, che la Coalizione stessa ritiene essere un’occasione unica per l’Europa per centrare il suo obiettivo di risparmio energetico del 20% e metterlo sulla giusta traiettoria per una visione economica dell’energia al 2050.

Tutte le stime più recenti indicano che, sulla base degli attuali trend, l’UE al 2020 non riuscirà a raggiungere nemmeno la metà dell’obiettivo prefissato del 20% di risparmio, pari a 368 Mtep, con un gap di 190 Mtep, per colmare il quale nella Direttiva EED è delineata una varietà di scenari e opzioni.

Per visualizzare la valutazione dell’impatto delle varie opzioni e stimare quanto divario riescano a colmare, “The Coalition of Energy Savings” ha inserito sul proprio sito un Gapometro con cui ognuno, progettando le varie misure tra una serie di opzioni, può verificare il grado di ambizione per colmare il gap dall’obiettivo del 20%.

Se questo può essere considerato un “gioco”, molto più “seriamente” dovrebbe essere presa in considerazione la “Guida per un’efficace implementazione della Direttiva 2012/27/UE” che ci auguriamo sia stata consultata dai tecnici che hanno preparato lo schema di D.lgs., approvato il 4 aprile 2014 dal Governo,  per il suo recepimento e che ha già suscitato polemiche.

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