Economia e finanza Società

Oxfam Italia: le persistenti disuguaglianze del Paese

Un focus di Oxfam Italia all’interno del Rapporto sulle disuguaglianze che tradizionalmente Oxfam International presenta alla giornata inaugurale del World Economic Forum (Davos, 15-19 gennaio 2024), evidenzia come anche nel nostro Paese le disuguaglianze continuino a crescere, con l’1% più ricco, sotto il profilo patrimoniale, che detiene una ricchezza 84 volte superiore a quella del 20% più povero della popolazione.

Il Italia le disuguaglianze si intrecciano, sovrappongono e riproducono, disegnando strutture di opportunità individuali e collettive e modalità di cittadinanza ingiustamente differenziate per diversi gruppi sociali e territori, che vengono profondamente ridimensionate per chi vive nelle periferie esistenziali ovvero si trova all’intersezione di multipli fattori di svantaggio legati allappartenenza sociale e al grado di sviluppo del contesto territoriale.

Sono alcune delle considerazioni contenute nel FocusDisiguitalia: le persistenti disuguaglianze nel contesto nazionale” che Oxfam Italia ha inserito nell’edizione in italiano di “Inequality Inc. How corporate power divides our world and the need for a new era of public action”, il Rapporto che Oxfam International, la Confederazione di organizzazioni no-profit che si dedica alla riduzione della povertà globale attraverso aiuti umanitari e progetti di sviluppo, presenta ogni anno in occasione della Giornata inaugurale del World Economic Forum di Davos (15- 19 gennaio 2024) che ospita ogni anno i leader mondiali per affrontare le questioni globali e trovare soluzioni alle sfide più urgenti del mondo.

A fine 2022 in Italia, l’1% più ricco, sotto il profilo patrimoniale, deteneva una ricchezza 84 volte superiore a quella del 20% più povero della popolazione.

L’aumento tra il 2021 e 2022 dell’incidenza della povertà assoluta è attribuibile in larga parte, e malgrado il buon andamento dell’economia italiana nel 2022, all’impennata dell’inflazione e ai suoi impatti più incisivi sulle famiglie a bassa spesa rispetto a quelle benestanti – ha dichiarato Mikhail Maslennikov, policy advisor su giustizia economica di Oxfam Italia ed autore del focus – La dinamica del 2023 risentirà verosimilmente del rallentamento dell’economia nazionale e della minore capacità delle famiglie di fare affidamento sui propri risparmi. Peseranno anche la riduzione delle misure compensative contro l’impennata dei prezzi nella fase di rientro dall’inflazione. Così come la portata degli strumenti che hanno sostituito il reddito di cittadinanza. Misure che segmentano la platea dei poveri secondo discutibili criteri di meritevolezza, i cui beneficiari si stima potranno ridursi di 500mila unità rispetto alle famiglie eleggibili per il reddito di cittadinanza. Misure destinate ad aumentare la disuguaglianza, l’indigenza e l’esclusione sociale“.

In particolare, il mercato del lavoro, nonostante alcuni segnali positivi nel 2023, come il tasso di occupazione record al 61,3%, denuncia irrisolte questioni di carattere strutturale come la perdurante stagnazione salariale e la contenuta produttività del lavoro, la bassa qualità lavorativa di giovani e donne e il diffuso ricorso a forme di lavoro atipico che determina marcate disuguaglianze retributive e amplia le fila dei lavoratori poveri (ben 1 lavoratore su 8).

Se le politiche fiscali rappresentano un importante strumento di politica pubblica per aumentare l’efficienza del sistema economico e l’equità distributiva, sottolinea Oxfam Italia,  la riforma fiscale del Governo Meloni si presenta all’insegna dell’iniquità. Puntando ad individuare categorie di contribuenti da privilegiare, non interviene su questioni sistemiche come la ricomposizione complessiva del prelievo con lo spostamento della tassazione dai redditi da lavoro ad altre basi imponibili in un contesto, come quello italiano, in cui la quota dei redditi da lavoro sul PIL è in calo da anni e il prelievo sul lavoro supera di tre volte quello su profitti, rendite ed interessi. La riforma svilisce la progressività del sistema impositivo, esaspera i trattamenti fiscali differenziati di contribuenti in condizioni economiche simili, ma che derivano reddito da fonti diverse, ed è preclusiva verso la tassazione patrimoniale.

Contrastare le disuguaglianze è un imperativo ed è tutto fuorché una “missione impossibile”. Le disuguaglianze non sono infatti né casuali né ineluttabili. Sono piuttosto il risultato di precise scelte di politica pubblica che hanno prodotto negli ultimi decenni profondi mutamenti nella distribuzione di risorse e potere, dotazioni ed opportunità tra cittadini, gruppi socio-economici e territori, aumentando la marginalità (“persone che non contano”) e perifericità (“luoghi che non contano”).

Relativamente ai focus tematici del Rapporto, Oxfam Italia chiede al Governo italiano:
Misure di contrasto alla povertà
– Ripensare profondamente le misure per l’inclusione sociale e lavorativa introdotte nel 2023, riabbracciando l’approccio universalistico che garantisce a chiunque si trovi in difficoltà la possibilità di accedere a uno schema di reddito minimo fruibile fino a quando la condizione di bisogno persiste.

Misure in materia fiscale per una maggiore equità del sistema impositivo
– Riconsiderare il rafforzamento della funzione redistributiva della leva fiscale, favorire una generale ricomposizione del prelievo (con spostamento della tassazione dal lavoro su profitti, interessi, rendite finanziarie) e tutelare l’equità orizzontale del sistema impositivo
– Prevedere l’introduzione di un’imposta progressiva sui grandi patrimoni. Una misura su cui Oxfam ha lanciato la raccolta firme #LaGrandeRicchezza, a supporto di un’Iniziativa dei Cittadini Europei (ICE). In Italia, a titolo esemplificativo, l’imposta potrebbe essere rivolta al solo 0,1% più ricco della popolazione con un patrimonio netto individuale sopra i 5,4 milioni di euro. Con un potenziale gettito stimato tra 13,2 e 15,7 miliardi di euro all’anno.
Non perseguire interventi condonistici che sviliscono la fedeltà fiscale, esasperano comportamenti opportunistici e accentuano iniquità orizzontali e verticali del sistema fiscale.
Dare impulso a una serrata lotta all’evasione fiscale, a partire dall’evasione IVA con consenso, favorendo l’effettivo rafforzamento delle attività di analisi del rischio fiscale e di controllo dell’Agenzia delle Entrate.

Misure per contrastare il lavoro povero e promuovere un lavoro dignitoso per tutti
– Introdurre un salario minimo legale, indicizzato all’inflazione, affidando il compito di stabilirne i parametri definitori e le modalità di erogazione, il monitoraggio, l’adeguamento periodico a un organo consultivo con forte rappresentanza sindacale.
– Estendere erga omnes l’efficacia dei principali contratti collettivi nazionali del lavoro-.
Disincentivare l’utilizzo dei contratti non standard, introdurre forti limitazioni all’esternalizzazione del lavoro e prevedere una drastica riduzione delle forme contrattuali a tempo determinato, ricorrendo a poche e stringenti causali.
– Introdurre condizionalità all’accesso agli incentivi per le imprese come il rinnovo dei contratti collettivi scaduti che agevolino il riconoscimento di aumenti salariali, condizionalità che assicurino la riduzione dell’impiego del lavoro atipico e una più equa condivisione, tra i fattori produttivi, dei benefici ricavati dalle attività finanziate dallo Stato.

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