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Ondate di calore 2023: eccesso di mortalità in città del Centro-Sud

I risultati dei sistemi di allarme, di sorveglianza della mortalità giornaliera e degli effetti delle ondate di calore confermano l’eccesso di decessi rispetto all’atteso nel periodo 1° luglio – 4 agosto 2023 nelle città italiane del Centro-Sud, a causa delle condizioni di elevato rischio climatico associato, per alcune città del sud, all’inquinamento atmosferico da incendi.

Le ondate di calore di luglio nelle città italiane hanno causato un eccesso di mortalità nella popolazione anziana delle città del Centro-Sud e una mortalità inferiore alle attese nelle città del Nord.

Sono i dati che emergono dal RapportoRisultati dei Sistemi di allarme (HHWWS), del Sistema Sorveglianza della Mortalità Giornaliera (SISMG) e degli accessi in Pronto Soccorso (PS)” del Piano operativo nazionale per la prevenzione degli effetti delle ondate di calore, a cura del Ministero della Salute e del Dipartimento di Epidemiologia del Servizio Sanitario del Lazio.

In attesa di conoscere le conseguenze sulla salute di quest’ultima ondata di calore di agosto, l’informazione puntuale sugli impatti che derivano dall’esposizione a periodi prolungati di caldo estremo costituisce un elemento di prevenzione del rischio.

Secondo il Servizio per il Cambiamento Climatico di Copernicus (Copernicus Climate Change Service/ECMWF) il mese di luglio 2023 è stato a livello globale  il mese più caldo di sempre, mentre in Italia, secondo i dati ISACCNR, è stato “solo” il 3° più caldo dal 1800 con un’anomalia di +1,96 °C rispetto alla media 1991-2020, ma con significative differenze territoriali: al Sud il più caldo in assoluto (+2,44 °C); al Centro il 2° (+2,37 °C); al Nord il 9° (+1,22 °C).

Le ondate di calore registrate in Italia, come in molti Paesi del sud Europa, sono state molto intense e prolungate, con quasi il 40% dei giorni del mese caratterizzati da un indice moderato-alto di stress da caldo, hanno avuto un impatto importante sulla salute delle persone, oltre che sull’ambiente e sull’economia.

Utilizzando i dati di Eurostat che settimanalmente pubblica quante persone sono morte in 35 Paesi europei senza riportare la causa, e che nell’estate 2022 aveva segnalato un eccesso anomalo di morti nel periodo, uno Studio condotto nell’ambito del Progetto EARLY-ADAPT, finanziato dal Consiglio europeo della ricerca e finalizzato a studiare come le popolazioni si stanno adattando alle sfide della salute pubblica innescate dai cambiamenti climatici, ha stimato che i decessi correlati alle ondate di calore in tutta Europa siano stati 61.672 tra il 30 maggio e il 4 settembre 2022, e che l’Italia abbia avuto in termini assoluti il maggior numero di morti.

Nei giorni interessati dalle ondate di calore dall’8 al 25 luglio 2023, il Rapporto del Ministero della Salute evidenzia che al Nord le condizioni di rischio hanno avuto una durata inferiore (9-11 luglio e 15-20 luglio), mentre al Centro-Sud le condizioni di rischio si sono protratte dall’8 luglio fino al 24-25 luglio, con una durata dell’ondata di 18 giorni a Roma e Rieti e di 14-15 giorni nelle altre città. 

L’ondata di calore è stata associata a picchi di temperatura apparente massima (o temperatura massima percepita) superiori ai 40 °C. In alcune città del Nord (Brescia, Verona, Venezia, Trieste) e del Centro-Sud (Civitavecchia, Roma, Messina, Palermo) le temperature eccezionali sono state associate ad una elevata umidità.   

I risultati confermano un eccesso di mortalità nelle città del Centro-Sud di oltre 500 decessi nella popolazione anziana (+9% rispetto all’atteso) e una mortalità inferiore all’atteso (-13%) nelle città del Nord. Viene sottolineato il possibile effetto sinergico delle elevate temperature e dell’inquinamento sull’incremento della mortalità totale, cardiovascolare e respiratoria nelle fasce più vulnerabili della popolazione.

Incrementi statisticamente significativi della mortalità sono stati registrati a Campobasso (+53%), Napoli (+10%), Bari (+42%), Reggio Calabria (+61%), Messina (+20%), Palermo (+30%) e Catania (+35%). A Reggio Calabria e nelle città della Sicilia in concomitanza con le condizioni di rischio climatico si sono registrati incrementi dell’inquinamento atmosferico associato agli incendi che hanno interessato quelle aree. 

Al Nord la mortalità inferiore all’atteso viene posta anche in connessione al potenziamento dell’assistenza sanitaria, gli interventi di adattamento previsti dal Piano Nazionale e messi in atto a livello locale, oltre ai comportamenti individuali che “sono in grado di proteggere la popolazione riducendo i rischi per la salute“. Solo Bolzano, Brescia e Verona evidenziano picchi di mortalità in concomitanza dei giorni di incremento delle temperature. Mentre al centro-sud tale associazione si verifica in quasi tutte città: Firenze, Perugia, Viterbo, Rieti, Civitavecchia, Roma, Latina, Ancona, Pescara, Campobasso, Napoli, Bari, Reggio Calabria, Messina, Palermo e Catania.

Nella maggior parte delle città gli anziani a rischio per condizioni di salute o isolamento sociale – viene evidenziato nel rapporto – sono inclusi in un programma di sorveglianza attiva in cui il medico di base o un care giver effettua accessi domiciliari nei giorni di ondata di calore o attiva programmi di videosorveglianza per monitorare le condizioni di salute, modulare le terapie, programmare visite specialistiche o accessi in ospedale in caso di peggioramento dello stato di salute”.

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