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Navi da crociera: un pericolo per salute e ambiente

Navi da crociera: un pericolo per salute e ambiente

Nessuna delle navi da crociera europee è al momento raccomandabile per quanto riguarda ambiente e salute. È la conclusione della classifica 2016 in merito alle loro prestazioni ambientali stilata dalla onlus tedesca NABU secondo cui tutte stanno ancora utilizzando olio combustibile pesante. Lo ha reso noto l’associazione “Cittadini per l’aria” all’Italian Cruise Day del 30 settembre scorso.

Sembra proprio che “Love Boat” sia destinata ormai a restare solo un lontano ricordo. La celeberrima serie televisiva statunitense, ambientata su una nave da crociera e prodotta tra il 1977 e il 1987, non piace affatto agli ambientalisti.

In occasione dell’Italian Cruise Day (l’evento fondamentale per i professionisti dell’industria crocieristica nazionale svoltosi a La Spezia il 30 settembre scorso), l’associazione Cittadini per l’Aria ha illustrato, infatti, la classifica 2016 delle prestazioni ambientali delle navi da crociera, stilata dalla Onlus tedesca NABU, facendo emergere un quadro inquietante. Dal controllo dei sistemi di depurazione dei gas di scarico, del combustibile utilizzato e dell’uso dell’alimentazione in banchina è emerso che tutte le navi stanno ancora utilizzando olio combustibile pesante. Inoltre, l’80% della flotta che naviga in Europa non utilizza alcun sistema di depurazione dei gas di scarico o semplicemente soddisfa lo standard minimo legale, che richiede almeno un impianto di lavaggio dei fumi (scrubber) per ridurre le emissioni di zolfo. Infine, a bordo delle navi non vengono adottate misure efficaci per diminuire gli inquinanti atmosferici molto nocivi come la fuliggine, le particelle ultrafini e gli ossidi di azoto.

In parole semplici, dal punto di vista ambientale e sanitario nessuna delle navi da crociera europee è al momento raccomandabile.

L’analisi svolta da NABU si è focalizzata, in particolare, sul massiccio inquinamento atmosferico dovuto alle emissioni di gas di scarico. Gli abitanti delle aree del Mediterraneo, con le sue famose destinazioni, avrebbero grandissimi benefici in termini di salute da interventi di retrofitting delle navi, tuttavia solo 11 tra queste vanno oltre lo standard minimo legale per ridurre l’impatto delle emissioni sugli uomini e sull’ambiente.

La migliore performance spetta ad AIDAprima, seguita da Hapag Lloyd “Europa 2” e le più recenti navi di TUI Cruises, “Mein Schiff 3, 4 e 5”. Ma lo stesso vincitore della classifica, AIDA Cruises, non si comporta affatto come un modello. Gli impegni presi dalla Copagnia dal 2012 non sono ancora stati mantenuti e i controlli effettuati da NABU hanno dimostrato il mancato funzionamento delle tecnologie ambientali proprio su AIDAprima, la più recente nave della flotta. Infine, CLIA, l’organizzazione che raggruppa le compagnie delle crociere, ha dichiarato che sono 23 le navi già dotate di filtro antiparticolato, senza tuttavia essere in grado di citarne neppure una. Il settore navale e crocieristico continua, dunque, a ignorare i risultati sconvolgenti degli studi, come quello della Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) che ha confermato recentemente il carattere cancerogeno degli scarichi navali e il fatto che le particelle di fuliggine, dannose per cuore e polmoni, vengono trasportate nell’entroterra per chilometri.

A questo proposito, in occasione dell’evento, Cittadini per l’Aria ha lanciato un appello alle Capitanerie di Porto cui sono affidati i controlli delle navi nei porti italiani in difesa della salute delle persone. “Abbiamo invitato le CdP ad applicare con rigore la Circolare 2/2016 del Ministero dell’Ambiente (RAM. 1905/2/2016) – ha dichiarato Anna Gerometta, presidente dell’associazione ambientalista – che prevede severi controlli sull’utilizzo di carburanti con tenore di zolfo non superiore all’1,5% (entro il mare territoriale e la Zona di Protezione Ecologica) per le navi da crociera e i traghetti. Abbiamo chiesto di rendere accessibili i dati inerenti i controlli e le sanzioni comminate affinché sia visibile l’impegno delle CdP e quello, positivo o negativo, delle Compagnie. Naturalmente auspichiamo di poter collaborare con le CdP e con chiunque (Autorità PortualiCompagnie navali, ecc.) desideri implementare le buone pratiche che consentono la riduzione dell’impatto del traffico navale nelle aree portuali, già adottate in Italia da alcune Capitanerie di Porto di concerto con le Autorità Portuali”.

Da anni le compagnie di crociera si vantano di perseguire un maggior rispetto dell’ambiente ma, a parte brillanti prodotti di Public Relation, nulla di sostanziale è stato finora messo in pratica – ha continuato Gerometta – Si tratta di green washing, inaccettabile se rapportato al danno causato, e con le sole belle parole il problema non si risolve. È particolarmente cinico che le compagnie paghino somme enormi per i servizi gastronomici a bordo delle loro navi di lusso mentre economizzano per quanto possibile nella tutela ambientale. Questa irresponsabilità viene pagata in termini di salute umana, in particolare quella dei residenti delle città portuali”.

Le soluzioni tecniche per ridurre le emissioni dei motori diesel (filtri antiparticolato o catalizzatori di ossidi di azoto) sono disponibili, ma spesso non vengono adottate, e solo per garantire un profitto ancora maggiore – ha concluso Gerometta – È in ragione del profitto che il settore si è finora rifiutato di passare a carburanti più puliti e di attrezzare le navi con le tecnologie di riduzione delle emissioni. Speriamo che tra le righe del programma dell’Italian Cruise Day si annidi qualche riferimento alle performance ambientali delle navi. E con la pubblicazione della classifica riteniamo di dare il nostro contributo alla discussione e qualche elemento di conoscenza per i cittadini, in particolare per quelli che abitano nelle città di porto”.

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