Cibo e alimentazione

Modello alimentare che fa bene al cuore e al Pianeta

Uno Studio condotto da ricercatori di diversi istituti italiani ha calcolato il modello alimentare ottimale che fornisce prevenzione cardiovascolare e, allo stesso tempo, dimezza le emissioni di gas serra legate agli attuali consumi alimentari degli europei.

La transizione verso un modello alimentare progettato per ottimizzare la prevenzione delle malattie cardiovascolari migliorerebbe il profilo nutrizionale della dieta abituale in Europa e, allo stesso tempo, contribuirebbe a mitigare i cambiamenti climatici, riducendo quasi della metà le emissioni di gas serra legate al consumo di cibo.

È la conclusione dello Studio “Good for the heart, good for the Earth: proposal of a dietary pattern able to optimize cardiovascular disease prevention and mitigate climate change”,  pubblicato sul numero di dicembre 2022 della Rivista “Nutrition, Metabolism & Cardiovascular Diseases” e condotto da ricercatori multidisciplinari di diversi istituti italiani, che hanno elaborato un modello alimentare pratico e adatto a tutta la popolazione adulta sana, in grado di prevenire malattie cardiovascolari, e, allo stesso tempo, di dimezzare le emissioni di gas serra correlate agli attuali consumi europei.

In una nota stampa della Fondazione CMCC (Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici), a cui sono affiliati alcuni degli autori, si sottolinea come le scelte alimentari quotidiane siano direttamente responsabili non solo della salute individuale, ma di quella globale. Quando sono inadeguate le scelte alimentari causano infatti lo sviluppo di malattie croniche non trasmissibili a diffusione pandemica, quali le malattie cardiovascolari, la prima causa di morte in Europa e nel mondo, e, al contempo, l’aumento delle emissioni di gas serra.

A fronte delle consolidate evidenze sul potenziale nocivo delle scelte alimentari, lo sforzo rivolto all’attuazione della transizione verso una dieta sana e adatta a mitigare i cambiamenti climatici da parte di ciascun individuo non è ad oggi di entità proporzionale alla sua urgenza.

Sottolineando l’importanza di un cambio di paradigma verso un approccio “One Health” più olistico che esamini le interconnessioni tra salute umana e salute del Pianeta, lo Studio fornisce strumenti concreti per un modello alimentare pratico, che non esclude alcun alimento ma che li assortisce tutti nelle frequenze e nelle quantità ottimali per la prevenzione cardiovascolare (per esempio: vegetali freschi, cereali integrali e yogurt ogni giorno, legumi e pesce fino a 4 volte a settimana, uova, formaggi e carni bianche non più di 3 volte a settimana, carni rosse, cereali ad alto indice glicemico o patate non più di una volta a settimana, ecc.) è in grado di ridurre del 48.6% le emissioni di gas serra legate agli attuali consumi europei.

Punto di forza di tale modello – ha affermato Annalisa Giosué, Medico specialista in Nutrizione e Dietetica al Dipartimento di Clinica, Medicina e Chirurgia dell’Università di Napoli “Federico II” e co-principale autrice dello Studio – è di essere nutrizionalmente adeguato e compatibile con un’alimentazione varia, che include in abbondanza alimenti di origine vegetale quali legumi, cereali integrali, frutta e verdura, ma anche quantità variabili di alimenti di origine animale quali prodotti lattiero-caseari, pesce e carne, non implicando drastiche rinunce da parte delle persone che scelgono di adottarlo”.

In particolare, lo studio specifica:
– il piano alimentare settimanale dettagliato, in cui, per ogni occasione di pasto, sono descritti gli alimenti da assortire nelle quantità ottimali per la prevenzione delle malattie cardiovascolari sulla base dei dati disponibili in letteratura;
– la verifica dell’adeguatezza nutrizionale di tale piano alimentare, ovvero i dati che ne documentano la capacità di assicurare l’assunzione di tutti i macro e micro nutrienti nelle quantità raccomandate dall’EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare), meglio di quanto avvenga attualmente con la dieta praticata dalle popolazioni europee;
– l’impatto sul clima dei consumi alimentari previsti dal piano settimanale, in termini di emissioni di gas serra ad essi associate.

Riduzione dell’impronta di carbonio del modello dietetico desiderabile grazie alla scelta preferenziale di alimenti specifici all’interno di pesce (A), carne (B), frutta e verdura (C) (Fonte: Nutrition, Metabolism & Cardiovascular Diseases, 2022)

Tale strumento – ha aggiunto Marta Antonelli, ricercatrice alla Fondazione CMCC – se adeguatamente diffuso in particolare tra i professionisti della salute, ma anche in altri settori strategici nonché a livello della popolazione generale, potrebbe sostanzialmente agevolare l’implementazione di un modello alimentare in grado di ottimizzare la prevenzione delle malattie cardiovascolari e di ridurre con effetto immediato l’impatto sul clima delle scelte alimentari”.

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