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Secondo EIS 2017 e RIS 2017: innovazione cresce nell’UE ma non in Italia

Secondo EIS 2017 e RIS 2017 innovazione cresce in UE ma non in Italia

Il quadro di valutazione dell’EIS 2017 e del RIS 2017 pubblicati dalla Commissione UE nei giorni scorsi indica che il rendimento innovativo dell’UE nello scorso anno ha continuato a crescere, ma i progressi osservati presentano alcune difformità a livello geografico.

Tuttavia, il nostro Paese continua a rimanere al di sotto della media UE, arretrando rispetto alla precedente edizione, perdurando le deboli connessioni tra le imprese e il pubblico-privato, sia come finanziamenti che nel sostegno delle imprese in ricerca e sviluppo, innovazione e nuove tecnologie, come peraltro sottolineato nel RIO – Rapporto Paese 2016: Italia” pubblicato a maggio 2017.

La Commissione UE ha pubblicato nei giorni scorsi l’”European Innovation Scoreboard 2017” (EIS), accompagnato dal quadro regionale di valutazione dell’innovazione (Regional Inovation Scoreboard), aggiornato al 26 giugno 2017.

Il quadro europeo di valutazione dell’innovazione annuale fornisce una valutazione comparativa dei rendimenti nel campo della ricerca e dell’innovazione dei Paesi dell’UE e di alcuni Paesi terzi.

Il quadro di misurazione dell’EIS 2017 è composto da 27 indicatori, distinguendo tra 10 dimensioni dell’innovazione in 4 categorie principali:– le condizioni quadro che fotografano i principali fattori delle prestazioni innovative e coprono le 3 dimensioni dell’innovazionerisorse umanesistemi di ricerca attraenti e ambiente favorevole all’innovazione;
– gli investimenti in ricerca e innovazione sia pubblici che privati, distinguendo tra investimenti esterni e di sostegno e quelli con risorse proprie;
– le attività innovative che registrano gli sforzi all’innovazione a livello di imprese, che coprono 3 dimensioni: innovatori, collaboratori e patrimonio intellettuale;
– gli impatti che indicano come l’innovazione si traduca in vantaggi per l’economia nel suo complesso, sia in termini di posti di lavoro che sulle vendite.

Il quadro analitico dell’EIS 2017 è stato perfezionato, permettendo una diretta comparazione dei risultati con le precedenti edizioni. Uno strumento interattivo online consente di confrontare in modo personalizzato tali rendimenti.

Nel complesso, il rendimento innovativo è migliorato in 15 Stati membri, sebbene esistano grandi differenze tra uno Stato e l’altro. “L’industria dell’UE continua ad essere innovativa, ma siamo ancora in ritardo rispetto ai leader mondiali dell’innovazione – ha dichiarato Elżbieta Bieńkowska, Commissaria per il Mercato interno, l’industria, l’imprenditoria e le PMI – In tempi di globalizzazione e rapidi mutamenti tecnologici, l’innovazione è essenziale per la prosperità dell’economia europea e dei nostri cittadini. L’iniziativa start-up e scale-up e la nuova agenda per le competenze della Commissione contribuiranno a migliorare ulteriormente un ecosistema in cui l’innovazione prosperi“.

Il quadro evidenziato è il seguente:
– 
la Svezia resta il leader dell’innovazione nell’UE, seguita da Danimarca, Finlandia, Paesi Bassi, Regno Unito (tra il gruppo leader per la prima volta) e Germania;
– i Paesi leader dell’UE per ogni settore specifico dell innovazione sono: Danimarca: risorse umane e ambiente favorevole all’innovazione; Lussemburgo: sistemi di ricerca attrattivi e patrimonio intellettuale; Finlandia: finanziamenti e sostegno; Germania: investimenti delle imprese;Irlanda: innovazione nelle PMI e ripercussioni sull’occupazione; Belgio: reti e collaborazione nel campo dell’innovazione; Regno Unito: effetti sulle vendite;– il quadro regionale di valutazione dell’innovazione mostra che anche in Paesi a innovazione moderata esistono poli innovativi regionaliPraga nella Repubblica ceca, Bratislava in Slovacchia e i Paesi baschi in Spagna;– gli ambiti in cui il rendimento innovativo è progredito maggiormente sono le co-pubblicazioni internazionali, la diffusione della banda larga, il numero di laureati e dottorati di ricerca e la formazione nel campo delle TIC;– gli investimenti in capitali di rischio e la quota di PMI che introducono innovazioni sono in forte diminuzione;
– nel corso dei prossimi due anni il rendimento innovativo, secondo le previsioni, dovrebbe aumentare del 2%.“Dal quadro di valutazione si evince che molto si può ancora fare per ottimizzare il rendimento dell’innovazione e della ricerca – ha osservato Carlos Moedas, Commissario UE per la Ricerca, la Scienza e l’Innovazione – In quest’ottica ci stiamo preparando a sostenere gli innovatori di punta, grazie al nuovo consiglio europeo per l’innovazione nell’ambito del programma quadro di ricerca e innovazione – Orizzonte 2020“.

L’Italia sul fronte dell’innovazione è sempre più indietro, rimanendo nel gruppo di coda dei “Paesi innovatori moderati“, quindi sotto la media UE, ma peggiorando ulteriormente la sua posizione (dalla 17esima alla 19esima).
Nel corso degli anni la performance dell’Italia è declinata, perdendo lo 0,2% rispetto a quella dell’UE del 2010, ed è stata altalenante. Nel 2010 e 2011, infatti, era a 75 punti su 180, nel 2012 a 77 per poi scendere di nuovo a 75 nel 2013, risalire a 76 nel 2014 e 78 nel 2015, e calare per tornare al punto di partenza di 75 nel 2016.
Le criticità dell’Italia, secondo Bruxelles, sono soprattutto dovute alle deboli connessioni tra le imprese e il pubblico-privato, sia come finanziamenti che nel sostegno delle imprese in ricerca e sviluppo, innovazione e nuove tecnologie.
Punti di forza, invece, sono gli asset intellettuali, e cioè le domande di registrazione di marchi e design.
Sintetizzando: ci sono le idee, ma mancano le risorse e la capacità organizzativa di scelta e indirizzo.

Tutte le regioni italiane sono “innovatori moderati”, ma 9 figurano nel gruppo di testa, 6 nella media e 6 in quello di coda. In questo contesto, comunque, si sono affermate Friuli (117esima in UE) e Piemonte (125esimo). Sono 12 le Regioni italiane che hanno migliorato la loro performance rispetto al 2011, in particolare Calabria (+7,7%) e Toscana (+6,6%), mentre sono 8 quelle che sono peggiorate rispetto a 6 anni fa, con il picco negativo del Lazio (-2,9%).

Peraltro, la situazione dello stato della ricerca e dell’innovazione in Italia e le principali sfide politiche che si presentano al nostro Paese sono state ben analizzate e riassunte dall’Osservatorio per la Ricerca e l’Innovazione dell’UE nel Rapporto “RIO – Rapporto Paese 2016: Italia, pubblicato il 6 maggio 2017 dal Centro comune di ricerca (JRC) il servizio scientifico della Commissione UE, nell’ambito della serie Science for Policy:

1. Basso livello di attività di R&I da parte delle imprese e condizioni quadro sfavorevoli

2. Finanziamenti pubblici destinati alla R&I

3 Governance e gestione del sistema e delle politiche di R&I

4 Diminuire le disuguaglianze territoriali“.

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