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Ghiacciai delle Svalbard: stanno perdendo la “memoria”

Un gruppo di ricerca internazionale, coordinato dall’Istituto di Scienze Polari del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-ISP) e dall’Università Ca’ Foscari Venezia ha dimostrato per la prima volta che i ghiacciai dell’arcipelago delle Svalbard, nel Circolo polare artico, per effetto dell’aumento della temperatura non soltanto perdono la massa di ghiaccio, ma anche la memoria delle informazioni climatiche che sono registrate al loro interno, compromettendo la ricostruzione del cambiamento climatico affrontato dalla Terra nel corso del tempo.

Lo scioglimento causato dal riscaldamento globale sta deteriorando rapidamente il segnale climatico contenuto nei ghiacciai delle isole Svalbard.

È la scoperta fatta da un gruppo di ricerca internazionale coordinato dall’Istituto di Scienze Polari del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-ISP) e dall’Università Ca’ Foscari Venezia, al quale partecipano l’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Cnr (CNR-ISAC) e l’Università di Perugia, che ha pubblicato i risultati degli studi effettuati nell’articolo Climate change is rapidly deteriorating the climatic signal in Svalbard glaciers”, pubblicato sul primo numero del 2024 di “The Ctyosphere”, rivista scientifica internazionale dedicata alla pubblicazione e alla discussione di articoli di ricerca su tutti gli aspetti del ghiaccio e del suolo ghiacciato.

In tutto il mondo i ghiacciai si stanno ritirando a una velocità senza precedenti, e questo sta comportando la perdita delle informazioni riguardanti la storia del clima e dell’ambiente in essi contenute. A perdere la memoria sono anche i ghiacciai dell’arcipelago delle Svalbard, nel Circolo polare artico, come ha evidenziato, appunto, la ricerca.

Dobbiamo pensare agli strati di ghiaccio come a pagine di un manoscritto antico che gli scienziati sono in grado di interpretare – ha spiegato Andrea Spolaor, ricercatore del Cnr-Isp ed autore corrispondente dello studio – Anche se le evidenze del riscaldamento atmosferico sono ancora conservate nel ghiaccio, il segnale climatico stagionale è andato perduto. I ghiacciai a queste quote – con l’attuale tasso di riscaldamento e l’aumento della fusione in estate – rischiano di perdere le informazioni climatiche registrate al loro interno, compromettendo la ricostruzione del cambiamento climatico affrontato dalla Terra nel corso del tempo”.

Il team di ricerca ha studiato l’evoluzione del ghiacciaio dell’Holtedahlfonna, sull’isola di Spitsbergen (Norvegia), uno dei più elevati dell’arcipelago delle Svalbard, scoprendo che il segnale climatico, visibile nel 2012, era completamente scomparso nel 2019. L’arcipelago delle Svalbard, la terra più̀ settentrionale d’Europa, ha subìto alcuni dei più̀ gravi aumenti di temperatura degli ultimi decenni. Secondo studi recenti, la temperatura è aumentata di 4-5 °C negli ultimi 40-50 anni.

L’arcipelago delle Svalbard è particolarmente sensibile ai cambiamenti del clima, a causa dell’altitudine relativamente bassa delle sue principali calotte glaciali – ha osservato Carlo Barbante, Direttore del Cnr-Isp e Professore all’Università Ca’ Foscari – Inoltre, la posizione geografica enfatizza il fenomeno dell‘amplificazione artica, ossia l’aumento delle temperature più rapido rispetto alla media globale, causato da processi come la riduzione del ghiaccio marino e dell’albedo, che è la capacità di rifrazione dei raggi solari. Quest’ultima, tipica delle superfici chiare, contribuisce a mantenere le temperature più basse”.

Recupero di una carota di ghiaccio dal sito studiato (Fonte: Federico Scoto, CNR-ISP)

Proprio per mettere in salvo questi archivi, nel 2023 i ricercatori impegnati nei progetti Ice Memory e Sentinel hanno portato a termine una complessa campagna di perforazione del ghiacciaio dell’Holthedalfonna, riuscendo ad estrarre tre carote di ghiaccio profonde. La speranza della comunità scientifica è che questi campioni contengano ancora informazioni climatiche rappresentative della regione.

I risultati di questa ricerca – ha concluso Jacopo Gabrieli, Ricercatore del Cnr-Isp – evidenziando la minaccia che gli effetti del cambiamento climatico rappresentano, sottolineano la necessità di preservare gli archivi glaciali e le relative informazioni climatiche, ora a rischio a causa del riscaldamento globale”.

In copertina: Vista del sito di campionamento dall’interno della trincea scavata per prelevare i campioni presso il ghiacciaio dell’Holtedahlfonna – isole Svalbard (fonte: Federico Scoto, CNR-ISP).

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