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Verso un turismo sostenibile: Il futuro dei fari è green

Verso un turismo sostenibile Il futuro dei fari è green

A conclusione della consultazione pubblica per raccogliere idee, proposte e suggerimenti per la valorizzazione turistico-ambientale di 11 fari di proprietà dello Stato in chiave lighthouse accomodation, l’Agenzia per il Demanio ha pubblicato i risultati al fine di definire il miglior percorso di valorizzazione, in vista della successiva pubblicazione dei bandi di concessione, previsti per ottobre 2015 e conclusi all’inizio del 2016, che saranno aggiudicati sulla base della miglior proposta, sia in termini di progetto imprenditoriale di recupero che di sostenibilità economico-finanziaria.

L’Agenzia del Demanio, in cooperazione con Invitalia, con i Ministeri dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo (MiBACT), dello Sviluppo Economico (MiSE), della Difesa e con gli altri Enti territoriali interessati, ha promosso il Progetto “Valore Paese-DIMORE”, orientato, in linea con la programmazione comunitaria 2014-2020, al rafforzamento dell’offerta culturale e della competitività del Paese, attraverso la leva del turismo sostenibile, secondo una strategia di valorizzazione del patrimonio pubblico dismesso mirata al rafforzamento dell’integrazione tra i settori del turismo, dell’arte e della cultura, dello sviluppo economico e della coesione sociale.

L’interazione tra turismo e cultura permette di rafforzare la capacità di proporre le tradizioni delle diverse realtà locali, promuovendo, così, anche paesaggi fino ad oggi poco noti.

Il tratto distintivo del Progetto intende affiancare alle tradizionali attività turistiche un’ampia offerta di servizi socio-culturali.

Il portafoglio DIMORE che conta oggi più di 200 immobili, è composto da beni per metà di proprietà dello Stato e per metà di altri Enti pubblici che hanno risposto all’invito a manifestare interesse, pubblicato dall’Agenzia del Demanio.

Nell’ambito di DIMORE è stato definito il circuito FARI, con l’obiettivo di valorizzare questi suggestivi beni, secondo un modello di lighthouse accomodation, una formula turistica già diffusa in nord Europa USA, Canada ed Australia, rispettosa del paesaggio e in linea con le identità territoriali e con la salvaguardia dell’ecosistema ambientale, che nei contesti prescelti emerge per assoluta bellezza e massima fragilità, coinvolgendo, infatti, alcuni dei più straordinari territori costieri italiani.

Attualmente FARI ha un portafoglio di 11 beni di proprietà dello Stato, di cui 4 proposti dal Ministero della Difesa e si trovano:
– 3 in Toscana: Faro di Punta del Fenaio nell’isola del Giglio (GR); Faro di Capel Rosso nell’isola del Giglio (GR); Faro delle Formiche nell’isolotto di Formica Grande a Grosseto;
 2 in Campania: Faro di Punta Imperatore a Forio d’Ischia (NA); Faro di Capo d’Orso a Maiori (SA);
– 4 in Sicilia :Faro di punta Cavazzi ad Ustica (PA); Faro di Capo Grosso nell’isola di Levanzo a Favignana (TP); Faro di Brucoli ad Augusta (SR); Faro di Murro di Porco a Siracusa;
 1 in Calabria: Faro di Capo Rizzuto a Isola di Capo Rizzuto (KR);
– 1 in Puglia: Faro di San Domino alle isole Tremiti (FG).

Dal 10 giugno al 10 agosto 2015, l’Agenzia per il Demanio ha avviato una consultazione pubblica online sul proprio sito web per informare, raccogliere idee, proposte e suggerimenti, verificare l’interesse dei territori e del mercato rispetto ai sopracitati immobili, al fine di definire il miglior percorso di valorizzazione, in vista della successiva pubblicazione dei bandi di concessione per 50 anni, previsti per ottobre 2015 e conclusi all’inizio del 2016, che saranno aggiudicati sulla base della miglior proposta, sia in termini di progetto imprenditoriale di recupero che di sostenibilità economico-finanziaria.

A conclusione della consultazione, come previsto, l’Agenzia ha pubblicato il 3 settembre 2015 il report da cui si evince che sono state raccolte, attraverso la piattaforma web, 1.140 email, suddivise tra manifestazioni di interesse (587), richieste di informazioni (327), proposte (116) ed email generiche (110).

La quasi totalità dei partecipanti si è espressa a favore di una valorizzazione dei fari secondo un modello di light house accomodation ed una valorizzazione delle strutture esistenti grazie ad un restauro conservativo ed eco¬sostenibile. L’87%dei partecipanti suggerisce, infatti, che quella dell’accoglienza turistica ricettiva, ristorativa o promozionale, appare la formula migliore per consentire il recupero ed il mantenimento del faro e la salvaguardia e lo sviluppo del contesto ambientale in cui è inserito.

E in ogni caso si è evidenziata la necessità che l’attività sviluppata all’interno del faro possa essere occasione di lancio anche di un’impresa sociale, altamente innovativa e sostenibile a livello economico, culturale e ambientale, green al 100%, ad impatto e km 0.

La bellezza dei luoghi in cui i fari sono inseriti appare oggi poco fruibile al pubblico e un loro recupero consentirebbe di scoprire, vivere e animare questi siti.

Si ribadisce, però, che una soluzione di accoglienza turistica debba essere complementare ad altre attività e servizi di tipo ricreativo, sociale, culturale, per lo sport, per la promozione dei prodotti tipici e la scoperta del territorio, da definire e declinare in funzione del contesto sociale.

Il recupero ed il riuso del faro deve per questo essere fortemente innestato su un progetto di valorizzazione culturale, sociale e ambientale, rendendo il faro un luogo da vivere a 360 gradi, garantendo una connessione costante tra struttura e contesto.

A fronte del grande interesse dimostrato nei confronti del progetto, l’Agenzia del Demanio ha organizzato, con la collaborazione del WWF e del Touring Club Italiano, nel corso di tutto il mese di settembre le #OpenLighthouseDays: a partire dal 7 settembre saranno infatti aperti alle visite 7 degli 11 fari inseriti nel progetto, in Sicilia, Campania e Puglia, per tutti coloro che si pre-accreditano attraverso la sezione dedicata sul sito www.agenziademanio.it

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