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Emissioni auto UE: un compromesso non in linea con l’Accordo di Parigi

emissioni auto UE

I Ministri dell’Ambiente dei Paesi membri dell’UE nel Consiglio tenutosi il 9 ottobre 2018 hanno raggiunto un Accordo, tra contrasti ed opposizioni, per ridurre le emissioni delle auto del 15% al 2025 e del 35% entro il 2030.

Si è trattato di un compromesso tra il target del 30% indicato dalla Commissione UE nella sua proposta di Regolamento, inserita nel Pacchetto di misure legislative della Strategia “Europe on the Move” del 2017, e quello del 40% votato dal Parlamento europeo il 3 ottobre 2018, che proponeva anche un obiettivo intermedio del 30% al 2025 e la richiesta che il 35% delle auto nuove vendute a partire dal 2030 fossero elettriche o ibride.

Hanno votato a favore 20 Paesi, 4 hanno votato contro e 4 si sono astenuti. Critiche sul compromesso sono state espresse da Irlanda, Lussemburgo, Slovenia, Danimarca, Svezia e Olanda. L’Italia, rappresentata dal Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare Sergio Costapropendeva per una riduzione del 40%.

I Paesi europei non sono affatto coesi – aveva affermato prima del Consiglio il Ministro italiano – C’è un blocco che vuole mantenere la proposta della Commissione, chi appoggia quella del Parlamento europeo. L’Italia si attesta tra le posizioni più ambiziose, ed è importantissimo che oggi da questa sala esca un accordo”.

E l’Accordo c’è stato, ma sulla posizione della Germania, appoggiata dai Paesi del Gruppo di Visegrad, nonostante 17 Paesi prima della riunione si fossero dichiarati in sintonia con la proposta del Parlamento europeo.

C’è da osservare, peraltro, che la proposta della Commissione UE era di un anno fa, quando le misure e gli obiettivi proposti si basavano sul quadro “Clima ed Energia al 2030” che ora la Commissione UE deve ritoccare se vuole portare alla Conferenza sul Clima di Katowice (2-13 dicembre 2018) la sua Strategia di lungo termine per la riduzione delle emissioni di gas serra nell’UE, per presentarsi come prima grande economia ad aumentare i suoi obiettivi climatici nell’ambito dell’ONU.

Viceversa, il Consiglio si è svolto all’indomani della diffusione del Rapporto speciale dell’IPCC (Sr15) dove si sottolinea che per evitare scenari catastrofisti c’è bisogno di cambiamenti rapidi e lungimiranti in molti settori, tra i quali quello dei trasporti, che dovranno portare alla riduzione delle emissioni globali di circa il 45% entro il 2030 (rispetto ai livelli del 2010) e all’azzeramento entro il 2050.

L’Accordo raggiunto non sembra essere quell’auspicato “cambiamento rapido e lungimirante”, anche se la trattativa tra i co-legislatori (Trilogo) potrebbe riservare qualche sorpresa.
L’accordo rappresenta un ulteriore passo verso una nuova legislazione sulle emissioni di CO2 – ha dichiarato Elisabeth Köstinger, Ministro federale austriaco per la sostenibilità e il turismo, sotto la cui Presidenza si è svolto il Consiglio – Avvia l’industria automobilistica europea sulla giusta strada per costruire auto più pulite, investire di più nell’innovazione e riportare dati sulle emissioni più affidabili. Entro il 2030, le nuove auto emetteranno in media il 35% in meno di CO2 rispetto agli attuali limiti di emissione. Questa è una solida base su cui iniziare i colloqui con il Parlamento europeo”.

Ma già la Volkswagen ha fatto sapere che le nuove restrizioni dell’UE sulle emissioni di CO2 possono mettere in pericolo fino a 100.000 posti di lavoro all’interno del gruppo.

Anche se i livelli di riduzione delle emissioni di CO2 concordati dagli Stati membri sono meno aggressivi di quelli votati dal Parlamento europeo – si è affrettato a sua volta ad ammonire Erik Jonnaert, Segretario generale dell’ACEA, l’associazione che riunisce i costruttori operanti in Europa – rischiano ancora di avere un impatto negativo sulla competitività del settore, sui lavoratori automobilistici e sui consumatori”.

Per i furgoni (van), il Consiglio ha mantenuto gli obiettivi proposti dalla Commissione UE: il 15% nel 2025 e il 30% nel 2030. Inoltre, ha adeguato la proposta della Commissione relativa a un meccanismo di incentivi per i veicoli a emissioni zero e a basse emissioni, come le auto completamente elettriche o i veicoli ibridi plug-in, per quanto riguarda le auto che è stato portato al 35% entro il 2030, con uno specifico incentivo per i produttori a vendere auto a zero e a basse emissioni nei mercati con una bassa penetrazione di questi veicoli. In termini concreti, esiste una ponderazione più favorevole per le autovetture di nuova immatricolazione negli Stati membri in cui la quota di veicoli a zero e a basse emissioni è inferiore al 60% della media UE.

Infine, il case automobilistiche dovranno riportare dati più solidi e più rappresentativi riguardanti le emissioni di auto e furgoni. Il Consiglio ha deciso di rafforzare le disposizioni, obbligando i fabbricanti a riportare, anziché i valori dichiarati, i valori misurati sulla base del WLTP (Global Harmonized Light Vehicles Test Procedure), una procedura di test migliorata che fornisce valori di emissione di CO2 e consumo di carburante più rappresentativi delle condizioni reali di guida su strada.

Tuttavia, secondo lo Studio “Development of the car fleet in EU28+2 to achieve the Paris Agreement target to limit global warming to 1.5 °C” del Centro Aerospaziale Germanico (DLR)presentato il 20 settembre 2018 durante Settimana Europea della Mobilitàsolo terminando la vendita di auto a benzina e a gasolio prima del 2030, e di auto ibride convenzionali prima del 2035, sarà possibile, per l’Europa, rispettare gli impegni presi con l’Accordo di Parigi.

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