Circular economy Puglia Sostenibilità

Economia circolare: i primi risultati della Piattaforma ICESP

ICESP alla sua 1a Conferenza ha presentato i risultati delle attività svolte dalle 75 istituzione e aziende aderenti alla Piattaforma Italiana per l’Economia circolare, tra cui si segnalano le 60 buone pratiche sviluppate dai 6 gruppi di lavoro in cui si suddivide la rete.

La Piattaforma italiana per l’economia circolare ICESP (Italian Circular Economy Stakeholder Platform), nata lo scorso maggio con la sottoscrizione del Manifesto programmatico e guidata da ENEA (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo sostenibile) unico membro italiano nel gruppo di coordinamento della Piattaforma europea ECESP (European Circular Economy Stakeholder Platform), progetto lanciato nel 2017 dalla Commissione UE, ha presentato nei giorni scorsi al Senato, nel corso di una Conferenza, i risultati del suo primo anno di attività.

ICESP ha, tra gli altri, lo scopo di diffondere le eccellenze italiane e il nostro modo di fare economia circolare, partendo dalle tradizioni e dalle tipicità del territorio associate ai modelli culturali, sociali e imprenditoriali che lo caratterizzano.

In tale ambito, le 75 istituzioni e aziende di rilievo nazionale tra cui AMA, Confindustria, CNA ENEL HERA Intesa San Paolo, Remedia, Fise-Unicircular, Unioncamere, ILVA.
Gli aderenti si confrontano con l’obiettivo di creare un punto di convergenza nazionale sulle iniziative, le esperienze, le criticità, le prospettive che il sistema Italia vuole e può rappresentare in Europa in tema di economia circolare, in 6 gruppi di lavoro su 6 tematiche trasversali:
Ricerca ed eco-innovazione, diffusione di conoscenza e formazione (coordinamento: Università di Bologna, Regione Puglia-ARTI e CNA);
Strumenti di Policy e Governance (MATTM-DG RIN, MiSE e FISE-Unicircular;
Strumenti per la misurazione (MATTM_DG SVI e ENEA);
Sistemi di progettazione, produzione, distribuzione e consumo sostenibili e circolari (ENEL e ENEA);
Città e Territorio (ACT; FoSS e ENEA);
Buone pratiche ed approcci integrati (Regione Puglia-ARTI, Unioncamere, ENEA).

Nell’economia circolare l’Italia primeggia in Europa per numero di occupati, valore aggiunto e brevetti e nel campo del riciclo siamo un passo avanti a Francia, Germania e Regno Unito – ha affermato Roberto Morabito, Presidente ICESP e responsabile del Dipartimento Sostenibilità dei sistemi produttivi e territoriali dell’ENEA – Ma rispetto a questi tre Paesi siamo molto al di sotto per investimenti nel settore, a conferma delle nostre ottime prestazioni pur con strumenti non del tutto adeguati”.

Nel consumo di materiali riciclati siamo un gradino più in alto di Francia e Germania, mentre per capacità di riciclare i rifiuti solidi urbani siamo più su di Francia e alla pari con il Regno Unito – ha aggiunto Morabito – La percentuale di riciclo dei rifiuti in Italia è del 67% contro il 55% della media europea; anche sul riciclo dei rifiuti da imballaggio siamo ben oltre la media Ue, in particolare nel caso dei rifiuti di legno ci attestiamo al 60% contro il 40%. Molto buona anche la percentuale di addetti nel settore dell’economia circolare rispetto al totale degli occupati in Italia, che si attesta al 2,05% contro l’1,71%. In Europa siamo quindi sopra la media per indici di riciclo di tutte le tipologie di rifiuti, ad eccezione di quelli elettrici ed elettronici dove siamo sotto”.

Sono state finora elaborate 60 buone pratiche relative ai settori più svariati, dal riciclo dei materiali ai  prodotti da materiali secondari, dalla sharing economy ai modelli di gestione, che saranno condivise con la piattaforma ECESP che finora ha raccolto 184 buone pratiche di cui 24 italiane.

Nel nostro Paese manca una normativa che sostenga l’economia circolare; in particolare sarebbe utile avere un’applicazione più efficace delle norme sull’ ‘end of waste’ [ndr: vedi l’Articolo sul Decreto Semplificazioni] in grado di avviare il mercato di una vasta gamma di materie prime seconde, in tempi certi e al passo con le esigenze del sistema Paese – ha concluso Morabito – Inoltre, sarebbe necessario rendere l’applicazione della disciplina del sottoprodotto certa e uniforme sul territorio nazionale, in maniera tale da consentire l’adozione di pratiche di simbiosi industriale come normali pratiche di gestione e valorizzazione degli scarti; simbiosi industriale che peraltro, si configura come un’efficace

ICESP è aperta all’adesione di attori del settore dell’economia circolare secondo un approccio inclusivo e in quest’ottica punta a coinvolgere un numero maggiore di PMI e start-up. I partecipanti che aderiscono alla Carta ICESP, si impegnano a contribuire in maniera interattiva alle varie attività tra cui: partecipare alle iniziative della piattaforma e ai gruppi di lavoro, fornire buone pratiche e promuovere ICESP nel proprio network di riferimento. 

“Dobbiamo sfruttare la situazione odierna per fare un ulteriore passo avanti – ha sottolineato Federico Testa, Presidente dell’ENEA – Dobbiamo sporcarci le mani con la possibilità concreta di riuscire a ottenere dei risultati. Per questo motivo abbiamo deciso di dare vita a un’iniziativa mirror di quella europea, perché vogliamo far sì che, attraverso le esperienze di chi partecipa e attraverso l’apertura ai contributi di università, centri di ricerca e  istituzioni, più volontà ed energie concorrano a individuare delle strade concrete per poter ‘fare’ economia circolare e non semplicemente parlarne”.

 

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