Agroalimentare

DOP economy: da 20 miliardi di euro e 850.000 occupati

L’annuale Rapporto ISMEA-Qualivita sul comparto delle produzioni agroalimentari e vitivinicole italiane DOP IGP conferma che nel 2023 il sistema Dop Economy ha contributo al 19% del fatturato complessivo dell’agroalimentare italiano e un valore di 11,6 miliardi di euro delle esportazioni nazionali di settore.

La Dop economy italiana, malgrado le varie criticità del sistema produttivo agricolo e dei mercati, si mostra in buona salute.

Lo attesta il XXII Rapporto di ISMEA-Qualivita, presentato il 2 dicembre 2024 nel corso di un evento in streaming, che offre un’analisi dettagliata, tramite l’integrazione delle competenze sviluppate dall’Osservatorio Qualivita e dall’OsservatorioIsmea e dalla collaborazione con Origin Italia, della Dop economy nei settori agroalimentare e vitivinicolo DOP, IGP e STG, un settore da 20,2 miliardi euro di valore alla produzione nel 2023 (+0,2% su base annua), per una crescita del +52% in 10 anni e un contributo del 19% al fatturato complessivo dell’agroalimentare italiano.

Cresce del +3,5% il comparto del cibo che supera per la prima volta i 9 miliardi euro, mentre il vino imbottigliato frena sia come quantità (-0,7%) che come valore (-2,3%) e si attesta su 11 miliardi euro. Bene l’export, con i prodotti DOP IGP che conferma un valore di 11,6 miliardi di euro con trend positivo nei Paesi UE. Il sistema della Dop economy italiana si fonda su 317 Consorzi di tutela autorizzati dal Ministero dell’agricoltura che coordinano il lavoro di oltre 194.000 imprese delle filiere cibo e vino capaci di generare lavoro per quasi 850.000 occupati.

Il settore delle DOP e IGP si è attestato per il secondo anno consecutivo sopra i 20 miliardi di euro, confermandosi ancora una volta vitale per l’economia dei territori, attrattivo per nuovi operatori, e trainante per l’intero settore agroalimentare – ha dichiarato Livio Proietti, Presidente ISMEA (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo-Alimentare) – Un sistema solido, nonostante i pesanti condizionamenti del clima e il complesso scenario geopolitico di questi ultimi anni, in grado di rispondere in maniera ordinata e composta alle sfide della contemporaneità, grazie all’intraprendenza del tessuto imprenditoriale, alla capacità di governance dei consorzi di tutela e al costante impegno delle istituzioni“. 

Export. Le esportazioni del comparto DOP IGP confermano un valore di 11,6 miliardi di euro (-0,1% sul 2022) e un trend del +75% in dieci anni. La crescita nei Paesi UE (+5,3%) compensa il calo nei Paesi Extra-UE (-4,6%), dato particolarmente significativo alla luce dell’attuale dibattito sui dazi, con i Paesi terzi che assorbono oltre la metà (52%) dell’export della Dop economy italiana e gli Stati Uniti, prima destinazione in assoluto, che da soli valgono oltre un quinto (21%) delle esportazioni italiane DOP IGP. Il settore cibo realizza 4,67 miliardi di euro per un +0,7% in un anno e un +90% sul 2013, con crescite in valore per formaggi, pasta e olio di oliva. Per il vino cala la quantità esportata (-2,9%) per un valore pari a 6,89 miliardi di euro (-0,6%), in tenuta dopo il balzo del +10% del 2022 e con un trend del +66% sul 2013.

Occupazione. Alla base delle filiere DOP IGP vi sono 194.387 operatori, di cui 186.547 produttori e 31.197 trasformatori, che aderiscono ai disciplinari di produzione e si sottopongono ai controlli per la certificazione. Nel vino si contano 107.175 operatori e nel comparto cibo 87.212. Il Rapporto Ismea-Qualivita 2024 approfondisce anche l’impatto della Dop economy sull’occupazione, elaborando i dati Inps sui rapporti di lavoro nella fase agricola e di trasformazione delle filiere DOP IGP. Nel complesso si stimano 847.405 occupati nella Dop economy italiana, 510.260 nella fase agricola e 337.145 nella fase di trasformazione. Il settore vitivinicolo DOP IGP conta 332.506 occupati, mentre il comparto cibo 585.543.

Impatto territoriale. Dopo due anni consecutivi con dati in aumento in 18 regioni su 20, il Rapporto Ismea-Qualivita 2024 descrive un quadro più variegato: su 107 province italiane 61 hanno valore della DOP economy più alto, il 17% con crescite a doppia cifra. Prosegue il trend positivo nell’area Sud e Isole (+4,0%), sempre in crescita negli ultimi cinque anni, con buoni risultati soprattutto per Sardegna (+19%) e Abruzzo (+11%). Cresce anche il Nord-Ovest, trainato dalla Lombardia che supera per la prima volta i 2,5 miliardi di euro e cresce per il terzo anno consecutivo. Il Nord-Est ha risultati stabili nel complesso (-0,6%) e vale il 54% della Dop economy, con l’Emilia-Romagna che frena leggermente (-2,4%) e il Veneto che con 4,85 miliardi di euro si conferma regione leader. Nel Centro i risultati peggiori (-3,9%) con la Toscana (-5,5%) che rappresenta la gran parte del valore economico e il Lazio unica regione in crescita (+8,8%).

Cibo DOP IGP STG. La Dop economy del cibo cresce per il terzo anno di fila e nel 2023 raggiunge 9,17 miliardi di euro di valore alla produzione (+3,5% la crescita annua, +44% il trend dal 2013) per un fatturato al consumo finale che sfiora i 18 miliardi euro (+3,6%). Bene soprattutto i formaggi (+5,3%), per la prima volta sopra i 5,5 miliardi euro e con la produzione più alta degli ultimi cinque anni, ma buone crescite in valore anche per oli di oliva (+33%), prodotti della panetteria e pasticceria (+9%) e carni fresche (+10%). L’export raggiunge 4,67 miliardi di euro (+0,7% su base annua e +90% sul 2013), grazie soprattutto alla crescita nei mercati UE (+6,4%). Numeri frutto dell’impegno di 87.212 operatori, 585mila occupati, 182 Consorzi di tutela autorizzati dal MASAFf e 42 Organismi di controllo.

Vino DOP IGP. Frena nel 2023 il vino DOP IGP, sia come produzione imbottigliata pari a 25,9 milioni di ettolitri (-0,7%) che come valore dell’imbottigliato che si attesta su 11 miliardi di euro (-2,3%), con andamento opposto fra DOP e IGP. Per i vini DOP il calo della domanda ha indotto gli operatori a imbottigliare di meno (-4%), per un valore pari a 9,08 miliardi di euro (-3,7%). Per i vini IGP cresce la quantità imbottigliata (+6%) per un valore di 1,95 miliardi € nel 2023 (+4,8%). L’export raggiunge 6,89 miliardi di euro (-0,6% su base annua e +66% sul 2013), una sostanziale tenuta dopo il balzo del +10% registrato nel 2022. Numeri di una filiera composta da 107.175 operatori, 333mila occupati, 135 Consorzi di tutela autorizzati dal MASAF e 12 Organismi di controllo.

GDO italiana. La spesa per i prodotti nella GDO è pari a 5,9 miliardi di euro nel 2023, per una crescita del +7,2% in un anno, dinamica in linea con l’intero comparto alimentare, la cui spesa nel 2023 è cresciuta del +8,6% (frutto di un innalzamento dei prezzi, con un carrello leggermente alleggerito nei volumi). Il cibo segna un +9,5%, con formaggi e oli di oliva che crescono anche in volume, oltre che in valore; la spesa per il vino registra un +2,7%. Nei primi 9 mesi del 2024, i dati sulla spesa alimentare degli italiani confermano i livelli del 2023 (con un +0,8% su base annua). Si conferma il ruolo crescente dei discount per i prodotti DOP IGP che nel corso del 2024 superano la quota di mercato del 18%; anche il ricorso alle vendite in promozione da parte della GDO risulta più elevato rispetto ai prodotti generici.

La pubblicazione della XXII edizione del rapporto ISMEA-Qualivita si inserisce in un periodo caratterizzato da tensioni geopolitiche e sfide economiche e sociali senza precedenti negli ultimi 60 anni – ha affermato Cesare Mazzetti, Presidente della Fondazione Qualivita – In questo scenario, i dati emersi confermano che le Indicazioni Geografiche rappresentano ancora oggi una delle espressioni più emblematiche della tradizione e della qualità del Made in Italy, offrendo un significativo valore aggiunto all’economia del Paese. Oltre a rafforzare l’identità culturale, esse contribuiscono in modo rilevante allo sviluppo economico e alla crescita occupazionale”.

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