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Dieselgate: l’Europarlamento chiede più controlli e multe

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Sebbene la Commissione UE e gli Stati membri fossero a conoscenza da oltre un decennio dell’esistenza di incongruenze tra i test sulle emissioni di ossido di azoto per le auto diesel (NOx) tra quelli compiuti in laboratorio e quelli verificati in condizioni di guida su strada, non sono stati in grado di proteggere in modo adeguato la qualità dell’aria e la salute pubblica“.
Questo si legge nella nota stampa del Parlamento europeo con cui si informa che nella seduta del 4 aprile 2017 sono state approvate le Raccomandazioni, non vincolanti per la Commissione UE e Consiglio europeo, contenute nella Relazione finale della Commissione d’inchiesta per la verifica della portata delle presunte manipolazioni manipolazioni illegali dei costruttori automobilistici (Emission Measurements in the Automotive Sector), nominata dopo le polemiche insorte sul caso Volkswagen, il cosiddetto “Dieselgate“.

Inoltre, nessuna autorità negli Stati membri ha sollevato sospetti o cercato “gli impianti di manipolazione”, limitandosi ad effettuare le prove di omologazione con un unico modello. Dopo lo scandalo delle emissioni scoppiato nel settembre 2015, la Commissione ha previsto che siano gli Stati membri a condurre le indagini, senza premere per ulteriori azioni, mentre gli Stati membri non sono riusciti a imporre sanzioni ai produttori di auto o a chiedere di ritirare le auto difettose.

L’Europarlamento raccomanda di migliorare la relativa normativa europea e di assicurarsi che sia effettivamente applicata. In particolare:
– tutti i lavori per la stesura delle normative sulla qualità dell’aria e sulle emissioni deve far riferimento ad un unico Commissario e Direzione generale, per migliorarne il controllo e l’attuazione;
– la normativa comunitaria sulle emissioni in condizioni reali di guida (Real Driving Emissions) dovrebbe essere adottata rapidamente, con prove che coprano una vasta gamma di condizioni di guida, ma anche con varianti non prevedibili per rilevare dispositivi di manipolazione illegali;
– gli acquirenti di auto colpite dallo scandalo dovrebbero essere compensati finanziariamente dalle case automobilistiche coinvolte, mentre la Commissione UE dovrebbe proporre normative per un sistema armonizzato di ricorso collettivo per rafforzare la protezione dei consumatori;
– le nuove regole di omologazione devono essere adottate il più rapidamente possibile, per introdurre un nuovo sistema UE di controllo, con responsabilità chiaramente definite.

Inoltre, con una votazione separata, il Parlamento europeo ha approvato modifiche al disegno di legge della Commissione europea sull’omologazione per migliorare il controllo sul lavoro svolto dai laboratori e dalle autorità nazionali che svolgono i test sui veicoli in vendita. Dovrebbero essere intensificati i controlli sulle auto che sono già in circolazione e la Commissione UE dovrebbe svolgere un potere di supervisione qualora le autorità nazionali non ottemperino agli obblighi sull’omologazione dei veicoli.
Ogni anno dovrebbe essere testato da parte degli Stati membri dell’UE almeno il 20% dei modelli di auto immessi sul mercato nazionale durante l’anno precedente e la Commissione UE dovrebbe infliggere alle case automobilistiche che falsificano i dati sulle emissioni multe fino a 30.000 euro a vettura, utilizzando i proventi per sorvegliare il mercato, a beneficio dei consumatori colpiti o per tutelare l’ambiente.

Nel complesso questo è un buon pacchetto in risposta allo scandalo Dieselgate, ma i Deputati europei hanno perso una buona occasione per istituire un’Agenzia europea indipendente – ha osservato Julia Poliscanova, Responsabile veicoli puliti e qualità dell’aria di Transport & Environment (T&E), Associazione ONG a Bruxelles che promuove il trasporto sostenibile a livello europeo – La Commissione d’inchiesta ha dimostrato che lo scandalo delle emissioni è in gran parte una conseguenza dell’incapacità o di mancata volontà delle autorità nazionali di far rispettare le regole a causa delle influenze delle case automobilistiche. Gli Stati nazionali dovrebbero ora accettare la proposta dell’Europarlamento di rafforzare il potere di supervisione, affinché la legislazione sia applicata in modo uniforme. Gli interessi economici dei costruttori non devono prevalere sul rispetto delle leggi e della salute pubblica“.

Ricordiamo che, secondo il Rapporto “Qualità dell’aria in Europa nel 2016“, pubblicato lo scorso novembre dall’Agenzia europea dell’Ambiente, l’esposizione a biossido di azoto (NO2) è stata responsabile di circa 71.000 morti premature nei 41 Paesi europei analizzati.

Immagine di copertina tratta dal sito di T&E.

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