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Didattica a distanza a livello universitario: gli italiani tra i più convinti

Un sondaggio globale condotto recentemente da Ipsos per il WEF rivela che per la maggioranza degli 27.500 adulti tra i 16 e i 74 anni di 29 Paesi ritiene che la didattica a distanza o mista con quella in presenza a livello universitario tra cinque anni sarà prevalente.

Un nuovo sondaggio globale di Ipsos, la terza società al mondo di analisi e ricerche, realizzato per il World Economic Forum (WEF) e diffuso il 25 novembre 2020 per la serie “Game Changers”, rivela che il 72% degli adulti nel mondo pensa che, tra 5 anni, l’istruzione universitaria nel proprio Paese sarà condotta online almeno quanto di persona e .sono il 28% ritiene che le lezioni avverranno soltanto, o nella maggior parte dei casi, in presenza, pur concordando entrambi che la didattica in presenza abbia il suo valore.

Una persona su quattro si aspetta che al livello universitario la didattica sia condotta solo a distanza o per lo più online 
Un quarto degli adulti a livello globale (23%) ritiene che, tra cinque anni, l’istruzione universitaria nel proprio Paese sarà condotta interamente o principalmente online; un’altra metà (49%) pensa che le lezioni siano metà online e metà in presenza.

In Arabia Saudita, India, Sud Africa, Malesia e Australia, almeno tre adulti su dieci pensano che l’istruzione superiore si terrà solo o principalmente online. Soltanto una persona su dieci in Cile, Corea del Sud, Giappone e Perù ha lo stesso punto di vista. In Italia la percentuale di coloro che ritengono che la didattica a distanza mista prevarrà tra 5 anni è superiore alla percentuale totale, così come è inferiore alla percentuale totale degli intervistati quella che ritiene sarà svolta ancora in presenza.

A livello globale, solo il 29% ritiene che l’istruzione superiore sarà erogata esclusivamente o per lo più in presenza, ma quasi la metà degli adulti intervistati in Cina in Giappone pensa che sarà ancora così, rispetto a solo un adulto su sei in Malesia, Australia e Brasile.

Le opinioni sul modo in cui verrà condotta l’istruzione superiore in futuro variano leggermente in base all’età: coloro di età compresa tra 50 e 74 anni sono meno propensi a pensare che si terrà interamente o principalmente online (19% contro 25% tra i 18 anni -34 e il 24% tra i 35-49 anni). A livello globale, le opinioni non variano molto in base al sesso o al livello di istruzione.

Come verrà impartita l’istruzione universitaria tra 5 anni?

Ampio divario tra i Paesi sul fatto che la didattica in presenza abbia il suo valore
Nei 29 Paesi dove il sondaggio è stato effettuato, poco più della metà (53%) concorda sul fatto che l’istruzione superiore in presenza abbia il suo valore rispetto a circa un terzo (36%) che non è d’accordo.

Il livello più alto di accordo si registra in Cina (81%), Svezia (78%), Arabia Saudita (69%), India (68%), Paesi Bassi (64%), Malesia (63%), Singapore (62%) e Germania (61%). Al contrario, in Cile (59%), Italia (57%), Russia (51%), Brasile (51%) e Corea del Sud (51%), più della metà degli adulti intervistati ritiene che l’istruzione superiore in presenza non abbia il suo valore. La Spagna (48%) e gli Stati Uniti (47%) si avvicinano.

L’istruzione superiore in presenza ha il suo valore?
A livello globale, è particolarmente probabile che uomini, adulti di età compresa tra 50 e 74 anni (55%) e, soprattutto, laureati (59%) concordino sul fatto che l'istruzione superiore in presenza nel proprio Paese abbia il suo valore.

Tra i più convinti che la didattica a distanza a livello universitario non abbia meno valore di quella a distanza ci sono gli italiani, per i quali i lockdown indotti dal Covid-19 sono stati evidentemente  fattori di grande accelerazione di fenomeni già in atto, come il telelavoro e, appunto, la didattica a distanza nelle università.

Una recente analisi di McKinsey, dedicata all’istruzione superiore negli Stati Uniti e alla sua evoluzione, ha osservato che mentre alcuni college e università stanno subendo un calo delle iscrizioni, anche per effetto della riduzione degli studenti dovuta alla diminuzione della natalità nei precedenti decenni, altri aumentano gli iscritti poiché si stanno adattando all’offerta di servizi a studenti adulti più diversificati e sempre più online.

Secondo la Società la leader a livello globale di consulenza manageriale   l’apprendimento a distanza è indiscutibilmente in aumento, con programmi online che consentono a studenti che mai avrebbero conseguito lauree o diplomi frequentando parzialmente, o addirittura senza frequenza, università e college. Questo cambiamento sarebbe più evidente negli studenti adulti a cui i cambiamenti nel mercato del lavoro e la crescente automazione che richiedono una riqualificazione, si impone di ricercare soluzioni di istruzione superiore online o ibride, soprattutto dopo che la crisi economica correlata alla pandemia di Covid-19 sta causando negli Stati Uniti livelli record di disoccupazione.

Forse è il caso che anche in Italia ci si attrezzi per tempo.

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