Circular economy Sostenibilità

Circular Economy: Manifesto di 8 multinazionali del Made in Italy

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Il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM) e quello dello Sviluppo Economico (MiSE) hanno presentato il Documento finale di Posizionamento Strategico Nazionale Verso un modello di Economia Circolare per l’Italia” che si inserisce nella più ampia Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile, approvata dal Governo il 2 ottobre 2017, contribuendo in particolare alla definizione degli obiettivi dell’uso efficiente delle risorse e di modelli di produzione più circolari e sostenibili anche grazie ad abitudini di consumo più attente e consapevoli.

La grande sfida che l’Italia e l’Europa si troveranno ad affrontare nei prossimi decenni è quella di ripensare il nostro modello produttivo nell’ottica della sostenibilità ambientale – ha dichiarato il Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, presentando il documento alle Commissioni Ambiente ed Attività produttive della Camera, riunite in seduta congiunta il 28 novembre 2017 – Se parliamo di economia circolare discutiamo di nuovi orizzonti di competitività da scoprire, non di decrescita felice”.

L’economia circolare – ha proseguito Galletti – è anche una risposta culturale e sociale ai problemi che la modernità ci pone davanti: dagli enormi squilibri economici che viviamo al rapido esaurimento delle risorse naturali, alla produzione di rifiuti e alla difficoltà nel loro smaltimento, ai costi ambientali, oltre che umani, che hanno determinato nel tempo e determinano ancora oggi modelli di produzione lineari in termini di inquinamento“.

In quest’ottica, il Documento deve essere visto come un punto di partenza, una base condivisa per la realizzazione di quello che sarà il vero e proprio “Piano di Azione Nazionale sull’Economia Circolare” che dovrà indicare in modo puntuale gli obiettivi, le misure di policy e gli strumenti attuativi che saranno al centro del nuovo modello di economia circolare per l’Italia, e che, visti i tempi, sarà definito dal nuovo Governo.

Con il documento ‘Verso un modello di economia circolare per l’Italia’ – ha affermato il Ministro – si intende dire alle imprese e ai cittadini cosa intendiamo fare, chiarire su quali settori possiamo essere più competitivi,  favorire nuovi business. Oggi alcune grandi aziende hanno già iniziato a investire sull’economia circolare, mentre nelle PMI si fa ancora fatica a cogliere i benefici che possono derivare dall’introduzione di questo nuovo modello”.

Il giorno seguente (29 novembre 2017), a Roma nel corso del Convegno sul tema organizzato da Confindustria, a cui ha partecipato il Ministro, 8 multinazionali italiane protagoniste del Made in Italy(NovamontEnelIntesa SanpaoloGruppo Salvatore FerragamoBulgariFaterEataly e Costa Crociere) hanno firmato il Manifesto “L’Alleanza per l’Economia Circolare”, con l’obiettivo di rafforzare l’impegno per un continuo miglioramento delle aziende italiane sul fronte dell’innovazione, della competitività e delle prestazioni ambientali.

Il modello circolare rappresenta un elemento di rottura positivo, capace di creare nuovo valore di crescita – ha affermato Mauro Micillo, responsabile divisione Corporate&Investment Banking di Intesa Sanpaolo, promotrice dell’Alleanza assieme ad Enel – Per noi è significativo l’impegno in ambito di sostenibilità ambientale che ci ha valso diversi riconoscimenti tra cui l’inclusione in numerosi indici e, in particolare, nel Dow Jones Sustainability Index e già dal 2015 siamo diventati l’unico partner globale nei servizi della Fondazione Ellen McArthur, la più grande istituzione privata al mondo impegnata in questo ambito”.

L’economia circolare, abilitata dall’innovazione tecnologica – ha sottolineato a sua volta Patrizia Grieco, Presidente di Enel – è un driver strategico in grado di favorire l’affermazione di nuovi modelli di business, più efficienti e sostenibili, nonché il superamento della tradizionale distinzione di fasi e ruoli tipici dell’economia lineare: un processo che coinvolge numerosi attori, in modo trasversale lungo l’intera catena del valore. In questo contesto, le grandi imprese possono svolgere un ruolo fondamentale, anche come volano per favorire la transizione circolare delle proprie filiere”.

Cosa c’è di più circolare delle rinnovabili? – ha precisato la Grieco, puntualizzando l’impegno di Enel – Noi aggiungiamo oltre 2 GW di rinnovabili ogni anno e la SEN dà una spinta sulle rinnovabili, forse meno aggressiva di quella che avremmo voluto, ma riconosce il futuro delle rinnovabili. Poi, con il Progetto Futur-e, stiamo dismettendo 23 impianti non più attivi per rimetterli nell’economia circolare disegnando per loro un futuro diverso. Continuiamo su questo percorso”.

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