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Borghi italiani: un progetto ANCI/MiBACT e Airbnb per la loro promozione

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Nel “2017 Anno del Turismo Sostenibile per lo Sviluppo“, proclamato dall’ONU, in Italia il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo (MiBACT) lo dedica alla promozione dei borghiAirbnb (portale online che mette in contatto persone in cerca di un alloggio o di una camera per brevi periodi, con host ovvero persone che dispongono di uno spazio extra da affittare, generalmente privati) ha lanciato il Progetto “Borghi Italiani“, patrocinato dall’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani (ANCI), con la collaborazione del MiBACT, per contribuire alla loro valorizzazione, attraverso la collaborazione tra architetti, artisti, istituzioni e comunità locale di oltre 40 borghi, diffusi in tutto il Paese, attraverso un ventaglio di progetti diversi.

Far conoscere i piccoli centri dell’Italia rurale ai viaggiatori di tutto il mondo, valorizzando paesaggi, beni artistici, tradizioni e saperi delle piccole comunità, significa accendere i riflettori su paesaggi, tradizioni e saperi unici, espandere le economie locali e promuovere un turismo più sostenibile, fuori dalle rotte italiane più battute.

Il progetto parte dalla convinzione dei fondatori di Airbnb che l’home sharing (affittare la propria casa a viaggiatori, anche in cerca di viaggi esperienziali) possa portare la visibilità e le risorse economiche necessarie per finanziare i progetti culturali e di valorizzazione del territorio secondo una logica di auto-sostenibilità.

Nell’occasione Airbnb ha presentato uno Studio sull’impatto dell’home sharing nell’Italia rurale, dei borghi e dei piccoli centri. È emerso che negli ultimi 12 mesi gli host residenti delle aree rurali (47 anni l’età media, il 52% donne) hanno guadagnato complessivamente quasi 80 milioni di euro, ospitando oltre 540.000 viaggiatori attraverso i 30.000 annunci disponibili.

La durata media del soggiorno è stata di 5 notti, con 3 persone a comporre il gruppo medio. Il guadagno annuale dell’host tipico delle aree rurali è stato di 1.600 euro, frutto in genere di 16 notti prenotate.

Il poter dormire in una casa privata diviene particolarmente interessante sia per il rafforzamento della relazione tra viaggiatore e ospitante (la ricerca di esperienze autentiche è una delle nuove chiavi di lettura del turismo dei prossimi anni), sia perché consente di avere opzioni di soggiorno in destinazioni che hanno minore offerta della ricettività classica”, ha affermato nell’introduzione Francesco Palumbo, Direttore generale Direzione Turismo del MiBACT

“L’ampliamento dell’offerta territoriale che il nostro Paese può organizzare, in particolare nelle aree interne, nei borghi storici, lungo i cammini permette di prevedere un ruolo importante dell’ospitalità in case private e delle piattaforme che offrono tali servizi, proprio perché questi territori sono in grado di rispondere ad entrambe le caratteristiche che abbiamo evidenziato: un numero limitato di strutture ricettive alberghiere e extralberghiere e la conservazione dell’ospitalità più spontanea ed autentica“.

Sulla scia del successo del progetto pilota “Casa d’Artista” a Civita di Bagnoregio, il nuovo più ambizioso progetto, presentato a Palermo dal CPO (chief product officer)) e co-fondatore di Airbnb, Joe Gebbia in presenza della autorità locali, amplia il proprio campo d’azione a 3 borghi italiani: Lavenone (Lombardia), Civitacampomarano (Molise) e Sambuca di Sicilia (Sicilia). Come già avvenuto per il progetto di Civita di Bagnoregio, sono stati individuati nei 3 comuni altrettanti edifici pubblici che saranno oggetto di ristrutturazione.

Come parte del progetto “Borghi Italiani“, Airbnb ha lanciato anche la piattaforma “Italianvillages” al fine di promuovere a livello internazionale 20 piccoli borghi. Far conoscere i piccoli centri dell’Italia rurale ai viaggiatori di tutto il mondo, valorizzando paesaggi, beni artistici, tradizioni e saperi delle piccole comunità, significa accendere i riflettori su paesaggi, tradizioni e saperi unici, espandere le economie locali e promuovere un turismo più sostenibile, fuori dalle rotte italiane più battute.

I Comuni interessati (uno per ogni Regione) sono: Aieta (Calabria), Apricale (Liguria), Asolo (Veneto), Barolo (Piemonte), Bevagna (Umbria), Bitti (Sardegna), Città Sant’Angelo (Abruzzo), Cividale del Friuli (Friuli Venezia Giulia), Dozza (Emilia Romagna), Étroubles (Valle d’Aosta), Furore (Campania), Mezzano (Trentino Alto Adige), Moresco (Marche), Pisticci (Basilicata), Poggiorsini (Puglia), Sabbioneta (Lombardia), San Casciano dei Bagni (Toscana), Sperlonga (Lazio), Savoca (Sicilia) e Torella del Sannio (Molise). Il sito costituirà uno strumento di marketing territoriale e potrà espandersi in futuro con nuovi borghi.

Infine, altri 20 borghi saranno oggetto di promozione, attraverso un piano di comunicazione dedicato, sui presidi social media di Airbnb.

Tutti i borghi interessati dal Piano fanno parte degli itinerari di “Viaggio Italiano“, l’iniziativa di valorizzazione di circa 1000 borghi, dall’entroterra alla costa, come luoghi del turismo lento, dell’autenticità, della qualità di vita, realizzata nell’ambito dei progetti interregionali di sviluppo turistico DPR 158/07 e co-finanziata dal MIBACT, nell’ambito del “2017 Anno dei Borghi”, iniziativa di valorizzazione di 1.000 borghi promossa da 18 Regioni italiane in collaborazione con il MiBACT.

Oltre alle grandi città d’arte esiste una bellezza nascosta – si legge nello Studio – Da quando gli host hanno iniziato a condividere la casa aprendo le porte delle loro comunità agli ospiti, abbiamo assistito a un crescente interesse da parte di chi viaggia verso la riscoperta delle zone rurali, delle attività commerciali tradizionali e dei ristoranti tipici e, conseguentemente, abbiamo registrato un beneficio economico significativo a vantaggio di aree meno popolate e meno note, dove la crescita di un nuovo turismo potrebbe fare la differenza.

Con più siti UNESCO di qualsiasi altro Paese al mondo e con migliaia di borghi e piccoli centri che costellano tutto il territorio, l’Italia ha un potenziale immenso da esprimere attraverso l’home sharing, per rendere il turismo più alla portata di tutti, per coinvolgere nuove persone e comunità nel settore dei viaggi e, allo stesso tempo, per alleggerire le città più visitate dai crescenti flussi turistici”.

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