Fonti rinnovabili

Biocarburanti per trasporti in UE: un futuro incerto

Secondo una nuova Relazione speciale della Corte dei conti europea (ECA), la strada che devono percorrere i biocarburanti è poco chiara e piena di asperità, e l’assenza di una prospettiva a lungo termine ha inciso sulla sicurezza degli investimenti, mentre i problemi di sostenibilità, la corsa alla biomassa e i costi elevati ne limitano la diffusione.

La diffusione dei biocarburanti avanzati si sta rivelando più lenta del previsto, nonostante l’UE abbia stanziato 430 milioni di euro, principalmente per la ricerca. La politica dell’UE sui biocarburanti non ha una prospettiva a lungo termine I biocarburanti non sono ancora competitivi, non sono sempre rispettosi dell’ambiente e la loro produzione è limitata da problemi di disponibilità di biomassa.

È l’avvertimento lanciato dalla Corte dei conti europea (ECA) con la pubblicazione il 13 dicembre 2023 della Relazione specialeIl sostegno dell’UE ai biocarburanti sostenibili nei trasporti. Una strada incerta”.

I biocarburanti sono considerati un’alternativa ai combustibili fossili, con l’obiettivo di contribuire a ridurre le emissioni di gas a effetto serra nel settore dei trasporti e a migliorare la sicurezza dell’approvvigionamento dell’UE. L’ultima Direttiva UE sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili (2018), i biocarburanti sono definiti come “carburanti liquidi per il trasporto ricavati dalla biomassa” (Art. 2, comma 33) e devono rispettare determinati criteri di sostenibilità e di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra per i biocarburanti (Art. 29). Nel 2021 la maggior parte dei biocarburanti utilizzati nell’UE derivava da colture (principalmente etanolo e biodiesel).

Con i biocarburanti si mira a contribuire al raggiungimento degli obiettivi di neutralità climatica dell’UE e a rafforzare la sovranità energetica di quest’ultima – ha dichiarato Nikolaos Milionis, il Membro dell’ECA che ha diretto l’audit –Tuttavia, con l’attuale politica in materia di biocarburanti, l’UE sta vagando senza una mappa e corre il rischio di non raggiungere la destinazione”.

Come richiesto, tutti i paesi dell’UE hanno imposto obblighi in capo ai fornitori di carburanti, per far sì che la percentuale di energie rinnovabili fosse almeno del 10 % entro il 2020 nei settori del trasporto su strada e ferroviario, e del 14 % in tutti i settori dei trasporti entro il 2030. Ciononostante, solo 7 Stati membri hanno raggiunto il proprio obiettivo vincolante RES per il 2020 ai sensi della RED I usando solo biocarburanti e biogas.. Se non si raggiungono gli obiettivi vincolanti, la Commissione può avviare una procedura d’infrazione, che può portare la Corte di giustizia a sanzionare uno Stato membro per il mancato raggiungimento degli obiettivi. A maggio 2023, nonostante gli obiettivi fossero vincolanti nell’ambito della Direttiva, la Commissione non aveva ancora avviato le procedure d’infrazione.

Per il periodo 2014-2020, sono stati assegnati circa 430 milioni di euro di fondi UE a progetti di ricerca e alla promozione dei biocarburanti. Tuttavia, il passaggio dalla fase iniziale di ricerca in laboratorio a quella di produzione può richiedere come minimo dieci anni. A ciò si aggiungono i frequenti cambiamenti nelle politiche, nella normativa e nelle priorità dell’UE relative ai biocarburanti, che hanno reso il settore meno allettante e hanno inciso sulle decisioni degli investitori.

L’assenza di una tabella di marcia chiara è un problema messo in particolare evidenza dagli auditor della Corte. Si prenda come esempio l’aviazione. Essendo un settore difficile da elettrificare, i biocarburanti avanzati potrebbero rappresentare una buona opzione di decarbonizzazione.

Il RegolamentoReFuelEU Aviation” che entrerà il vigore dal 1° gennaio 2024  parte integrante del Pacchetto “Fit for 55”, ha fissato il livello richiesto di carburanti sostenibili per l’aviazione (SAF) – inclusi i biocarburanti – al 6 % per il 2030, cioè a circa 2,76 milioni di tonnellate di petrolio equivalente. Al momento, però, la capacità di produzione potenziale nell’UE raggiunge a malapena un decimo di quella cifra. Inoltre, non esiste ancora una tabella di marcia a livello UE su come accelerarne la produzione, a differenza degli Stati Uniti.

Il futuro dei biocarburanti è molto incerto anche nel settore del trasporto su strada. La scommessa ambiziosa sulle auto elettriche e la fine della vendita di auto nuove a benzina e a diesel prevista per il 2035 potrebbero far sì che i biocarburanti non abbiano un futuro su larga scala nel settore del trasporto su strada dell’UE.

La Corte ha anche evidenziato 3 problemi cruciali che i biocarburanti si trovano ad affrontare sul campo: sostenibilità, disponibilità di biomassa e costi.

I benefici dei biocarburanti sull’ambiente sono spesso sovrastimati. Ad esempio, i biocarburanti derivanti da materie prime che richiedono terreni coltivabili (e quindi potenzialmente implicanti deforestazione) potrebbero incidere negativamente su biodiversità, suolo e acqua. Questa situazione suscita inevitabilmente questioni etiche riguardanti l’ordine di priorità tra beni alimentari e carburanti.

Inoltre, la disponibilità di biomassa limita la diffusione dei biocarburanti. La Commissione UE si aspettava di ottenere un aumento dell’indipendenza energetica grazie ai biocarburanti. Tuttavia, la dipendenza da paesi non-UE (ad esempio, le importazioni di olio da cucina esausto da Cina, Regno Unito, Malaysia e Indonesia) è in realtà aumentata drasticamente a causa della crescente domanda di biomassa nel corso degli anni. Il problema è che il settore dei biocarburanti si contende le materie prime con altri settori, in particolare quello alimentare, ma anche quello dei prodotti cosmetici, farmaceutici e delle bioplastiche.

Infine, i biocarburanti sono più cari dei combustibili fossili e, di conseguenza, non sono ancora economicamente sostenibili. Le quote di emissione sono attualmente meno costose della riduzione delle emissioni di CO2 ottenuta utilizzando i biocarburanti, non sempre favorita dalle politiche di bilancio dei Paesi dell’UE. Tutto ciò significa che la diffusione dei biocarburanti avanzati è più lenta del previsto.

Non esistono fonti UE che forniscano informazioni sulle raffinerie di biocarburanti avanzati. Per questo motivo la Corte ha usato i dati del Ministero dell’agricoltura degli Stati Uniti (USDA), in base al quale nell’UE nel 2021 le raffinerie di biocarburanti avanzati si trovavano principalmente in Finlandia, Paesi Bassi, Svezia e Italia.

La normativa UE pertinente consente il doppio conteggio di alcuni tipi di biocarburante ai fini degli obiettivi UE, ma la Commissione UE non divulga in maniera trasparente l’impatto dei moltiplicatori sulla quota di energia da fonti rinnovabili nel settore dei trasporti. Inoltre, la Corte ha anche rilevato incongruenze nei dati provenienti da due insiemi di dati usati per monitorare il raggiungimento degli obiettivi. La Commissione raccoglie dati sul consumo di biocarburanti, ma non dispone di dati dettagliati dal lato della produzione.

Pertanto, l’ECA raccomanda alla Commissione UE di:
garantire maggiore stabilità alla politica preparando un approccio strategico a lungo termine;
migliorare gli orientamenti sulla categorizzazione dei biocarburanti avanzati e valutare la limitazione delle materie prime;
migliorare la pertinenza e la coerenza dei dati e la trasparenza delle comunicazioni sul raggiungimento degli obiettivi.

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