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Un’indagine mostra che agli Italiani piace sempre più l’acqua del rubinetto

Italiani piace acqua rubinetto

Nel corso di un Workshop organizzato all’interno di MCE 2016 (Fiera di Milano, 15-18 marzo 2016), la Manifestazione internazionale biennale rivolta ai settori dell’impiantistica civile e industriale, Aqua Italia, l’Associazione costruttori impianti e componenti del trattamento acque primarie, federata ANIMA-Confindustria, ha presentato in anteprima i dati relativi al “Consumo di acqua potabile presso la popolazione italiana” scaturiti dall’indagine commissionata all’Istituto indipendente Telesurvey Research.

Dall’analisi emerge un trend in crescita per il gradimento dell’acqua del rubinetto da parte della popolazione italiana: oltre due terzi delle famiglie, il 71,8%, sceglie l’acqua a km zero e quasi una persona su due, dichiara di berla “sempre o quasi sempre” (44%).

In particolare, il Nord-est si riconferma come l’Area più virtuosa d’Italia per il consumo abituale di acqua del rubinetto, trattata e non, che sale al 62,7% (era il 57,3% nel 2014).
La maglia nera, ancora una volta, va al Sud dove il solo il 33,4% (Sud e Sicilia) dichiara di berla quotidianamente.

Ma quali sono le ragioni per le quali gli italiani preferiscono l’acqua del rubinetto rispetto alla cugina in bottiglia?
La prima ragione è la comodità di non dover più trasportare casse di acqua dal supermercato fino a casa, con il 28,6% delle risposte (era il 22,5% nel 2014).

Subito dopo viene la sensibilità verso la sicurezza, con il 20,4% degli intervistati che dichiara di preferire l’acqua del Sindaco perché questa è sottoposta a maggiori controlli rispetto all’acqua in bottiglia (era il 17,5% nel 2014).

Aumenta il successo anche dei sempre più diffusi Chioschi dell’Acqua, moderna evoluzione delle antiche fontanelle; a conoscere il servizio è oggi il 67% degli italiani, era il 58% nel 2014. Inoltre, ormai il 42% degli intervistati vive in un comune che offre questo servizio ai cittadini, riprova del fatto che i Chioschi dell’Acqua sono sempre più diffusi e apprezzati sul territorio nazionale.

La ricerca si è quindi concentrata di nuovo sull’acqua consumata presso le abitazioni private e in particolare sugli eventuali dispositivi di trattamento utilizzati: tra coloro che bevono sempre o quasi sempre l’acqua del rubinetto, circa un terzo (32,4%) ha almeno un apparecchio per l’affinaggio dell’acqua: al primo posto si attestano gli apparecchi con sistema a osmosi inversa, seguono le caraffe filtranti e gli apparecchi con filtro per l’eliminazione del cloro.
Tutti i sistemi sopra citati (tranne le caraffe filtranti) necessitano di manutenzione periodica eseguita da personale tecnico specializzato.

Si è, quindi, indagato su quanti possiedano un abbonamento di manutenzione e si è scoperto che il 38% (contro il 30% del 2014) dichiara di averne sottoscritto uno.

Il tema della manutenzione che rimane ancora centrale per avere sempre acqua sicura, buona e salubre a portata di rubinetto, come si è evidenziato durante l’altro argomento trattato durante il Workshop, dal Dott. Enrico Veschetti del Dipartimento Ambiente e connessa Prevenzione primaria dell’Istituto Superiore di Sanità, che si è soffermato sulle nuove Linee guida sulla legionella, con particolare riferimento agli impianti di trattamento acqua.

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