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Il ruolo determinante delle città per lo sviluppo sostenibile

Il ruolo determinante delle città per lo sviluppo sostenibile

In vista della Conferenza “UN-Habitat” (Quito, 17-20 ottobre 2016), incentrata sullo sviluppo urbano sostenibile, un interessante Rapporto del Consiglio Federale Tedesco sui Cambiamenti Globali mette in evidenza che le istituzioni internazionali non sono adeguatamente posizionate per affrontare le dinamiche di urbanizzazione in corso e, soprattutto, non vengono intraprese le adeguate politiche per intraprendere le azioni che sono necessarie per la trasformazione verso la sostenibilità.

Circa 2-3 miliardi di persone in tutto il mondo si sposteranno dalla campagna alle città nei prossimi decenni, raddoppiando la popolazione delle baraccopoli mondiali.Sarà la più grande migrazione dell’era moderna e la sua dinamica costituirà l’elemento chiave delle trasformazioni del XXI secolo.

Questo l’assunto del Rapporto “Humanity on the move: Unlocking the trasformative power of cities”, redatto dal Consiglio consultivo sui cambiamenti globali (WBGU) del Governo Federale Tedesco, quale contributo alla Conferenza delle Nazioni Unite “Habitat III” che avrà luogo in Ecuador (Quito, 17-20 ottobre 2016) e che si incentrerà sul tema dello Sviluppo Urbano Sostenibile.

Le città sono responsabili di oltre i due terzi delle emissioni di gas serra a livello globale e, al contempo, esse sono particolarmente colpite dalle conseguenze del riscaldamento globale.Invece che sulla sempre maggiore densità di infrastrutture, si sottolinea nel Rapporto, lo sviluppo urbano dovrebbe concentrarsi di più sulle regioni circostanti.Lo sviluppo di molteplici centri di medie dimensioni, in luogo di un paio di rampanti megalopoli, farebbe aumentare la resilienza del genere umano alle crisi e allenterà la pressione da risorse locali, come acqua e suolo.

La crescita urbana è così gigantesca che deve essere urgentemente incanalata su nuovi orientamenti – ha affermato Dirk Messner, Direttore di German Development Institute(DIE) e co-Presidente del WBGU –Se si costruiranno sempre più nuovi insediamenti con cemento e acciaio nelle città dei Paesi in via di sviluppo e in quelle delle economie emergenti, solo con la produzione di questi materiali da costruzione ad alta intensità energetica potrebbero essere rilasciate quantità tali di gas serra tali che il bilancio delle emissioni del mondo per mantenere entro 1,5 °C sarebbe già praticamente esaurito entro il 2050.Eppure ci sono alternative, come per esempio l’utilizzo del legno o di altri materiali naturali nel settore delle costruzioni.Senza un’azione politica decisa e la cooperazione internazionale, i sistemi naturali di supporto alla vita dell’umanità sarebbero compromessi a causa della domanda di risorse e del rilascio delle emissioni di CO2 correlati alle costruzioni urbane“.

Le condizioni di vita degli abitanti delle città sono già oggi problematiche con più di 850 milioni di persone che vivono in condizioni abitative inadeguate.Nell’Africa sub-sahariana, circa i due terzi della popolazione urbana vive in baraccopoli e in Asia circa un terzo.Nei due continenti la pressione urbana è particolarmente forte, con la previsione di un aumento della crescita della popolazione urbana del 90%.I movimenti degli attuali rifugiati mostrano quanto sia difficile anche per i Paesi ricchi far fronte a un rapido afflusso di persone nelle loro città.Entro il 2050, il numero di persone che vivono in alloggi inadeguati potrebbe aumentare di 1-2 miliardi.

Questo è il motivo per cui le condizioni di vita delle persone che vivono in estrema povertà, in particolare –ha aggiunto Messner – devono assumere il ruolo preponderante sulla scena dello sviluppo urbano”.

Una città come Hong Kong, con la sua estrema densità, è praticabile perché succhia petrolio, metalli e prodotti alimentari dal territorio circostante, che il mondo intero digerisce, e distribuisce i residui, come i rifiuti, i reflui e i gas di scarico nella campagna circostante – ha spiegato l’altro co-Presidente del WBGU e Direttore di Potsdam Institute for Climate Impact Research (PIK), Hans Joachim Schellnhuber  Il carattere decentralizzato di generazione energetica delle rinnovabili, l’economia circolare e anche l’economia digitale rendono possibile la ridistribuzione, in una certa misura anche necessaria. L’integrazione policentrica regionale, come l’area tedesca della Ruhr che deve attualmente reinventarsi, o la zona della Baia di San Francisco possono costituire dei modelli per l’urbanizzazione del futuro”.

Nonostante la grande importanza dell’urbanizzazione per la trasformazione verso la sostenibilità, le corrispondenti istituzioni internazionali sono posizionate troppo debolmente. Al fine di intensificare il dibattito globale su urbanizzazione e trasformazioni, secondo il Rapporto, il G20 dovrebbe riprendere il discorso su base permanente e il Governo della Germania potrebbe svolgere un ruolo chiave al riguardo, dal momento che ne assumerà la Presidenza nel 2017, mettendo l’argomento all’ordine del giorno.

Lo stesso Programma delle Nazioni Unite per Insediamenti Umani (UN-Habitat) dovrebbe essere riformato e rafforzato, in modo che la sua influenza ed efficacia siano almeno alla pari con gli altri Programmi, come l’UNEP. Inoltre, Rapporti regolari sui progressi scientifici potrebbero contribuire a promuovere la consapevolezza dell’urbanizzazione tra la comunità internazionale e a chiarire le azioni che sono necessarie per la trasformazione verso la sostenibilità, auspicando la costituzione di una Comitato simile a quello del Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici (IPCC), che potrebbe effettuare una valutazione scientifica integrata della situazione sulle dinamiche dell’urbanizzazione globale.

Le raccomandazioni di base selezionate per i campi di trasformazione urbana

Clima e Risorse
– Sostituire tutte le fonti fossili di emissioni di CO2 nelle città con fonti alternative entro il 2070 e ridurre il consumo di energia, utilizzando ad esempio impianti ad energia solare locali negli insediamenti informali;inoltre, decarbonizzare pienamente i sistemi di trasporto, creando brevi distanze tra luoghi di residenza e quelli di lavoro ed espandendo massicciamente il trasporto pubblico locale.
– Proseguire con l’adattamento ai cambiamenti climatici, individuando le zone vulnerabili delle città ed evitandone l’edificazione;riqualificare gli insediamenti informali per renderli resilienti al clima.
– Dar vita ad un’economia circolare in città, non solo per i rifiuti elettronici, ma anche, per esempio, per adottare delle normative che prevedano che gli edifici siano facilmente demoliti e riciclati.

Città a misura d’uomo
– Ridurre le disuguaglianze tra ricchi e poveri per ri-orientare lo sviluppo urbano verso le esigenze del 30-40% della popolazione con i redditi più bassi e riequilibrare la concentrazione dei beni immobili e della ricchezza, agendo sulla normativa fiscale.
– Sviluppare una prospettiva intersettoriale sull’igiene urbana, coniugando la tutela dell’ambiente e la lotta contro i fattori di stress con la conservazione e lo sviluppo di habitat urbani sani.
-Abbinare l’uso del suolo urbano ad un test di compatibilità con il bene comune, arginando la speculazione immobiliare.

Città e politiche internazionali
– Riconoscere e rafforzare a livello globale il ruolo dellesocietà urbane come attori politici, dando loro, ad esempio, diritto di interloquire nel corso di negoziati internazionali.
– A livello nazionale, rafforzare i diritti di autodeterminazione delle città e di partecipazione della popolazione nei processi decisionali locali.
– Indirizzare di più la finanza internazionale per lo sviluppo verso le città e criteri di sostenibilità.

Ricerca
– Rafforzare la ricerca nazionale e internazionale sul modo di garantire che lo sviluppo sia sostenibile nel “secolo delle città”.
– Costituire un Istituto Max Planck per la Trasformazione Urbana per ulteriori ricerche avanzate sulla questione, dando vita a reali laboratori urbani globali.

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