Agroalimentare Sostenibilità

Sistema alimentare nazionale: 10 regole per un futuro sostenibile

In vista del Vertice ONU sui sistemi alimentari che farà il bilancio, a due anni dal primo, progressi compiuti dai Paesi in tema di sostenibilità, il WWF Italia ha pubblicato un Documento con 10 raccomandazioni al Governo sugli aspetti di criticità del nostro sistema alimentare, proponendo delle soluzioni non impossibili, ma al contrario indispensabili per un futuro sostenibile.

In occasione dell’UN Food Systems Summit+2 Stocktaking Moment (UNFSS+2), ospitato dall’Italia a Roma (24-26 luglio 2023) che farà il punto sui progressi compiuti dagli Stati in tema di crisi alimentare e sui rispettivi apporti al raggiungimento degli Obiettivi dell’Agenda 2030, in uno scenario che, a due anni di distanza, è ancora più seriamente compromesso dalla guerra in Ucraina e dal conseguente aumento dei prezzi del cibo, il WWF Italia ha pubblicato il 20 luglio 2023 il Documento di approfondimento “10 regole d’oro per un sistema alimentare di valore: come costruire in Italia un futuro sostenibile per le persone e l’ambiente”.  

Il Documento è una disamina delle principali debolezze che il nostro Paese presenta dal punto di vista del proprio sistema alimentare che crea inquinamento e dipendenza dal mercato globale delle commodity.

Per prima cosa, sottolinea WWF Italia, è necessario essere consapevoli, a tutti i livelli, che l’attuale sistema alimentare è la prima causa della perdita di biodiversità, anche in Italia, uno dei Paesi europei con maggior ricchezza floristica e faunistica, e che la salute delle persone dipende direttamente dalle condizioni di salute dell’ambiente. Grande influenza su questo binomio uomo-ambiente ce l’ha quello che scegliamo – e siamo messi in grado di selezionare – per la nostra tavola.

Il Documento di raccomandazioni al Governo affronta in 10 passi tutti gli aspetti di criticità del nostro sistema alimentare e propone delle soluzioni non impossibili, ma al contrario indispensabili per evitare l’escalation di impatti e problematiche su ambiente e società, su cui la scienza ci sta avvisando da decenni:
uso intensivo di pesticidi e fertilizzanti chimici che impoveriscono i suoli, fanno strage di biodiversità e causano problemi alla salute dei cittadini;
elevati sprechi alimentari;
allevamenti intensivi che provocano inquinamento;
dipendenza dal mercato globale delle commodity che causano deforestazione e pesca eccessiva che sta depauperando il Mediterraneo.
Ma anche:
spettro di nuove diseguaglianze sociali (soprattutto nelle zone più colpite da gravi fenomeni climatici);
applicazione di una Politica Agricola Comunitaria (PAC) che rischia di lasciare l’obiettivo europeo dell’agroecologia solo sulla carta;
dipendenza dai combustibili fossili;
scarsa programmazione di politiche del cibo a livello nazionale, urbano e metropolitano.

A queste considerazioni si aggiunge l’analisi sul cambiamento di abitudini di consumo da parte dei cittadini: pur essendo l’Italia, la patria della dieta mediterranea, nel nostro Paese si stanno sempre più diffondendo abitudini alimentari scorrette che stanno portando a un aumento dei fenomeni di sovrappeso e obesità (4 adulti su 10 e 1 bambino su 5 in Italia sono in sovrappeso) con tutte le problematiche che ne conseguono.

Questi e molti altri problemi affliggono un settore che necessita di una transizione all’insegna della sostenibilità e dell’ecologia per invertire la rotta e restituire al cibo il suo valore intrinseco che sia in grado di tutelare biodiversità e clima, tanto quanto i diritti di lavoratrici e lavoratori, fino alla salute e sicurezza dei cittadini – ha affermato Eva Alessi, Responsabile Sostenibilità presso il WWF Italia ed autrice, insieme a Franco Ferroni, Responsabile Agricoltura e Biodiversità, del Documento – Nel nostro paese l’agricoltura è il quarto settore per emissioni di gas serra e consuma la percentuale maggiore di acqua dolce, ben il 60% del consumo totale. Siamo il secondo Paese europeo per consumo di pesticidi, con 400 sostanze diverse autorizzate. Perdiamo 57 km2 di suolo all’anno alla velocità di 2 metri quadrati al secondo, come se ogni anno cementificassimo una superficie grande come Bologna. L’80% delle terre impiegate in agricoltura è destinata ad allevamenti sempre più intensivi. La domanda di pesce è salita così in alto che già oggi i 2/3 dei prodotti ittici che consumiamo provengono dai paesi in via di sviluppo. In Italia oltre 4 milioni di tonnellate di cibo vengono perse ogni anno prima di arrivare sugli scaffali dei supermercati o degli alimentari, per un valore di oltre 9 miliardi di euro. Grande responsabilità anche nelle nostre case: gli italiani sprecano più di mezzo chilo di cibo a testa a settimana, circa 27 kg di cibo buttato all’anno”.

Il Documento del WWF Italia affronta anche le tematiche più “calde” e recentemente discusse sia sul piano pubblico che istituzionale, come l’influenza della speculazione finanziaria sull’andamento dei costi delle materie prime, di fronte a cui “gli agricoltori diventano un semplice ingranaggio di una macchina complessa guidata dalle potenti corporazioni agricole, da poche grandi multinazionali e da molti operatori intermediari”. Da qui l’esigenza di riportare su un piano di volontà politica la regolamentazione e la tutela del mercato. A

Altro tema di grande attualità è quello della ricerca sui cosiddetti “novel food”, dalla carne colturale alle farine di insetti, nei confronti della quale il WWF ha svolto una considerazione approfondita a cui intreccia i temi di sicurezza alimentare e nutrizionale nel rispetto di una applicazione rigorosa del principio di precauzione con una adeguata valutazione del rischio per cittadini e ambiente e che, fondamentalmente, guardino all’alimentazione in maniera olistica ed ecologica tenendo presente in ogni momento che quello che nuoce all’ambiente nuoce alla nostra salute.

Di grande interesse anche il capitolo dedicato ai diritti di lavoratori e lavoratrici nel nostro Paese, argomento troppo poco dibattuto e su cui si chiede al Governo di porre l’attenzione necessaria, senza tralasciare nessun settore. Per il WWF infatti l’equità nel mondo del lavoro e nel rispetto della dignità dei lavoratori nelle campagne e nel settore della pesca, di quei lavoratori che costruiscono di fatto la filiera del cibo, è un tema che è spesso all’attenzione della comunicazione mediatica ma che sul piano delle decisioni di governo non vede una soluzione che dia sufficienti garanzie, soprattutto quando coinvolge produzioni basate su modelli industriali.

L’alimentazione è la leva più importante per accedere ad un futuro di benessere per uomo e natura-– ha osservato Alessi – È necessaria e urgente una transizione ecologica verso una maggiore sostenibilità ambientale, economica, sociale e di governance del cibo. Dobbiamo iniziare dalla dieta, dalle filiere che rispondono alle nostre necessità quotidiane, in qualità di cittadini e decisori, per sovvertire paradigmi che ci hanno condotto al collasso: una reale transizione è possibile, dal campo e dal mare fino alla tavola. Senza un vero cambiamento le future generazioni erediteranno un pianeta gravemente ‘danneggiato’ in cui gran parte della popolazione soffrirà sempre più di malnutrizione e malattie prevenibili”.



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