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Report diffuso da Greenpeace: la sfida di Internet “verde”

sfida internet verde

Cinque anni fa, alcuni grandi compagnie del settore informatico, come AppleFacebook e Google, sono state le prime aziende ad assumere l’impegno di alimentare le proprie attività con energia al 100% derivante da fonti rinnovabili e da quanto emerge da “Cliccare pulito: chi sta vincendo la corsa per costruire un Internet Verde?” (Clicking Clean: Who is Winning the Race to Build a Green Internet?), il Rapporto diffuso da Greenpeace il 10 gennaio 2017 in cui si analizza l’impronta energetica dei grandi operatori di data center e di circa 70 tra siti web e popolari applicazioni, sono sulla strada giusta per raggiungere tale obiettivo (a loro si è aggiunta Switch, azienda leader a livello mondiale nel settore dei data center), nonché quello complementare di comunicare in modo trasparente i consumi di energia, gli sforzi per l’efficienza energetica e il loro sostegno per influenzare l’adozione più un sistema energetico più pulito.

Viceversa, secondo Greenpeace, altri giganti come NetflixAmazon Web Services e Samsung sono ancora in grave ritardo.
Nonostante gli annunci in fatto di rinnovabili, Amazon continua a mantenere i suoi clienti all’oscuro circa le proprie decisioni energetiche – ha dichiarato Luca Iacoboni, responsabile della Campagna “Clima ed Energia” di Greenpeace Italia – Tutto questo è alquanto preoccupante, soprattutto se teniamo conto che l’azienda sta allargando le proprie attività in aree geografiche in cui sono utilizzate prevalentemente energie sporche“.

Tra le compagnie analizzate c’è anche Netflix, piattaforma di streaming tra le più importanti al mondo, con un’impronta energetica che interessa un terzo del traffico internet in Nord America e che contribuisce in maniera significativa alla domanda di dati per lo streaming video. Nel 2015 l’azienda aveva annunciato l’intenzione di controbilanciare completamente le proprie emissioni di CO2, ma un’analisi più attenta ha rivelato che sta solamente comprando crediti di compensazione delle emissioni, senza aumentare gli investimenti in energie rinnovabili, l’unico modo per ottenere un futuro pulito.
Al pari di Apple, Facebook e Google, Netflix è uno dei più grandi attori della galassia di internet e gioca un ruolo chiave nel decidere con quale energia questo settore vada alimentato – ha osservato Iacoboni – Netflix deve dunque prendersi la responsabilità di assicurare che la sua crescita sia alimentata da energia rinnovabile, non da combustibili fossili, e deve porsi come capofila su questo tema“.

Greenpeace sottolinea che l’insistenza con cui viene chiesto alle aziende del settore informatico un deciso impegno deriva dal fatto che nel 2012 il settore IT ha utilizzato il 7% della elettricità globale e che tale quota è destinata ad aumentare, visto l’incremento del traffico internet globale, con una previsione che al 2017 sarà superiore al 12%.
Entrando nel dettaglio, nel 2015 lo streaming di video ha pesato per il 63% sul traffico totale internet, cifra che secondo le previsioni 2016 di Cisco Network Traffic nel 2020 dovrebbe raggiungere l’80%.

Ecco le richieste che l’Associazione ambientalista rinnova alle principali Società di internet:
– assumere l’impegno a lungo termine di utilizzare energia al 100% proveniente da fonti rinnovabili;
– impegnarsi ad essere trasparenti, sul rendimento energetico e il consumo di risorse, per consentire a clienti, investitori e parti interessate di misurare i progressi verso tale obiettivo;
– sviluppare una strategia per aumentare l’approvvigionamento di energia da fonti rinnovabili tramite un mix di acquisti, investimenti e advocacy aziendale indirizzata sia ai fornitori di energia elettrica che ai decisori politici.

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