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Energy Outlook: le previsioni energetiche al 2035 di BP

Energy Outlook le previsioni energetiche al 2035 di BP

Nel suo ultimo Energy Outlook, il colosso britannico del settore energetico indica le tendenze del settore nel prossimo ventennio.
Pur con le enfatizzazioni interessate, ne esce un quadro poco rassicurante per quanto attiene il perdurare della dipendenza dalle fonti fossili che, se così fosse, sarebbe difficile mantenere entro i + 2 °C l’innalzamento della temperatura globale alla fine del secolo.

Il gigante petrolifero britannico BP ha pubblicato il 17 febbraio 2015 il suo ultimo Energy Outlook al 2035, il documento previsionale che ogni anno cerca di individuare i trend della domanda energetica mondiale nei prossimi 20 anni.
Per gli analisti di BP dopo un certo periodo di assestamenti con rialzi e cadute, si ritornerà alla normalità: “Le odierne turbolenze sono un ritorno al business as usual – ha affermato l’ Amministratore delegato di BP, Bob Dudley in un comunicato, aggiungendo che “Il cambiamento continuo è la norma nel nostro settore“.
Secondo il report BP, la domanda mondiale di energia aumenterà del 37% nel prossimo ventennio, con un tasso medio annuale dell’1,4%, trainata dalla crescita economica dei Paesi in via di sviluppo.
due terzi della domanda sarà soddisfatta ancora dai combustibili fossili comportando un aumento complessivo del 25% delle emissioni, con un +1% annuo che proietterà la Terra verso il superamento dei 450 ppm di CO2 che secondo gli scienziati del clima è il limite oltre il quale c’è il rischio di non riuscire a mantenere la temperatura entro i +2 °C alla fine del secolo, rispetto ai livelli preindustriali, con scenari drammatici da un punto di vita climatico.
– L’Asia continuerà a guidare la domanda di petrolio, che a livello globale continuerà a crescere dell’1,4% all’anno.
– La domanda di carbone dovrebbe scendere rapidamente, con una crescita dello 0,8% annuo nel corso del prossimo ventennio rispetto al 3,8% degli anni 2000, anche per effetto del varo di politiche ambientali sempre più stringenti in Cina e negli USA..
– La domanda di gas è destinata a crescere dell’1,9% l’anno, trainata ancora dall’Asia che supererà l’Europa come maggiore importatore di gas. A beneficiarne sarà principalmente la crescita di rifornimenti di LNG prevista aumentare dell’8% l’anno entro il 2020.
Secondo lo scenario BP al 2035, i volumi di fornitura di gas naturale liquido avranno superato quelli via gasdotto.
– La metà della domanda di gas sarà soddisfatta, tuttavia, da gas convenzionale estratto dai giacimenti russi e mediorientali e il resto da shale gas che entro il 2030, assieme al petrolio non convenzionale, garantirà agli USA l’autosufficienza energetica, dopo aver importato nel 2005 il 60% del suo fabbisogno.
– Le energie rinnovabili rappresenteranno il carburante in più rapida crescita al 2035 con il  6,3%: al 2035 rappresenteranno l’8% del mercato contro il 3% di oggi..
– L’energia eolica onshore sarà in grado di competere sempre di più con le nuove centrali a combustibili fossili convenzionali, anche senza sovvenzioni, supportando i costi di integrazione alla rete.
– Il solare fotovoltaico (PV) dovrebbe divenire competitivo in un crescente numero di nicchie di mercato, ma i grandi impianti richiederanno ancora un prezzo del carbonio percompetere con competere con efficienza de lgas in combinazione con la generazione del ciclo al 2035.
– Il nucleare crescerà del 1,8% e l’idroelettrico dell’1,7%.

L’Energy Outlook mette in risalto i continui cambiamenti del sistema energetico, da quelli del mix dei combustibili a quelli dei modelli commerciali, incrociando le necessità di crescita della domanda mondiale di energia – ha dichiarato Spencer Dale, Capo economista di BP – Si mette in evidenza anche la sfida per fornire un rifornimento sostenibile, sicuro e conveniente, sottolineando il ruolo delle forze della concorrenza e del mercato a guidare la tecnologia e l’innovazione per aiutarci ad affrontare la sfida”.

Il Report contiene anche gli approfondimenti regionali che, per quanto attiene all’Unione europea sono così sintetizzati:
– il suo consumo di energia primaria è previsto in calo del 6% entro il 2035 per ritornare al livello del 1984;
– entro il 2035, diventerà la regione meno intensiva in energia del mondo, superando la posizione detenuta fino al 2027 dall’Africa;
– mentre i combustibili fossili rappresenteranno nel 2035 la maggior parte dei consumi di energia primaria dell’UE (66%), per la prima volta dal 1967 non vi sarà alcun combustibile prevalente: petrolio e gas saranno entrambi al 29% dei consumi, seguiti dalle rinnovabili che nel 2024 supereranno il carbone;
– l’UE manterrà la sua posizione di regione leader con la più alta quota di energie rinnovabili nel mix energetico primario con il 18% nel 2035;
– si prevede il calo dei consumi in tutti i settori ad eccezione dell’elettrico che crescerà del 7% al 2035: i trasporti segneranno con il 14% la diminuzione più forte tra il 2013 e il 2035, seguiti dal settore industriale (-9%) e poi gli altri settori (-4%);
– le fonti rinnovabili come combustibile avranno il maggior incremento (+136%), seguite dal gas (+15%), mentre le altre fonti avranno un forte declino, con le cadute maggiori per carbone (-54%) e petrolio (-23%);
– tra il 2013 e il 2035 la produzione di energia primaria nell’UE diminuirà del 5% (-38Mtoe);
– la produzione da carbone subirà il maggior declino con il 55% (-84 Mtoe);
– le importazioni nette di energia primaria dell’UE diminuiranno del 6%, per raggiungere al 2035 il 48%, riportandosi ai livelli del 1966, mentre le importazioni di gas naturale aumenteranno del 45%;
– aumenterà la diversificazione nelle importazioni UE di gas naturale: quelle di LNG si triplicheranno e raggiungeranno il 30% rispetto all’attuale 9%, anche se le importazioni dalla Russia per oleodotti rimarrà un una importante fonte di rifornimento, crescendo del 15% 3 mantenendo una quota di mercato al 2035 del 31%;
– le emissioni di carbonio scenderanno del 25% al 2035, il livello più basso della serie storica;
– l’intensità di carbonio da consumo di energia primaria è prevista in calo di 1,9 tonn. di CO2/toe, al livello più basso della serie storia;
– nel 2020 l’UE diventerà l’economia con la minore intensità di carbonio, superando l’America Latina e mantenendo tale posizione fino al 2035.

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