Cambiamenti climatici Circular economy Clima Sostenibilità

Italy for Climate: per cambiare passo e affrontare la crisi climatica

L’iniziativa Italy for Climate, lanciata dalla FoSS in collaborazione con imprese sensibili ai temi dei cambiamenti climatici e dell’economia circolare (CONOU, ERG, ING, e2i, illy, Davines) si propone di svolgere un ruolo di supporto alla transizione zero emissioni al 2050, tramite una roadmap basata su 7 pilastri, e di promuovere al contempo un dibattito informato con istituzioni, aziende e opinione pubblica.

A Madrid si è chiusa con un fallimento la COP25 e l’unico spiraglio per un’azione più incisiva sul clima sembra essere il Green Deal europeo con il quale l’UE ambisce a recuperare il ruolo di leader nel contrasto ai cambiamenti climatici, e anche l’Italia può e deve fare lo stesso: è questo il messaggio della nuova iniziativa sul clima della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile (FoSS), “Italy for Climate”, in collaborazione con alcune imprese particolarmente sensibili al tema dei cambiamenti climatici: CONOU, ERG, ING, e2i Energie speciali, illy, Davines.

L’iniziativa nasce allo scopo di supportare la transizione verso un’economia carbon neutral, cioè ad emissioni nette zero al 2050, e di promuovere un dibattito diffuso e informato sui temi del clima e dell’energia in Italia attraverso un’ampia interlocuzione con imprese, istituzioni e opinione pubblica. La crisi climatica che stiamo vivendo è grave ed è già realtà, soprattutto in Italia, dove solo nel 2019 che si sta concludendo si sono registrati già oltre 1.600 eventi metereologici estremi.

Disponiamo già degli strumenti e delle tecnologie per agire subito ed efficacemente in un’ottica low carbon, si tratta di una transizione impegnativa ma oramai non più eludibile, e cogliere da subito questa sfida diventa oggi non solo necessario, ma anche possibile e soprattutto vantaggioso per l’ambiente, la salute e l’economia.

La nostra iniziativa Italy for Climate – ha dichiarato a Edo Rochi, Presidente della Fondazione sviluppo sostenibile e firmatario del Protocollo di Kyoto quando era Ministro dell’Ambiente – punta a rendere l’Italia protagonista di questa sfida, dimezzando le emissioni nazionali di gas serra al 2030 con il coinvolgimento di cittadini, imprese, città e Regioni e del Governo e creando centinaia di migliaia di nuovi posti di lavoro. Chi agirà per primo e con decisione per tagliare le emissioni di gas serra avrà una serie di vantaggi non solo ambientali ,ma anche economici e occupazionali anche sul breve termine”.

Come realizzare dunque la transizione verso un’economia carbon neutral?
Italy for Climate ha pubblicato una proposta di Roadmap italiana per il clima al 2050, in linea con i nuovi indirizzi europei, che prevede un taglio di almeno il 50% delle emissioni nazionali di gas serra, al netto degli assorbimenti, entro il 2030 rispetto ai valori del 1990 (siamo oggi al 18% di riduzione) e un azzeramento entro il 2050, sempre al netto del carbonio assorbito.

La Roadmap di Italy for Climate si basa su 7 pilastri.
1. Transizione energetica. Promuovere la transizione energetica verso la carbon neutrality al 2050, rivedendo gli attuali obiettivi e fissando anche per l’Italia nuovi target in traiettoria con l’Accordo di Parigi al 2030 e al 2050.

2. Economia circolare. Accelerare la transizione verso una economia circolare, riducendo il consumo di materie prima, puntando sull’eco-design e modelli di business innovativi e dematerializzati, sviluppando sistemi di uso condiviso, di riutilizzo e di riciclo sempre più avanzati ed efficienti. Buona parte delle emissioni di gas serra sono infatti connesse al ciclo dei materiali e dei prodotti e dipendono da come li produciamo e li progettiamo.
La Ellen McArthur Foundation ha stimato in un recente Rapporto che a livello globale il taglio del 45% delle emissioni di CO2 dei prodotti possa essere raggiunto tramite interventi sull’economia circolare.

3. Decarbonizzazione dei trasporti. Avviare un efficace processo di decarbonizzare del sistema dei trasporti, che negli ultimi anni si è rivelato uno dei settori più difficili su cui agire. Questo processo deve passare necessariamente attraverso un miglioramento tecnologico dei veicoli, riducendone le emissioni specifiche e promuovendo alimentazioni alternative a cominciare dall’elettrificazione del parco veicolare, ma richiede anche una innovazione profonda degli stessi modelli di mobilità, che dovranno essere sempre più svincolati dall’utilizzo del mezzo privato e dalla proliferazione di generatori di domanda di spostamento e sempre più orientati verso modelli di mobilità condivisa e integrata.

4. Adattamento ai cambiamenti climatici. L’Italia è particolarmente esposta ai rischi dei cambiamenti climatico, anche a causa delle sue caratteristiche morfologiche e insediative.

Il recente Global Climate Risk Index, presentato alla COP25 di Madrid, ha messo in evidenza come il nostro Paese sia sempre più duramente colpita dagli eventi estremi che solo nel solo 2018 hanno causato nel nostro Paese 51 decessi e 4,18 miliardi di dollari di perdite, inserendosi al 6° posto per numero di vittime causate dagli eventi meteorologici estremi, e al 18° per le perdite economiche pro capite. Nel ventennio 1999-2018 l’Italia risulta il 26° Paese più colpito dagli eventi estremi, registrando 19.947 morti e perdite economiche quantificate in 32,92 miliardi di dollari. Guardando al 2018, invece, si piazza al 21° posto.

Promuovere l’adattamento climatico e la lotta al dissesto idrogeologico, adottando misure per incrementare la resilienza delle città e dei territori per ridurre l’esposizione ai rischi connessi con le alte temperature, le ondate di calore, gli eventi alluvionali, l’erosione costiera e l’innalzamento del livello dei mari, ecc.

5. Agricoltura, gestione forestale e dei suoli. Rafforzare anche in Italia la capacità dei suoli e delle foreste, anche tramite pratiche agricole innovative, compatibili con una produzione alimentare di livello adeguato sia in termini di quantità che di qualità, di catturare e trattenere la CO2 rappresenta una priorità ineludibile di una roadmap climatica in linea con gli obiettivi di Parigi.

6. Ricerca, innovazione e digitalizzazione. Nei prossimi anni sarà necessario sviluppare soluzioni altamente innovative in tutti i campi, non solo nella produzione di energia ma anche, ad esempio, nella conversione low carbon dei processi industriali, anche quelli considerati più difficili come il siderurgico o la produzione di cemento, o nello sviluppo di tecnologie carbon negative, legate alla gestione dei suoli o a sistemi di cattura e sequestro de carbonio, o ancora nei sistemi di immagazzinamento e stoccaggio di energia, inclusi i potenziali di sviluppo dell’idrogeno.

7. Un prezzo per le emissioni di carbonio. Non si può raggiungere la neutralità carbonica con emissioni gratuite di carbonio. C’è bisogno di una riflessione seria su una riforma fiscale in chiave ecologica, lavorando, come proposto dalla Commissione UE, per introdurre sistemi di carbon pricing nei Paesi europei, oltre a quelli regolati dall’ETS, e per introdurre una border carbon tax sul contenuto di carbonio delle importazioni. Sarà, inoltre, necessario anche procedere a una revisione dei sussidi pubblici che favoriscono l’uso di combustibili fossili che, secondo l’ultima stima svolta dal Ministero dell’ambiente, in Italia ammontano a quasi 17 miliardi di euro il carbonio

Articoli simili

Lascia un commento

* Utilizzando questo modulo accetti la memorizzazione e la gestione dei tuoi dati da questo sito web.