Inquinamenti e bonifiche Territorio e paesaggio

Inquinamento atmosferico: elevati livelli nella maggior parte d’Europa

Alla vigilia della pubblicazione delle nuove Linee Guida sulla qualità dell’aria dell’OMS, un Briefing dell’AEA indica che, nonostante gli standard dell’UE siano meno restrittivi, i superamenti dei limiti di inquinamento atmosferico sono ancora ampiamente diffusi in tutta Europa.

L’Agenzia Europea dell’Ambiente (AEA) ha pubblicato il briefing Stato della Qualità dell’aria in Europa 2021” che fornisce i dati sui livelli di concentrazione dei maggiori inquinanti dell’aria ambiente nel 2019 e quelli provvisori del 2020,  rilevati in oltre 4.500 stazioni di monitoraggio in 40 Paesi europei da cui emerge che, nonostante i miglioramenti della qualità dell’aria negli ultimi anni, i superamenti dei limiti sono ancora diffusi in tutta l’UE (Gran Bretagna compresa, uscita ufficialmente il 1° gennaio 2021).

L’inquinamento atmosferico è il più grande rischio per la salute ambientale in Europa, causando malattie cardiovascolari e respiratorie che, nei casi più gravi, portano a decessi prematuri.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha definito nel 2005 delle Linee guida che si basano sulle migliori prove scientifiche disponibili in quel momento, più restrittive rispetto agli standard di qualità dell’aria dell’UE (il 22 settembre 2021 saranno pubblicate le nuove, stante il comunicato emesso in occasione della Giornata mondiale per i cieli blu.. 

Quota della popolazione urbana dell’UE esposta a concentrazioni di inquinanti atmosferici superiori agli standard dell’UE e alle linee guida dell’OMS nel 2018-2019

Nell’Europa centrale e orientale, e nell’Italia settentrionale si registrano elevate concentrazioni sia di particolato fine (PM2,5) che grossolano (PM10), correlate a malattie cardiovascolari, cancro ai polmoni e altre malattie che portano a morti premature, nonché di benzo[a]pirene, un noto cancerogeno. Nella maggior parte dei Paesi dell’Europa centrale e orientale, sono i combustibili solidi come il carbone ampiamente utilizzati per il riscaldamento delle abitazioni e in alcuni impianti industriali e centrali elettriche, che determinano le elevate concentrazioni. La Pianura Padana, nel nord Italia, sottolinea l’AEA, è un’area densamente popolata e industrializzata con particolari condizioni meteorologiche che favoriscono l’accumulo di inquinanti atmosferici nell’atmosfera. 

Nelle città più grandi persistono alte concentrazioni di biossido di azoto (NO2) che è collegato ad asma e problemi respiratori. E, soprattutto nell’Europa meridionale, gli inquinanti emessi dalle attività umane reagiscono al calore e alla luce solare, producendo elevate concentrazioni di ozono troposferico (O3), legate a malattie cardiovascolari e irritazioni agli occhi, al naso e alla gola.

Il lieve miglioramento  che si delinea per il 2020, con minori concentrazioni di PM10, PM2,5 e NO2, è in parte dovuto alle misure di blocco attuate durante lo scoppio della pandemia di Covid-19, che hanno comportato una riduzione di molte attività (come il trasporto su strada, l’aviazione, la navigazione, alcune industrie), mentre altre sono rimaste più o meno invariate (come l’agricoltura) o potrebbero essere aumentate come il consumo energetico delle famiglie.

Foto di copertina: Tamas Parkanyi (ImaginAIR /EEA)

Articoli simili

Lascia un commento

* Utilizzando questo modulo accetti la memorizzazione e la gestione dei tuoi dati da questo sito web.